Focus Giovani. A Tuscania Daria Menichetti, Luigi Aruta, Simone Zambelli, Yoris Petrillo, compagnia Zanni/Feltre, Francesco Colaleo e Maxime Freixas di compagnia MF
Dal 12 . 10 . 2018 al 14 . 10 . 2018
Tuscania (VT) - Supercinema
Twain / Centro di Produzione Regionale e Vera Stasi / Progetti per la Scena portano al Supercinema di Tuscania, dal 12 al 14 ottobre 2018, Focus Giovani una rassegna con alcuni tra i più interessanti artisti tra le nuove leve della danza contemporanea. In scena i lavori di sei autori: Daria Menichetti, Luigi Aruta, Simone Zambelli, Yoris Petrillo, la compagnia Zanni/Feltre e la compagnia MF, fondata da Francesco Colaleo e Maxime Freixas.
PROGRAMMA
Venerdì 12 ottobre 2018 – ore 21.00
In scena le due prime tappe di una Trilogia sull’anima firmate da Daria Menichetti, anche interprete del primo brano, Animula (produzione Sosta Palmizi 2016), ispirato alla condizione fragile di un’anima che si appresta a scendere in luoghi sconosciuti. Il secondo brano, Meru, è un assolo interpretato da Francesco Manenti e che segue una narrazione onirica come a compiere una meditazione sul fluire mutevole dei paesaggi e delle sensazioni. «Il monte Meru nel pensiero induista, buddhista e jainista, è un monte mitico e sacro, vero e proprio Axis Mundi che sorregge microcosmo e macrocosmo. In Meru la vetta da scalare è vista come percorso di ascesi, “dal regno della materia alla cima dello spirito”. L’uomo, in continua metamorfosi, attraverso i suoi movimenti entra in risonanza con la montagna, con il suo stare monolitico e con il fluire nascosto di acque, animali e vegetazione, ma anche con la sua anima più selvatica e misteriosa. Partendo dall’esperienza intima che l’interprete ha avuto con la montagna, Meru cerca la natura di un gesto puro, segue una narrazione onirica come a compiere una meditazione sul fluire mutevole dei paesaggi e delle sensazioni.»
Sabato 13 ottobre 2018 – ore 21.00
Due le coreografie in programma. Apre Paolo e Francesca, ispirato alla storia dei due amanti adulteri e condannati ad un’eterna bufera nell’inferno dantesco, duo creato da Luigi Aruta che ne è anche interprete insieme a Giada Ruoppo e prodotto da Borderline Danza. « In una dimensione in funzione di due, Paolo e Francesca raccontano del loro intimo incontro, di un’attrazione esitante, del desiderio di cercarsi, del peso di sfuggirsi, della scelta di amare».
Simone Zambelli firma e interpreta l’assolo Non Ricordo. «Ricordo, dal latino re- indietro cor- cuore – scrive l’autore – Richiamare in cuore, riportare al cuore, vera sede della conoscenza profonda per gli antichi. Il ricordo richiama nel presente del cuore e del sentimento qualcosa che non è più qui o non è più adesso. Non nella sua forma originale. E che però, per il solo tornare in cuore, rivive – non sogno fatuo o fantasticheria, ma sentimento concreto, esperienza diretta. Non è molto chiaro se si tratti di qualcosa che ci appartiene o di qualcosa che è svanito. Quanto ha di reale? Quanto di immaginazione? Bisogna considerarlo positivo per essere accaduto o negativo per esser finito? Si tratta del miglior regalo che un momento indimenticabile può lasciare? È triste ricordarsi che qualcosa non accadrà di nuovo? Ricordo inteso come simbolo di un’intera umanità, legame coeso che ci tiene uniti nella medesima condizione di essere umani.»
Domenica 14 ottobre 2018 – ore 19.00
Tre i brani in programma. Apre Isole Sensibili di e con Maria Vittoria Feltre e Luca Zanni, esploratori di una ineluttabile condizione di solitudine e di un possibile dialogo tra “isole” libere ma diverse. «Partiti dall’idea di un’unicità declinata nel senso di fragilità ma anche consapevolezza distinta tra essere e sentire, si approda all’isola che c’è in ognuno di noi. In questa esperienza di isolamento però qualcosa cambia: nell’’istintiva ricerca di qualcosa, accade l’incontro, scoprendo che non siamo soli, che non siamo gli unici sul percorso, ma piuttosto che subiamo le stesse leggi che regolano l’universo, dove corpi celesti orbitano attraendosi, respingendosi e gravitando in uno spazio infinito. I caratteri, studiandosi e avvicinandosi, scoprono di condividere le stesse emozioni che si trasformano in un dialogo fatto di gesti e contatti fisici. Grazie alla sensibilità raggiunta nella scoperta di noi stessi si rinforza la percezione dell’altro e l’incontro diventa unione per essere forti da soli ma anche assieme, accogliendo senza oscurare». Una produzione Compagnia Francesca Selva/Con.Cor.D.A.
