Abilitazione in Danza. Il nuovo concorso del Miur assegnerà le cattedre di tecnica della danza nei licei coreutici con un sistema a crocette.
A 10 anni dall’istituzione dei licei coreutici i docenti di tecnica classica e contemporanea sono ancora tutti precari. Il motivo è in un pasticcio normativo nel valore abilitante dei titoli del vecchio e del nuovo ordinamento dell’Accademia Nazionale di Danza. In piana pandemia il Ministero dell’Istruzione ha lanciato due concorsi per l’immissione in ruolo di questi docenti. Ma i posti sono pochi e la prova d’esame un questionario a crocette. A fine articolo anche la nota di risposta della Professoressa Enrica Palmieri, Direttrice dell'Accademia Nazionale di Danza.
I docenti del Liceo Coreutico Alfano di Salerno mi hanno inviato il video denuncia #iorestoalcoreutico che pubblico di seguito.
Pur rispettando e comprendendo il loro punto di vista, evidenzio che il motivo per cui ancora in questo scolastico tutti gli insegnanti di danza dei licei coreutici sono precari, ha radici lontane e si lega alla triste storia dell’abilitazione all’insegnamento della danza in Italia.
Prima della riforma che ha trasformato l’Accademia Nazionale di Danza in istituto di livello universitario, presso l’Accademia potevano essere conseguiti due titoli che avevano valore abilitante: il diploma di Perfezionamento che abilitava all’insegnamento per tutti i corsi (allievi di scuola media, liceo e oltre) e l’attestato di Avviamento che abilitava all’insegnamento per la propedeutica e per i primi tre anni di studio (scuola elementare e media).
La prima mancanza di chiarezza sul vero valore di questi titoli si è evidenziata già all’interno dell’Accademia: alcuni docenti che avevano conseguito l’attestato di Avviamento hanno tenuto per anni la docenza dei corsi dal 4° all’8° corso (liceo). Altri sono stati assunti (se pur tramite concorso) per titoli artistici, senza aver nessun titolo abilitante alla professione di docente rilasciato dalla stessa Accademia o da equivalente istituto estero.
Se queste erano già delle anomalie, un altro problema in termini di chiarezza è sorto quando, con la riforma dell’Accademia, è stato istituito il nuovo ciclo di studi (nuovo ordinamento). E questo sia per il reclutamento dei docenti sia per il reclutamento degli allievi. Per quanto riguarda i docenti sono stati utilizzati i docenti di cui sopra. Per quanto riguarda gli allievi, fin dalla prima ora furono chiamati a iscriversi ai Bienni specialistici tutti coloro che avevano già o una laurea in una qualsiasi materia o tutti coloro che avevano già conseguito uno dei seguenti titoli con il vecchio ordinamento: diploma di 8° corso, diploma di Perfezionamento, attestato di Avviamento. Tutti titoli che, con legge dello Stato, sono stati equiparati a laurea magistrale.
Di fatto con quella iscrizione è stata sancita in modo definitivo la cancellazione del valore abilitante dei vecchi titoli (Perfezionamento e Avviamento) per l’insegnamento pubblico, venendo meno a uno dei capisaldi della legge italiana, ossia quella del diritto acquisito. E questo è stato un fatto grave. E’ stato come se a coloro che avevano ottenuto un diploma ISEF fosse stato detto che non potevano più insegnare nella scuola pubblica perché da quel momento in poi avrebbero potuto insegnare solo i diplomati IUSM. E’ stato come se agli insegnanti che avevano un diploma di Scuola Magistrale avessero detto che non avrebbero più potuto insegnare negli asili nido perché serviva la laurea in Scienze dell’Educazione. E’ stato come se a un insegnante di Lettere, laureato negli anni Ottanta, avessero detto che non poteva più insegnare perché il nuovo corso di studi prevedeva nuove materie.
