A Napoli

Al Teatro Bellini di Napoli debutta L’ultimo Decamerone di Stefano Massini dall’opera di Boccaccio, regia di Gabriele Russo, coreografia Edmondo Tucci e musiche Nello Mallardo

Per la prima volta in Italia una Fondazione Lirica e un Teatro di Prosa condividono un impegno produttivo importante. Accade a Napoli con la collaborazione tra la Fondazione Teatro di San Carlo e la Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini per L’ultimo Decamerone, spettacolo di teatro-danza con i testi di Stefano Massini dal Decamerone di Giovanni Boccaccio, la regia di Gabriele Russo, la coreografia Edmondo Tucci e musiche Nello Mallardo. In scena dal 10 aprile al 6 maggio 2018 anche il Corpo di ballo del Teatro San Carlo diretto da Giuseppe Picone.

Dal 10 . 04 . 2018 al 06 . 05 . 2018

Napoli - Teatro Bellini, Via Conte di Ruvo 14

Martedì 10 aprile 2018, con repliche fino a domenica 6 maggio 2018, al Teatro Bellini di Napoli debutta, in prima assoluta, una nuova produzione nata dalla collaborazione tra la Fondazione Teatro di San Carlo e la Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini.

L’ultimo Decamerone questo il titolo dello spettacolo, puro esempio di teatro-danza, creato su testi di Stefano Massini che ha tratto il suo lavoro dal Decamerone di Giovanni Boccaccio e sulle coreografie originali di Edmondo Tucci. La regia è a firma di Gabriele Russo. Originali anche le musiche ad opera di Nello Mallardo (arrangiamenti di Ivano Leva).

Interpreti Angela De Matteo, Maria Laila Fernandez, Crescenza Guarnieri, Antonella Romano, Paola Sambo, Camilla Semino Favro, Chiara Stoppa e il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo diretto da Giuseppe Picone. Le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Giusi Giustino, le luci di Fiammetta Baldiserri.

Stefano Massini, uno degli autori teatrali più eclettici, prolifici e rappresentati in Italia, con L’ultimo Decamerone propone un riscrittura originale del Decameron. Toscano di nascita, Massini ha trovato nella lingua di Boccaccio terreno fertile per realizzare una rilettura completamente nuova, che si differenzia dalle tante rappresentazioni che l’hanno preceduta in primo luogo per la scelta di non affrontare solo alcune fra le cento novelle dell’opera, ma di contenerle tutte. Nelle mani di Massini, le 10 novelle narrate dai 10 protagonisti del Decameron diventano una sola novella: così, tradendo del tutto il testo originale, gli è rimasto più che mai fedele.

“A me premeva soprattutto indagare il formidabile valore di riflessione di Boccaccio, – sostiene Stefano Massini – antica e modernissima, sull’urgenza del narrare, sul ruolo del narrare e sui meccanismi del narrare. Oggi viviamo in una società che è continuamente bombardata di storie, pensiamo, per esempio, quanto il web e i social network entrino continuamente nella nostra vita, con un intrecciarsi di narrazioni multiple, narrazioni istantanee come le fotografie o narrazioni per immagini come i video. E noi, immersi in questo grande mare di storie superflue, molto spesso  perdiamo il senso della narrazione. Il Decamerone, viceversa, parte proprio da questo punto: la salvezza, dentro una crisi, sta sempre nel racconto”.

«Con Massini, fin dal nostro primo incontro – racconta il regista Gabriele Russo – siamo stati subito d’accordo nel non proporre una lettura in chiave filologica dell’opera, che oggi sarebbe risultata anacronistica o già vista e rivista, piuttosto ci siamo interrogati sul perché all’epoca Boccaccio scrisse il Decameron e quali ragioni di allora possano essere ancora oggi valide. Perché qualcuno dovrebbe chiudersi in un casolare di campagna e mettersi a raccontare favole? Da cosa fugge? All’epoca, dalla peste. E oggi? Vedremo».

Dal punto di vista progettuale è la prima volta in Italia che una Fondazione Lirica e un Teatro di Prosa condividano un impegno produttivo di tale entità, unico anche nella sua concezione: «Questa è un’occasione – prosegue Gabriele Russo – nata dalla nostra ormai persistente voglia di mettere insieme, sparigliare le carte, creare collaborazioni, ampliare gli orizzonti; una voglia che consideriamo la chiave di volta per creare qualcosa di nuovo, di bello. Abbiamo trovato nella direzione del Teatro di San Carlo disponibilità, apertura e curiosità, e, insieme, ci siamo augurati di dischiudere, con questo esperimento, nuovi scenari e nuove possibilità; di inaugurare, insomma, un nuovo meccanismo che potrebbe essere terreno fertile per l’intero sistema, e, soprattutto, che può diventare un’occasione per il pubblico di vedere in scena spettacoli importanti, che senza la volontà di collaborazione e il coraggio di innovare, sarebbero impossibili da realizzare».

Entusiasta di questo progetto anche il coreografo Edmondo Tucci: «Quando Giuseppe Picone ha pensato di affidarmi le coreografie per lo spettacolo L ‘ultimo Decamerone, ero sicuramente entusiasta, ma fu subito chiaro dal primo momento che l’idea di creare uno spettacolo che vedeva al suo interno l’interazione con la prosa, era una operazione difficile, quantomeno un progetto ambizioso che meritava attenzione ed impegno artistico. In seguito, dopo aver conosciuto Gabriele Russo che firma la regia, i dubbi sull’approccio da seguire per creare le coreografie sono svaniti immediatamente. Ho trovato in Gabriele Russo un regista giovane e di talento con il quale da subito si è instaurata una intesa artistica che mi ha permesso di lavorare alle coreografie in modo prolifico ed esauriente. Abbiamo capito insieme che mentre le attrici dovevano recitare il testo di Stefano Massini utilizzando una recitazione istintiva e fluida, i ballerini invece dovevano interpretare la proiezione del loro essere, dei loro sentimenti o semplicemente del loro stato d’animo».

«Il tutto si svolge in un luogo senza tempo, sospeso in un limbo nel quale attrici e ballerini convivono e si confrontano con le loro paure ed il loro sentire, raccontandosi storie che suscitano stati d’animo che danno a loro volta lo spunto alla danza».

«Ho lavorato alle coreografie in piena sintonia con il compositore Nello Mallardo e l’arrangiatore Ivano Leva, abbiamo letteralmente creato dal nulla e in pieno accordo, ed è stato interessante comprendere quanto sia importante per un coreografo avere l’autore che compone in funzione del gesto coreografico nella piena contemporaneità del tutto. La mia danza, il mio gesto moderno si è sposato così perfettamente con la musica – prosegue Edmondo Tucci – I ballerini del San Carlo si sono confrontati con un metodo di lavoro diverso, con una danza che presta attenzione alle dinamiche e all’interiorità. La possibilità di far interagire due arti, la recitazione e la danza, è stata una esperienza unica e stimolante che porta in sé il successo stesso del progetto».

www.teatrobellini.it

Foto: 1. L’ultimo Decamerone, ph. Mario Spada; 2.-3. momenti delle prove de L’ultimo Decamerone, ph. Mario Spada; 4. L’ultimo Decamerone, Gabriele Russo e Edmondo Tucci in sala prove al Teatro San Carlo di Napoli, ph. Mario Spada; 5. L’ultimo Decamerone, prove sala danza Teatro San Carlo, ph. Mario Spada; 6.-11. L’ultimo Decamerone, prove sala danza Teatro San Carlo.

 

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