LABORATORIO AUDIZIONE

Fattoria Vittadini cerca un performer per Vanitas di Francesca Penzo. Laboratorio selezione a Milano

Scadenza presentazione candidature: 25 gennaio 2018.

Dal 14 . 01 . 2018 al 25 . 01 . 2018

Milano - Dancehaus, via Tertulliano 70

Fattoria Vittadini cerca un performer uomo per la prossima produzione Vanitas di Francesca Penzo.

La selezione verrà effettuata da Francesca Penzo durante un incontro-laboratorio di due giorni, nei quali sarà possibile avere uno scambio e capire quale sarà l’artista più adatto per condividere il progetto. Dopo il primo giorno di lavoro verrà effettuata una prima selezione.

Sia durante il secondo giorno di laboratorio, che nel periodo di prove poi e in scena, sarà previsto il nudo integrale.

Il periodo di prova sarà distribuito su 5 settimane non continuative, da febbraio 2018 fino all’autunno-inverno quando il lavoro debutterà. Previste possibili repliche fine 2018-2019.

Ad oggi il piano prove (da riconfermare) è il seguente:
19-24 febbraio 2018, Villa Pini, Bologna – da confermare
30 marzo-4 aprile 2018, Dancehaus, Milano
20 aprile-1 maggio 2018, Dancehaus, Milano (con pausa 22 aprile, mezza giornata, 23 e 24)  

Il compenso per le 5 settimane di prova è di 1200,00 € netti.

Per candidarsi inviare entro il 25 gennaio 21018 un curriculum vitae e link video utili a fra.penzo@gmail.com.
Verrà effettuata una prima selezione su curriculum. Tutti i candidati verranno ricontattati entro il 29 gennaio 2018 con l’esito della selezione.

Il laboratorio-selezione si terrà a Milano il 10 e 11 febbraio 2018 presso Dancehaus, via Tertulliano 70. Orari: 11:00 – 18:00

VANITAS
Concept Francesca Penzo, Jacques-André Dupont
Coreografia Francesca Penzo
Sound design Clément Destéphen
Scene e costumi Gabriella Stangolini
Luci Giulia Pastore
Produzione Fattoria Vittadini, Festival Oriente Occidente
Con il sostegno di Piemonte dal Vivo; Leggere Strutture Bologna; Videophonic Residences Lione; DiDstudio Milano
La Vanitas è un genere pittorico che ha avuto il suo massimo sviluppo nel Seicento. Rappresenta una natura morta con elementi simbolici allusivi al tema della caducità della vita ed è considerata un memento mori, un ammonimento all’effimera condizione dell’esistenza.
Il richiamo pittorico alla caducità umana è lo spunto alla base del progetto che unisce in un comune percorso di ricerca la coreografa e performer Francesca Penzo, l’artista new media Jacques-André Dupont e il sound designer Clemént Destéphen in una esplorazione visiva e performativa sul tema della morte come condizione ecologica della vita.
Molte culture onorano l’appartenenza dell’uomo al mondo ecologico attraverso diverse forme rituali. Esse sono profondamente consapevoli che l’ambiente che le circonda è parte di loro tanto quanto loro sono parte dell’ambiente e quando moriamo la materia del nostro corpo si decompone per poi ricomporsi in altre forme. Ciò avviene in una circolazione di materia e coscienza in un equilibrio di cui è necessario prendersi cura.
La performance mixando coreografia, new media e sound design, reinterpreta il significato originario del titolo in modo rituale: un ecosistema composto da materia, suono, proiezione e corpo performativo per condurre lo spettatore in una celebrazione luminosa e antimacabra della morte, intesa come condizione imprescindibile per una nuova vita, un nuovo inizio.
La coreografia, il videomapping e la colonna sonora si sviluppano in modo circolare e continuo. Il risultato finale è un paesaggio vivo che muta ed evolve in modo organico.

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