E’ stato un errore, da parte dell’Accademia, far iscrivere ai Bienni coloro che avevano già completato il percorso di studi. Ed è stato un errore dei diplomati, quello di iscriversi nonostante avessero già nel loro curriculum uno o più titoli conseguiti nel vecchio ordinamento che in alcuni casi si sommava anche ad altre lauree come ad esempio quelle in Lettere.
Tenendo conto che il percorso del vecchio ordinamento non comprendeva alcune materie necessarie per l’insegnamento nei licei coreutici (si parla qui di scuola pubblica), la cosa giusta da fare sarebbe stata istituire un TFA (ossia il Tirocinio Formativo Attivo) per la danza, ossia un corso di studi post laurea magistrale, a cui si accede per selezione, previsto dal Ministero per l’abilitazione nella scuola pubblica in qualsiasi materia. Il nuovo percorso di 3 anni + 2 (Trienni e Bienni) avrebbe dovuto essere riservato solo ai nuovi iscritti e non a coloro che un percorso di studi in Accademia lo avevano già fatto e un titolo del valore di laurea magistrale in danza già lo avevano.
Il risultato di questo pasticcio si è già evidenziato qualche anno fa, quando al Concorso pubblico bandito dal Ministero dell’Istruzione, nessun insegnante di danza ha potuto partecipare alle classi di concorso per le materie tecniche della danza (classica e contemporanea), perché nessun diploma è stato ritenuto abilitante dallo stesso Ministero: ne quelli del vecchio ordinamento ne quelli del nuovo ordinamento.
In sostanza gli insegnanti sono stati presi in giro due volte: sia quando si sono iscritti ai corsi di Perfezionamento o di Avviamento del vecchio ordinamento (era stato loro garantito un diploma abilitante), sia quando sono tornati in Accademia per iscriversi ai Bienni (era stato loro detto che avrebbero avuto un titolo valido per insegnare nei licei coreutici). Anni di studio e di sacrifici per frequentare le lezioni a Roma, per poi avere in mano un diploma ma non un’abilitazione.
Se questo fosse accaduto a insegnanti di altre materie (come ad esempio lettere o matematica) certamente sarebbe scoppiata una rivolta. Gli insegnanti di danza invece in tutti questi anni non hanno fatto altro che litigare tra loro quando invece avrebbero dovuto fare squadra e scendere in piazza esigendo chiarezza. Se ricorsi sono stati fatti, sono stati fatti in forma personale e non come rivendicazione unitaria.
Se adesso dunque anche in questo anno scolastico ormai anomalo siamo nella situazione denunciata nel video, ossia che a 10 anni dall’istituzione dei licei coreutici, i docenti delle materie di tecnica sono tutti ancora dei precari, lo dobbiamo sia agli errori compiuti negli ultimi venti anni dal Ministero e dall’Accademia, sia alla mancanza di unità negli insegnanti di danza che non sono stati capaci di far sentire con forza la loro voce in modo unito.
Ora – affermano i docenti nel video – due nuovi concorsi sono stati banditi dal Ministero dell’Istruzione. Verrebbe da dire “evviva!”, ma il problema – affermano i docenti nel video – è l’esiguità dei posti. E tra le righe denunciano anche un altro e più grave problema: a tutt’oggi pare che le prove di Concorso previste dal Ministero consistano nel rispondere con delle crocette ad un questionario.
Ora mi domando: è normale che i primi posti di ruolo che verranno assegnati nei licei coreutici, ossia nella scuola pubblica, per delle materie tecniche che sono insegnamento della tecnica classica e insegnamento della tecnica contemporanea saranno assegnate a chi risponderà meglio a un questionario?
E’ vero che siamo in piena pandemia, ma se la notizia venisse confermata sarebbe una follia.
