Incontri ad ingresso gratuito

Don Chisciotte da Petipa a Nureyev. Carattere ed esotismo di un classico imperiale.

05 . 07 . 2018

18.00

Milano - Teatro alla Scala - Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”

Al Teatro alla Scala l’omaggio a Rudolf Nureyev, nell’anno che segna l’ottantesimo anniversario della nascita e il venticinquesimo dalla scomparsa, prosegue anche a luglio con cinque rappresentazioni, tra il 10 e il 18 luglio 2018, di Don Chisciotte, uno dei veri cavalli di battaglia della Compagnia, in repertorio alla Scala dal 1980 con Nureyev protagonista accanto a Carla Fracci, applaudito anche nel 2016 – anno che coincideva con il 400° anniversario della morte di Cervantes – alla Scala e a Tokyo, e in procinto di essere protagonista, assieme a Giselle, di due importanti tournée internazionali in autunno.

Accanto ai due anniversari legati a Nureyev, il 2018 è l’anno delle celebrazioni dei 200 anni dalla nascita di Marius Petipa autore della coreografia originale di di Don Chisciotte nel 1869.

I legami fra Petipa e Nureyev, nel segno dell’eredità e della originalità, è il tema dell’incontro Carattere ed esotismo di un classico imperiale condotto da Valentina Bonelli che si terrà a Milano, giovedì 5 luglio 2018, alle ore 18, nel Ridotto dei Palchi A. Toscanini. L’incontro è ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti, e rientra nel ciclo Prima delle prime – Balletto organizzato dal Teatro alla Scala con Amici della Scala.

«Per Marius Petipa – commenta Valentina Bonelli – Don Chisciotte era un titolo amatissimo perché gli ricordava la giovinezza scapestrata vissuta in Spagna, prima del glorioso mezzo secolo da maître de ballet dei Teatri Imperiali russi. Come ricorda nelle sue Memorie, proprio in Andalusia Petipa aveva appreso quelle esotiche danze nazionali che profonderà nell’originaria produzione del 1869 per il Teatro Bol’šoj di Mosca e in quella del 1871 revisionata in una cornice più classica per il pubblico aristocratico di San Pietroburgo. Vedere il suo balletto “sfigurato” dall’allievo Aleksandr Gorskij, che a partire dal 1900 lo allestirà a Mosca e San Pietroburgo secondo gli stilemi d’avanguardia della “nuova scuola”, sarà per l’anziano maestro un colpo durissimo; ma proprio attraverso la versione di Gorskij, più volte rimaneggiata da dotati coreografi dell’epoca sovietica, il balletto è giunto sino a noi. Rudolf Nureyev, che appena ventunenne aveva danzato al Teatro Kirov di Leningrado la produzione sovietica discesa da quella di Petipa, contribuì a far conoscere e amare in Occidente questo classico, con una versione perfettamente nel suo stile, che se non epurava le danze di carattere le ammantava di un più algido classicismo, indulgeva nell’impervio virtuosismo di pas de deux e variazioni e velava di inquietudine gli snodi drammaturgici.»

Foto: Don Chisciotte di Nureyev, ph Brescia e Amisano Teatro alla Scala.

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