Dall'AGIS

AGIS: no alla regionalizzazione del FUS

Netto no di AGIS e Federvivo all’ipotesi di regionalizzare il Fondo Unico per lo spettacolo. «Lo spettacolo italiano, percettore di finanziamento pubblico per la sua grande valenza civile e sociale, non può essere oggetto di valutazione sulla base di regole e criteri differenti da regione a regione».

Assoluta contrarietà all’ipotesi di regionalizzare il Fondo Unico per lo spettacolo è stata espressa ieri, 14 gennaio 2019, nel corso della Consulta per lo spettacolo, da parte di AGIS – Associazione generale italiana dello Spettacolo – e FEDERVIVO – Federazione dello spettacolo dal vivo, rappresentative della quasi totalità delle imprese professionali del settore. Nel corso della Consulta, riunita per approvare la proposta di riparto delle aliquote del FUS 2019, il presidente AGIS Carlo Fontana ha infatti presentato un documento, recepito favorevolmente dalla Consulta,  in cui si esprime netta contrarietà a tale ipotesi, paventata più volte negli ultimi mesi.

«Le nostre imprese – si legge nel documento di AGIS e Federvivo – garantiscono un presidio culturale su tutto il territorio nazionale e rafforzano il senso di appartenenza al Paese.   Lo spettacolo italiano, percettore di finanziamento pubblico per la sua grande valenza civile e sociale, non può essere oggetto di valutazione sulla base di regole e criteri differenti da regione a regione». Del resto, che «lo spettacolo sia un bene non parcellizzabile ce lo ricorda la nostra Costituzione, laddove, all’art. 9, recita che ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura’ e non può essere ridotto ad alcuna categoria geografica, sia essa nazionale o regionale, in quanto capace di interpretare e rappresentare, nella sua globalità, Comuni, Province, Regioni e Stato nazionale».

La Consulta, inoltre, ha approvato all’unanimità la proposta di riparto del Fus 2019 del Ministro Bonisoli, al quale è stato espresso convinto apprezzamento da parte di Agis e Federvivo.

15/01/2019

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