Francesca Bernabini
25/04/2020
Di seguito la risposta della Direttrice dell’Accademia nazionale di Danza Enrica Palmieri
In risposta all’articolo apparso su Danzaeffebi il giorno 25 Aprile 2020 titolo «Abilitazione in danza» a firma della Dr.ssa Francesca Bernabini, in qualità di Direttore riconfermato dell’Accademia Nazionale di Danza, ringrazio la testata per aver voluto porre una attenzione a questa materia e ringrazio la stessa Dr.ssa per aver menzionato i Corsi di Vecchio Ordinamento distinguendoli nelle loro diverse abilitazioni a seconda che si trattasse di Avviamento o Perfezionamento. È tuttavia importante ricordare la storia e le dinamiche che l’hanno accompagnata al fine di una chiarezza maggiore e affinché ogni passaggio non risulti arbitrario o effetto di distrazioni.
L’ingresso nel 1999 nel sistema AFAM (Alta formazione Artistica Musicale e Coreutica) della nostra Accademia con la riforma Legge 508, ha visto una trasformazione degli ordinamenti didattici indirizzati su un percorso analogo a quello universitario del 3+2.
Bisogna ricordare che sono stati decretati prima i bienni con ordinamenti sperimentali (2004) comprensivi di crediti formativi (CFA), e poi i trienni nel 2010 nei differenti indirizzi delle singole Scuole di riferimento.
Sempre la riforma indicava i Vecchi Ordinamenti come corsi ad esaurimento e in particolar modo il corso normale (quello indirizzato agli studenti dagli 11 ai 18 anni), in quanto un Diploma Accademico equipollente ad una laurea universitaria non poteva essere attribuito ad un corso per quella fascia di età.
I bienni, i cui ordinamenti sono andati a regime nel 2018, non erano espressamente abilitanti come per i corsi di Vecchio Ordinamento in quanto assente un corso corrispondente di abilitazione.
Ricordo che i Licei Coreutici vengono istituiti nel 2010. La mancanza allora di un corso utile per l’abilitazione (il corso normale per la cui docenza vi erano due corsi di Vecchio Ordinamento: Avviamento e Perfezionamento) impediva al legislatore di indicare esplicitamente nel testo la parola “abilitazione”. É per questo, suppongo, che molti ex diplomati di Vecchio Ordinamento sono tornati a studiare in AND per conseguire i nuovi titoli su nuovi percorsi formativi. Ricordo anche che gli ordinamenti dei bienni consentivano agli ex diplomati di perfezionamento di accedere direttamente al secondo anno di biennio.
Alla luce di questo chiarimento è possibile riprendere il discorso su problematiche alle quali anche io stessa faccio fatica a dare una risposta, come:
- un concorso in piena pandemia;
- un numero di posti esiguo per le necessità degli Istituti sparsi sul territorio (oltre 51);
- un Concorso mancato sul quale ci sono ricorsi ed appelli di cui non si conosce ancora l’esito.
Durante la mia Direzione mi sono occupata di mantenere un servizio di consulenza, supporto e collaborazione grazie ad un sistema organizzato molto prima della mia elezione. La mancanza di un Concorso Nazionale mi ha vista anche impegnata ripetutamente in commissioni di valutazione artistica per gli aspiranti all’insegnamento della Tecnica della Danza Contemporanea (settore di mio riferimento), al fine di elaborare graduatorie utili agli istituti da cui attingere i docenti.
Si richiedono oggi i 24 CFA su quattro aree disciplinari comuni a tutti gli aspiranti per ogni cattedra di concorso. Immagino, allora, che il sistema a crocette si intenda su richieste comuni nell’ambito delle quattro aree che contribuiscono alla ridefinizione della funzione del docente nella Scuola Pubblica, a prescindere dalla disciplina di riferimento, che non è solo quella della trasmissione del sapere, ma certamente anche di saperla confrontare e interagire con i diversi contesti socio-culturali e con il territorio.
Prof.ssa Maria, Enrica Palmieri
Direttore Accademia Nazionale di Danza
Roma, 25 aprile 2020