A seguire Nothing To Declare. Niente da dichiarare di Yoris Petrillo con Caroline Loiseau, un’inno all’improvvisazione, ad esser sempre pronti a partire in ogni direzione, ma mai davvero preparati. Scrive l’autore: «Frase simbolo di una generazione, quella degli anni 2000, che vive nella costante rincorsa di ciò che è smart, low cost, last minute; quasi un inno all’improvvisazione, ad esser sempre pronti, ma mai preparati. Grazie alle nuove tecnologie, smartphone, voli lowcost, car sharing, tutto è più vicino, più stressante. Sempre online, sempre connesso, sempre controllato; vediamo costantemente la posizione di tutti coloro che utilizzano i social network. Le nostre immagini sono ovunque in rete, tutto ciò che avviene delle nostre vite sembra non avere importanza se non riceve sufficienti “like”. Le connessioni umane vengono filtrate e protette dal mondo esterno, gli auricolari stordiscono il nostro udito, smartphone, tablet e computer offuscano la nostra vista, la nostra scrittura è stata standardizzata dal battere su di una tastiera….».
Chiude la serata Chenapan della Cie MF | Maxime & Francesco, un lavoro firmato e interpretato da Francesco Colaleo e Maxime Feixas, prodotto da Artemis Danza, che indaga sul bisogno di tornare bambini e tornare a gioire delle semplici situazioni quotidiane della vita.
Chenapan è un termine francese di origine tedesca che vuol dire “monello”. Lo spettacolo desidera mettere in scena i giochi di una volta generando nel pubblico un forte processo di riconoscimento. Si tratta di un inventario sui possibili modi di esistere al mondo in relazione all’altro. Il pubblico assiste ad una gara all’ultimo salto tra due monelli che si sfidano a colpi d’ingegno. L’obiettivo primario è di sensibilizzare su una dimensione di contatto e di gioco che si sta perdendo a causa del continuo condividere virtualmente e non fisicamente. Il lavoro desidera porre l’attenzione sugli importanti cambiamenti sociali che vedono il progressivo smantellamento delle dinamiche di relazione. Gli atti creativi si esprimono semplici, così come sono, in quadri vivaci di intenzioni: nessun supporto tecnologico, ma soltanto i corpi e le loro curiosità irrefrenabili. Lo scopo primario di Chenapan è distrarre per divertirsi, senza superficialità, ma con attenta leggerezza.
«Riflettendo sull’attuale condizione delle nuove generazioni, Chenapan vuole essere il pretesto per sensibilizzare su argomenti spesso inghiottiti dal rapido corso dell’evoluzione tecnologica – scrive Francesco Colaleo – Ho creduto si dovesse fare qualche passo indietro rispetto a questo mondo, creandone uno dove gli abitanti e le loro invenzioni trovano ancora uno spazio ed un tempo idonei: immaginare che i vecchi giochi siano ancora praticabili persino dai nuovi bambini. Condividere tra esseri umani emozioni e sorrisi, invece di valori accumulabili in megabytes».
La presentazione dei lavori è affiancata da un incontro tra artisti e programmatori regionali, al fine di creare nuove e diverse opportunità per i giovani autori: incoraggiare la diffusione delle opere selezionate e invogliare gli operatori a seguire l’evoluzione della ricerca di ciascun artista, contribuendo a determinarne la crescita futura.
Foto: 1.-3. Chenapan di Francesco Colaleo e Maxime Feixas , Cie MF, ph. di Federica Capo; 4.-5. Meru di Daria Menichetti ph. Dante Farricella; 6. Luigi Aruta e Giada Ruoppo in Paolo e Francesca di Luigi Aruta; 7. Nothing To Declare di Yoris Petrillo, ph. Manuela Giusto; 8. Yoris Petrillo in Nothing To Declare.