Al Teatro San Carlo di Napoli Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij conferma la maurità tecnica e attoriale del Corpo di ballo.
Al Teatro San Carlo di Napoli è in scena fino al 28 giugno 2016 la prima versione coreografica di Romeo e Giulietta di Sergej Prokof'ev, creata da Leonid Lavroskij nel 1940 per Galina Ulanova e Konstantin Sergeyev. Impeccabili dal punto di vista tecnico, ma deludenti sul piano interpretativo, i due protagonisti principali Olesja Novikova e Leonid Sarafanov. Ottima la prova tecnica e attoriale di Edmondo Tucci (Tebaldo), Alessandra Veronetti, Salvatore Manzo, Anna Chiara Amirante e Alessandro Staiano e di tutto il Corpo di ballo. Rivelazione della serata Carlo De Martino nel ruolo di Mercuzio.
A Napoli, al Teatro San Carlo, è in scena fino al 28 giugno 2016 il balletto Romeo e Giulietta tratto dall’omonima tragedia shakespeariana su musiche di Sergej Prokof’ev per la coreografia di Leonid Lavroskij ripresa dal figlio Mikhail Lavroskij.
Commissionato dal Teatro Kirov (odierno Mariinskij) dell’allora città di Leningrado (oggi San Pietroburgo) il lavoro fu poi respinto dalla direzione ed accolto successivamente dal Bolshoi di Mosca, per poi ritornare, dopo diverse indecisioni del direttore e del corpo di ballo moscovita, tra le mura del Mariinskij. Un’avventura rocambolesca che volse al termine solo nel 1935 con il completamento della partitura musicale e poi definitivamente nel 1940 con il debutto della versione ballettistica per la coreografia di Leonid Lavroskij. Si tratta della prima versione danzata del dramma shakespeariano i cui primi interpreti furono due vere stelle del panorama sovietico: Galina Ulanova e Konstantin Sergeyev le cui doti attoriali, oltre che coreutiche, contribuirono a portare il balletto all’apice del successo nel ricordo dei grandi capolavori del repertorio ottocentesco.
Agli amanti del teatro di prosa può sembrare impensabile rinunciare ai versi di William Shakespeare nel suo forse più noto capolavoro al fine di cogliere l’amore e il dolore dei due giovani amanti veronesi. Ma in questa versione coreografica, forse più che in qualunque altra, i cambi repentini e precisi del registro musicale e l’attenzione nella successione coreografica data al dettaglio interpretativo sono a tal punto precisi nel seguire passo passo la tragedia letteraria da rendere quanto più verosimile possibile la trasposizione in balletto.
Nell’interpretazione al Teatro San Carlo, l’efficacia dell’aspetto tecnico e virtuosistico dei due protagonisti principali è indiscussa: nel ruolo di Giulietta impeccabile l’esecuzione tecnica di Olesja Novikova, solista del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e di pari livello la performance del Romeo di Leonid Sarafanov, solista del Balletto del teatro Mikhailovskij e ballerino del Teatro Mariinskij. Nessuna sbavatura, nessuna imprecisione, neanche l’ombra della minima delusione per il pubblico tanto nei momenti di adagio quanto in quelli brillanti. Ma ad onor del vero bisogna però confessare che lo strazio e la gioia, l’euforia e la resa dei due sfortunati amanti non irrompono in platea la sera della prima napoletana e questo soltanto a causa della poco efficace interpretazione dei solisti russi esclusivamente sul piano emotivo. Il volto e il corpo dei due giovani interpreti hanno vissuto sulla scena l’immensa gioia e poi il dolore lacerante in maniera poco coinvolgente laddove invece la pièce teatrale, e così pure il balletto, e in special modo nella versione di Leonid Lavroskij, hanno la capacità di suscitare nello spettatore una totale immedesimazione.
L’intreccio richiama sulla scena diversi protagonisti, ognuno dei quali sfoggia un carattere deciso e ben delineato. Sono tutti ruoli di grande impatto emotivo e, in alcuni casi, anche di elevato virtuosismo tecnico. Tra questi spiccano su tutti il Tebaldo di Edmondo Tucci – primo ballerino del Teatro San Carlo – e il Mercuzio di Carlo De Martino, giovane ballerino diplomatosi alla scuola del Teatro San Carlo che conferma la grande ricchezza del lirico napoletano in quanto a danzatori uomini d’immenso talento e versatilità. Edmondo Tucci sfoggia la sua maturità artistica nel ruolo che più di tutti richiede, in questa versione coreografica, una profonda capacità interpretativa, ben lontana dalla mimica tipica del balletto romantico a cui siamo abituati. Questa essa pretende vere e proprie attitudini attoriali naturali e dirompenti: l’agilità di un corpo atletico accompagnata alla consapevolezza del saper vivere appieno la scena. E Tucci qui ci regala una meravigliosa interpretazione. Carlo De Martino, vera rivelazione della serata, s’impone come mai prima d’ora presentandosi al pubblico in una veste nuova: il giovane sfrontato ed eccitato che vive il palcoscenico portando ad un ottimo livello i virtuosismi richiesti dal suo ruolo.
E ancora sono da menzionare Alessandra Veronetti, prima ballerina del San Carlo, nel ruolo di una lady Capuleti degna di nota per immedesimazione ed eleganza, Salvatore Manzo, che porta in scena un Benvolio impeccabile a confermare la reputazione di giovane talento del lirico ormai da tempo guadagnata, e Anna Chiara Amirante in coppia con Alessandro Staiano che, nel passo a due col mandolino, eseguono variazioni di grande spessore tecnico ed emotivo in una rilevanza di ruoli quasi speculare a quella messa in scena dai solisti principali.
Il Corpo di ballo del Teatro San Carlo non delude mai, neanche un pò. Tutt’altro. Un folto gruppo di danzatori che non lascia nulla al caso e che porta in scena i grandi balletti del repertorio senza sbavature di sincrono o di carattere. Si percepisce, in questa prima partenopea di questa storica versione di Romeo e Giulietta, un ottimo lavoro fatto in sala prove con l’erede diretto del coreografo che si traduce in due ore di spettacolo durante il quale si sentono l’entusiasmo e la fibrillazione che animano i ballerini una volta in scena.
Come dopo ogni prima rappresentazione anche questa volta il dietro le quinte dopo la chiusura finale del sipario è stato emozionante con il discorso del coreografo Mikhail Lavroskij fatto in forte intimità con il Corpo di ballo con cui ha a lungo lavorato per portare in scena in modo impeccabile il Romeo e Giulietta creato da suo padre Leonid e con il saluto a sorpresa del sindaco Luigi de Magistris, presidente del Consiglio d’Indirizzo del Massimo napoletano, che ha fatto incursione sul palcoscenico a fine rappresentazione accolto con un caloroso e affettuoso applauso da tutti i ballerini.
Manuela Barbato
27/06/2016
Foto: 1. Olesja Novikova e Leonid Sarafanov, Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. Luciano Romano; 2.-3. Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. Luciano Romano; 4.- 5 Olesja Novikova, Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. N. Razina; 6. Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. Luciano Romano; 7. Olesja Novikova e Leonid Sarafanov, Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. Luciano Romano; 8. Chiara Amirante e Alessandro Staiano, Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. Luciano Romano; 9. Carlo De Martino, Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli; 10. Olesja Novikova e Leonid Sarafanov, Romeo e Giulietta di Leonid Lavroskij, Teatro San Carlo di Napoli, ph. N. Razina; 11. Il Sindaco Luigi De Magistris e il Corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli.