La compagnia Aldes con Inferno di Roberto Castello al Teatro del Giglio di Lucca
22 . 04 . 2022
21.00
Lucca - Teatro del Giglio
Venerdì 22 aprile 2022 il Teatro del Giglio di Lucca ospita in prima regionale Inferno, il più recente lavoro di Roberto Castello per la compagnia Aldes.
Presentata in prima assoluta al Romaeuropa Festival nel novembre 2021, questa nuova creazione del coreografo torinese nasce dal concetto di Inferno come luogo dell’immaginario che più di ogni altro, nella cultura occidentale e non solo, ha offerto un’infinita varietà di spunti di ispirazione ad artisti di ogni genere e vocazione/linguaggio. Da luogo dell’espiazione delle colpe morali e materiali, in cui i malvagi vengono puniti e il bene trionfa sul male, a luogo del sovvertimento e del caos nella cui rappresentazione tutto può coesistere.
Tuttavia, l’Inferno messo in scena da Castello, almeno all’apparenza, assomiglia ad un Paradiso in cui ognuno è spinto dall’apparenza, dalla volontà di competere per essere migliore degli altri, in una forzatamente sorridente corsa al massacro per ottenere sempre nuove gratificazioni morali, sociali, economiche, affettive. Jean Paul Sartre diceva “L’inferno sono gli altri”. È da qui che nasce l’idea dello spettacolo: una tragedia in forma di commedia ballata seducente, piacevole, coinvolgente, brillante sull’invadenza dell’ego. Uno spazio in cui fare esperienza dell’inferno contemporaneo, quello in cui viviamo, e che ci classifica secondo le nostre qualità.
«Più che un balletto che danza contemporanea – spiega il coreografo – o forse, parafrasando Achille Bonito Oliva, un trans-balletto, un’opera che utilizza stilemi differenti proprio per il loro valore simbolico e prova a costruire un percorso onirico che affronta diversi aspetti dell’hybris, collocandoli senza giudizio morale in un luogo che è contemporaneamente paradiso e inferno. Dipingo una comunità che attraversa molti stati dell’essere e della condizione umana legata ad elementi della retorica della contemporaneità ed in cui non c’è salvezza. L’inferno è la condanna a dover essere sempre in qualcosa migliori degli altri. Vuoi per la capacità di suscitare empatia o per il cinismo e il sarcasmo, per la fierezza e l’orgoglio di appartenere a qualcosa di esclusivo, per la conversazione brillante, per la capacità di difendere il territorio, per l’appartenenza a un’élite, per la purezza dello spirito e l’altezza della nostra estasi, per la gioiosa sensualità, per l’energia e la destrezza, per il sex appeal, per la capacità di stupire e divertire».
In scena un ensemble composto da Martina Auddino, Erica Bravini, Jacopo Buccino/Michael Incarbone, Riccardo De Simone, Susannah Iheme, Alessandra Moretti, e Giselda Ranieri danza e incarna un inferno contemporaneo fatto di narcisismo affrontando, citando e smontando diversi linguaggi: dal balletto classico al teatro-danza più storicamente determinato di Carlson e Bausch; dal balletto televisivo alla disco music; fino al rockabilly e al latinoamericano.
«Tanto vale quindi giocare, il che sotto il profilo creativo significa combinare elementi incongrui che generino divertimento – spiega ancora Roberto Castello. – Per questo Inferno non è soltanto uno spettacolo di danza ma una commedia, con interpreti che recitano ballando e in cui musiche, costumi e fondali animati da immagini in 3D hanno un ruolo assolutamente paritetico. Non è un’opera concettuale, astratta, ma uno spettacolo teatrale che usa i linguaggi di prosa, danza, musica e arti della visione per creare un metaforico universo immaginario che risponde a regole proprie».
Lo spettacolo è una coproduzione ALDES, CCN – Centre Chorégraphique National de Nantes, Romaeuropa Festival, Théâtre des 13 vents CDN – Centre Dramatique National Montpellier, Palcoscenico Danza – Fondazione TPE e con il sostegno della Rassegna RESISTERE E CREARE di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, ARTEFICI.ResidenzeCreativeFvg / ArtistiAssociati con il sostegno di MIC / Direzione Generale Spettacolo, REGIONE TOSCANA / Sistema Regionale dello Spettacolo.
Foto: Aldes, Inferno di Roberto Castello. Foto di Paolo Porto e Giovanni Chiarot.