La recensione

Incantevole Billy Budd di Britten al Teatro dell’Opera di Roma: quando non occorrono idee “out of the box” per emozionare.

Meritato successo grazie a regia, direzione, cast e coro del Teatro dell’Opera di Roma. Non ha bisogno di sorprese tecnologiche o colpi di scena l’elegante regia di Deborah Warner che incanta con le bellissime scene di Michael Levine e i giochi di luci di Jean Kalman. Espressivo e partecipe il Coro del Teatro dell’Opera di Roma preparato da Roberto Gabbiani, guidato dai movimenti coreografici di Kim Brandstrup con i costumi di Chloe Obolensky. Decisivo il contributo del direttore James Conlon che sfrutta colori orchestrali e dinamiche. Tre protagonisti eccellenti: Toby Spence (Capitano Vere), John Relyea (Claggart), Phillip Addis (Billy Budd).

Uno spettacolo incantevole il Billy Budd di Benjamin Britten andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma dall’8 al 15 maggio 2018. Il nuovo allestimento in coproduzione col Teatro Real di Madrid e il Royal Opera House Covent Garden di Londra ha avuto un meritato successo, grazie alla regia di Deborah Warner e la direzione musicale di James Conlon. Nei tre ruoli principali Phillip Addis (Billy Budd), Toby Spence (Capitano Vere) e John Relyea (Claggart).

Ho visto la recita del 13 maggio, uno spettacolo dove tutto è misurato e tutto funziona: regia, direzione, cast, coro. Gli elementi si potenziano a vicenda. Il racconto dell’ingiustizia subita da Billy Budd non ha bisogno di sorprese tecnologiche o colpi di scena, non indugia morbosamente sui temi omosessuali, così come sono assenti scene cruente: questa è l’elegante regia di Deborah Warner , fresca di vittoria dell’International Opera Award.  La nave Indomitable è un organismo vivente animato dal lavoro dei marinai e dalle loro emozioni. L’imbarcazione è realizzata con un gioco di cime che si incrociano quando si issano le vele e che pendono da ogni parte, delineando i contorni del palcoscenico tutto scoperto. Sembra di starci sopra. Sembra di sentire il mare. Bellissime le scene di Michael Levine, con un ponte mobile che sollevandosi lascia vedere i marinai sottocoperta sulle amache, con botole che creano un sopra/sotto collegato da scalette. La Warner occupa lo spazio sapientemente, sfrutta i giochi di luci di Jean Kalman, fondamentali per sottolineare le espressioni facciali dei personaggi o per potenziare i dinamismi delle scene corali.

Ecco il trailer del Teatro dell’Opera di Roma.

E questo è trailer del Teatro Real Madrid che regala altre immagini.

In questo contesto si muove il Coro del Teatro dell’Opera di Roma preparato da Roberto Gabbiani, particolarmente efficace in quanto a insieme, attacchi, intonazione, dinamiche, presenza in scena. Ciascun corista di quest’opera tutta maschile è concentrato sul proprio ruolo e sulla espressività che deve trasmettere, grazie anche ai movimenti coreografici di Kim Brandstrup e ai costumi senza tempo di Chloe Obolensky. Bella prestazione.

Certamente il direttore James Conlon è decisivo per il risultato musicale. Quanta competenza nello sfruttare i colori dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e che piglio nel palesare le dinamiche dal pianissimo al fortissimo repentinamente, sempre ben dosate rispetto alle voci! Ben venti ruoli in quest’opera, affrontati da professionisti. A partire dal trio dei protagonisti, ciascuno ben calato nella parte essenziale tratteggiata dalla Warner, senza contrasti vistosi, come se nella semplicità regnasse un effetto più drammatico. Se ci fosse un mixer, vedremmo il cursore del cupo/gioioso scorrere su e giù per la variegata interpretazione di Toby Spence (Capitano Vere), mantenersi sulle sonorità scure per il controllato John Relyea (Claggart), posizionarsi su un colore vocale brillante per Phillip Addis (Billy Budd). Bella prestazione anche per gli altri cantanti. Mi piace ricordare Stephen Richardson (Dansker), Thomas Oliemans (Mr. Redburn), Zachary Altman (Mr Flint), David Shipley (Lieutenant Ratcliffe).

Spesso vi racconto di quanto per me siano necessarie le regie “out of the box”, quando hanno una coerenza drammaturgica e sono credibili visivamente nel nostro mondo iperconnesso. Senza super-effetti speciali e con grande tecnica registica/musicale, si può rappresentare un’estetica contemporanea regalando emozioni. Questo Billy Budd di Warner/Conlon ne è la dimostrazione.

Ippolita Papale

@salottopapale

16/06/2018

Billy Budd.

Opera in due atti di Benjamin Britten. Libretto di Edward Morgan Forster ed Eric Crozier dal racconto di Herman Melville

  • Direttore JAMES CONLON
  • Regia DEBORAH WARNER
  • Maestro del Coro ROBERTO GABBIANI
  • Scene MICHAEL LEVINE
  • Costumi Chloe Obolensky
  • Luci JEAN KALMAN
  • Movimenti coreografici KIM BRANDSTRUP
  • Ripresa delle coreografie JOANNA O’KEEFFE

Principali interpreti

  • Billy Budd PHILLIP ADDIS
  • Edward Fairfax Vere TOBY SPENCE
  • John Claggart JOHN RELYEA
  • Mr. Redburn THOMAS OLIEMANS
  • Mr Flint ZACHARY ALTMAN
  • Lieutenant Ratcliffe DAVID SHIPLEY
  • Red Whiskers  CHRISTOPHER LEMMINGS
  • Donald JONATHAN MICHIE
  • Dansker STEPHEN RICHARDSON
  • A novice KEITH JAMESON
  • The novice’s friend JOHNNY HERFORD
  • Squeak MATTHEW O’NEILL
  • Bosun FRANCESCO SALVADORI
  • First Mate TIMOFEI BARANOV*
  • Second Mate ANDRII GANCHUK*
  • Maintop DOMINGO PELLICOLA*
  • Arthur Jones ANTONIO PANNUNZIO
  • A sailor LORENZO GRANTE
  • Voice WILLIAM HERNANDEZ

* Dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma con la partecipazione Della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento in coproduzione con Teatro Real di Madrid e Royal Opera House Covent Garden di Londra

Foto: 1. Billy Budd, Phillip Addis (Billy), John Relyea (Claggart), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 2.  Billy Budd, Phillip Addis (Billy), John Relyea (Claggart), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 3. Billy Budd, Phillip Addis (Billy), Toby Spence (Vere), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 4. Billy Budd, Phillip Addis (Billy), ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma; 5.-10. Billy Budd di Benjamin Britten, regia Deborah Warner, ph Yasuko Kageyama, Opera di Roma.

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