Accolto con calore Il Lago dei cigni del Balletto di Maribor al Teatro Municipale di Piacenza
Ancora un sold out per la Stagione di Danza del Teatro Municipale di Piacenza che ha presentato il Lago dei cigni nella versione di Valerij Kovtun per il Balletto di Maribor, la principale compagnia di balletto slovena diretta dal 2003 da Edward Clug. Si è fatto valere il corpo di ballo femminile, nonostante la mancanza di una vera tinta romantica e malinconica indispensabile per questo titolo, rispetto alla compagine maschile. Visivamente non ben appaiati i due protagonisti, Jan Váňa nei panni del principe Siegfried e Tetiana Svetlična nel doppio ruolo di Odette/Odile, benché abbiano danzato molto bene.
Dopo il grande successo ottenuto dal Don Chisciotte di Éric Vu-An per il Ballet Nice Méditerranée, la Stagione di Danza del Teatro Municipale di Piacenza punta ora su un altro grande titolo del repertorio, forse il più noto dell’epoca tardo romantica: Il lago dei cigni. Il balletto è stato presentato nella versione di Valerij Kovtun per il Balletto di Maribor, la principale compagnia di balletto slovena diretta dal 2003 da Edward Clug; un corpo di ballo già molto conosciuto in Italia, soprattutto per il balletto Radio and Juliet (coreografato dallo stesso Clug), una moderna rivisitazione del dramma di Romeo e Giulietta sulle musiche dei Radiohead.
In tempi più recenti, il Balletto di Maribor ha portato in tournée nei teatri di Piacenza, Brescia e Parma anche Giselle, in una coreografia curata da Rafael Avnikjan, estremamente rispettosa dell’originale di Jean Coralli, Jules Perrot e Marius Petipa. Niente divi né nomi altisonanti in queste tappe italiane ma una solida compagnia che ha sempre fatto bella mostra di sé; purtroppo col Lago non tutto è andato per il verso giusto e qualche menda ha increspato più volte questa bellissima partitura. Vediamo nel dettaglio.
La coreografia non ha riservato grosse sorprese perché rimodellata su quella di Konstantin Sergeyev per il Balletto del Teatro Mariinsky ancora oggi ballata dalla grande compagnia di San Pietroburgo. Il tutto contornato da costumi sfarzosi e fondali dipinti ad opera di Marija Levicka: insomma, tutto ciò che occorre a rincuorare lo spettatore che si troverà davanti al più tradizionale degli spettacoli.
Per quanto riguarda il corpo di ballo occorre fare subito un necessario distinguo: si è comportato bene il corpo di ballo femminile meno quello maschile. D’altronde è ipotizzabile che per questa breve tournée la direzione artistica abbia voluto puntare maggiormente sulla resa degli atti bianchi a scapito dei rimanenti due atti. Gli atti di corte sono risultati purtroppo un po’ appesantiti da alcuni elementi visivamente disomogenei e non più giovani, con la sola eccezione del Giullare di Yuya Omaki che conquista il pubblico grazie ad un virtuosismo abbagliante. Il corpo di ballo femminile è risultato invece complessivamente più omogeneo e in forma, nonostante qualche fisiologica e naturale asincronia dovuta probabilmente più al fatto di dover danzare su un nuovo palcoscenico in pendenza che per demeriti intrinseci. Occorre tuttavia notare come la compagine femminile abbia tralasciato il mood romantico e malinconico indispensabile ad una resa davvero efficace degli atti bianchi, in quest’occasionate connotati da port de bras scattosi e troppo veloci se non addirittura nervosi: in definitiva un buon compito, svolto con diligenza ma per il Lago occorre altro. Segnaliamo però che questa produzione del Lago risale al 2015: per una compagnia molto eclettica come il Balletto di Maribor, divisa fra repertorio classico e contemporaneo, occorrerà probabilmente più tempo per rendere giustizia a questa impegnativa partitura.
Veniamo quindi agli interpreti principali. Visivamente sono stati appaiati piuttosto male: lui altissimo, lei molto più bassa e forse più adatta al repertorio brillante rispetto a quello tragico. Jan Váňa (ospite proveniente dal Balletto dell’Opera di Kiev) e Tetiana Svetlična hanno però ballato indubbiamente bene. Jan Váňa è il tipico danseur noble, dotato di bei salti, alti e morbidi, con una cura particolare per la pantomima, sempre aristocratica e mai eccessiva. Come già accennato, Tetiana Svetlična sembrerebbe funzionare meglio come cigno bianco per conformazione fisica: la sua non sarà una lezione di fraseggio aulico ma danza con cura e attenzione senza risparmiarsi. Infatti alla coda del passo a due del cigno nero esegue i trentadue fouetté en tournant senza mostrare il benché minimo cedimento ed esattamente sur place.
Il pubblico di Piacenza, che ancora una volta ha fatto registrare il sold out, ha accolto tutti gli artisti con grandissimo calore. Ci fa piacere sottolineare infine l’attenzione del Teatro Municipale di Piacenza riservata al balletto classico, uno spettacolo ormai raro e prezioso ma sempre richiestissimo dal pubblico: quale teatro sprovvisto di corpi ballo riesce a mettere in scena consecutivamente e nella stessa stagione due titoli del grande repertorio con risultati complessivamente apprezzabili? L’augurio è si possa proseguire su questa linea.
Matteo Iemmi
30/01/2017