La MM Contemporary Dance con Duo D’Eden di Maguy Marin e Pastorale di Michele Merola apre InDanza 2020
La MM Contemporary Dance Company debutta il 21 ottobre al Teatro Sociale di Trento con un nuovo dittico, un omaggio a Ludwig van Beethoven nell’anno dei festeggiamenti dei 250 anni dalla nascita. Apre Duo d’Eden capolavoro siglato Maguy Marin, un duetto del 1986 ripreso in esclusiva nazionale per la MMCDC. Chiude Pastorale di Michele Merola con i pianisti Giancarlo e Stefano Guarino e nove ballerini in scena ad interpretare i cinque movimenti della Pastorale di Beethoven.
21 . 10 . 2020
Trento - Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19
Il sipario su InDanza 2020, la stagione di danza contemporanea promossa dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara, si alza il 21 ottobre 2020 al Teatro Sociale di Trento con un omaggio a Ludwig van Beethoven nell’anno dei festeggiamenti dei 250 anni dalla nascita.
La MM Contemporary Dance Company di Michele Merola, fiore all’occhiello della danza ‘made in Italy’ e compagnia associata del Circuito Danza Trentino-Alto Adige nel triennio 2018-2020, presenta in prima assoluta il dittico composto da Pastorale di Michele Merola con i pianisti Giancarlo e Stefano Guarino ad interpretare l’omonima Sinfonia di Beethoven, e Duo D’Eden, celeberrimo passo a due firmato da Maguy Marin, per la prima volta interpretato da una compagnia indipendente italiana.
Nata nel 1999 a Reggio Emilia, la MM Contemporary Dance Company (MMCDC) interpreta oltre ai lavori del fondatore Michele Merola un vasto repertorio a firma Mats Ek, Mauro Bigonzetti, Thomas Noone, Gustavo Ramirez Sansano, Karl Alfred Schreiner, Eugenio Scigliano, Emanuele Soavi, Enrico Morelli e Daniele Ninarello. Vincitrice diversi anni orsono del Premio D&D della critica italiana quale “migliore compagnia emergente”, la MMCDC è oggi, a tutti gli effetti, un’eccellenza del nostro panorama che ha conquistato il mercato internazionale, esibendosi in quattro continenti. Ora due nuovi titoli ne arricchiscono il repertorio a partire dal debutto assoluto al Teatro Sociale di Duo d’Eden di Maguy Marin e Pastorale di Michele Merola.
Seguendo un filo rosso ‘bucolico’, il nuovo dittico trasporta lo spettatore in atmosfere emozionali e meditative, al confronto con l’archetipo e la natura che incanta.
La serata si apre con il breve e intenso Duo D’Eden, capolavoro siglato Maguy Marin, coreografa francese Leone d’Oro alla Carriera della Biennale di Venezia. La ripresa di questo notissimo duetto in esclusiva nazionale per la MMCDC è a tutti gli effetti un evento. Nato nel 1986 ad Angers e interpretato anche da étoiles del Ballet de l’Opéra de Paris, Duo d’Eden è un articolato corpo a corpo di rara bellezza tra due esseri seminudi, un passo a due di prese e avvinghiamenti dal quale emerge uno stato di grazia da paradiso terrestre.
Così ne scrive Yasmine Tigoe: “Due corpi, come nudi, avanzano in scena, si avvinghiano l’uno all’altro e non si lasciano più. Un uomo e una donna con i corpi che si attirano e si aggrappano, congiunti l’uno all’altro fino a diventare indissolubili. Lei, una liana che si avvolge, si attorciglia. Lui che la tiene, la ritiene, la sostiene. C’è qualcosa di mitico nella loro danza, in questa fusione totale di due esseri che diventano uno per non separarsi più. Eden è l’amore originale, quello dei tempi dell’innocenza. C’è anche qualcosa di crudo e di primitivo, in questo duo. L’immagine dei rumori delle cascate e di temporali che compongono il suono della danza. Eden è una danza piena di forza e di bellezza, forse a causa di ciò che di naturale si sprigiona dal movimento della purezza e dalla precisione del gesto, dalle figure quasi plastiche, dalla potenza dei corpi. È da lì che sorge l’emozione. Da questa sobrietà che rivela l’essenziale. Se l’amore è una danza, è sicuramente Eden”.
Segue Pastorale di Michele Merola sulla Sinfonia n.6 Op.68 (detta appunto “Pastorale”) di Ludwig van Beethoven trascritta per due pianoforti e interpretata dai virtuosi fratelli Giancarlo e Stefano Guarino. Coreografia per nove interpreti in cui il coreografo dichiara di voler seguire l’andamento dei cinque movimenti della celebre Sinfonia riallacciandosi al significato profondo del componimento e alle fonti di Beethoven: l’uomo a contatto con la natura e la vita campestre. Topos romantico, quello dell’incontro con la natura è in questo caso anche dato di vita reale per Beethoven che all’epoca del componimento trascorreva molto tempo in campagna. “Per le rocce, gli alberi e i boschi passano le risonanze di cui l’uomo ha bisogno”, recita, infatti, il sottotitolo dell’opera.
Un tema di grande attualità quello del rispetto della natura che Merola riprende nella sua coreografia insieme alla struttura formale della Sinfonia su cui la danza si modella. «Nei cinque movimenti della Sesta Sinfonia – spiega Merola – ascoltiamo emergere gli opposti in lotta. Nella coreografia ho cercato la medesima progressione di contrasti: passi pieni di lirismo alternati a tensione ritmica, gestualità morbide e slanci concitati. E i danzatori diventano qui attori, spettatori e mediatori di una nuova consapevolezza nei confronti del paesaggio».
In un’ambientazione tendenzialmente astratta, elementi naturali nei costumi e nel decor rievocano i temi mimetici e bucolici di Beethoven accompagnati dai poetici cromatismi delle luci che caratterizzano ciascun movimento.