Addio Agnese De Donato. Lutto nel mondo della danza.
Agnese De Donato ci ha lasciato oggi 5 marzo 2017. Giornalista, ufficio stampa, fotografa, e in questi ultimi anni collaboratrice per l'ufficio stampa di prestigiose istituzioni, fra cui l'Accademia Filarmonica Romana, il Teatro dell'Opera di Roma, l'Accademia Nazionale di Danza e importanti Festival Nazionali e Internazionali.
Oggi 5 marzo 2017, Agnese De Donato, giornalista e ufficio stampa tra i più attivi nel nostro Paese ci ha lasciato. Donna colta, capace, coraggiosa e determinata, metteva grande amore e forte passione nel suo lavoro.
Amica di poeti, scrittori, artisti visivi e giornalisti, aveva una vera passione per la danza. La sua carriera professionale inizia con l’arte alla fine degli anni Cinquanta, quando fonda la libreria Ferro di Cavallo, con annessa galleria e spazi per mostre d’arte e fotografiche. Inizia la sua attività giornalistica nel 1968 e collabora per moltissime testate: l’Europeo, Paese Sera, la Gazzetta del Mezzogiorno, Panorama, Dance Magazine, Cosmopolitan. E’ poi ufficio stampa di moltissimi artisti e compagnie, Festival e prestigiose istituzioni.
Mi piace ricordarla con le parole che lei stessa ha scritto qualche settimana fa in occasione del Premio che le è stato attribuito a Europaindanza, all’Accademia nazionale di danza di Roma, lo scorso 12 febbraio. Non potendo riceverlo personalmente aveva lasciato a Donatella Bertozzi il compito di leggere lo scritto a sua firma che vi propongo di seguito e che riassume e sintetizza una lunghissima carriera professionale.
Stringo in un abbraccio Michele Pogliani e tutta la sua famiglia.
Francesca Bernabini
Cari componenti della Giuria del Premio EUROPAinDANZA. Grazie! E grazie soprattutto al Presidente Daniele Cipriani.
Sono onorata di ricevere questo premio che mi riconosce oltre la professionalità anche la passione con cui ho svolto il mio lavoro. Sono stata, come voi saprete, ufficio stampa per la Filarmonica Romana, per parecchi anni al Teatro dell’Opera, all’ATER, al Festival sperimentale di Alessandria, quello di Todi e del teatro di Anagni e ancora per altri festival, concerti, teatri, promuovendo artisti come Carreras, Caballé, Lorin Maazel e tanti ancora.
Ma un capitolo a parte merita il mio impegno con la Danza. Fino dalla lontana prima edizione del Festival di Castiglioncello, Vittoria Ottolenghi mi volle come ufficio stampa. Contemporaneamente ero ufficio stampa anche al Festival di Cagliari e, per più di 15 anni all’Accademia nazionale di danza durante la direzione di Margherita Parrilla. E come posso tralasciare che per tanti anni sono stata l’ombra di Micha van Hoecke e dei suoi fantastici danzatori?
Devo confessare che occuparmi della danza mi elettrizzava e mi coinvolgeva in maniera particolare. Riuscivo a ottenere la presenza di tutti i migliori critici, accorrevano dal nord e dal sud, felici di esserci e si trascorrevano giorni meravigliosi. Venivano le compagnie più illustri da tutte le parti del mondo si faceva amicizia con tutti, un clima affettuoso e festaiolo che non credo ci sia più.
Ed è per aver coltivato questa passione per la danza che detti pieno appoggio a mio figlio, Michele Pogliani, quando appena diciottenne, decise di trasferirsi a New York per studiare con Merce Cunningham. In seguito ho avuto la soddisfazione di vederlo danzare con prestigiose compagnie americane come quella di Lucinda Childs prima di intraprendere una sua carriera indipendente
Sono diventata amica di tutti i ballerini italiani e stranieri con cui lavoravo e nello stesso tempo, avendo già lavorato come fotoreporter professionista, li fotografavo nei loro momenti di riposo, con risultati molto apprezzati per esempio da Leonetta Bentivoglio che ha scritto: “È una prospettiva assai diversa da quella di tanta fotografia «istituzionale»: per un verso ci sa dire tutta la tenerezza e l’adesione di chi sta guardando; per un altro giunge a condurci nelle verità dell’abbandono e del riposo, del nervosismo e dello sfinimento, del gioco e della sorpresa, che scandiscono la vita quotidiana di ogni danzatore”.
Fracci, Maximova, Plisseskaja, Vassiliev, Terabust, Dupond, Derevianko, tutti gli allora giovanissimi del Teatro dell’Opera, Amodio e ancora tanti, li amo tutti.
Per Amedeo, prima volta negli USA, ho promosso un suo spettacolo addirittura a New York con grande successo di pubblico e di stampa.
Se sono stata un po’ troppo autorefenziale mi scuso, ma l’ho fatto per ricordare e ringraziare tutte quelle persone del mondo della danza che mi hanno dato, con la loro fiducia e amicizia, la possibilità di… guadagnarmi questo premio!
Mi fermo, non vorrei annoiarvi
Merito questo premio?
Forse si!
Grazie e buon lavoro