A Milano
It’s a little bit messy. Si chiude a Milano la rassegna promossa da Fattoria Vittadini
Dal 14 . 12 . 2017 al 15 . 12 . 2017
Milano - Teatro i via Gaudenzio Ferrari 11; ZONA K via Spalato 11; Spazio Oberdan viale Vittorio Veneto 2
Il mese di dicembre segna la chiusura del progetto It’s a little bit messy, rassegna diffusa per la città di Milano promossa da Fattoria Vittadini in occasione dei dieci anni di attività.
Il
14 dicembre 2017 a
Teatro i è in scena la prima assoluta di
Bastarda di
Noemi Bresciani,
Desirèe Sacchiero,
Irene Petra Zani, compagnia Fragile Artists, una riflessione sulla nostra identità, sulle nostre origini e sulle nostre radici.
Scrivono le autrici: “Bastarda è un’indagine sul tema dell’identità ibrida. Siamo tutti ibridi. Lo siamo nella nostra identità: non coincidiamo con noi stessi, ma siamo piuttosto l’insieme di tutte le persone che abbiamo amato, odiato, conosciuto, perso, lasciato, dimenticato. E non coincidiamo nemmeno con un luogo: il nostro DNA dice che in noi ci sono tracce provenienti da parti del mondo diverse e lontane. Fulcro visivo e semantico della performance è un MANTELLO fatto di cozze, una PELLE nata dal mare composta da tanti pezzi, residui di un pasto, MAGMA primordiale in continua trasformazione. Se lo si allarga diventa la MAPPA di un unico grande continente, come era la Terra nella sua origine: la Pangea. Prima della separazione delle terre emerse, prima delle divisioni razziali e culturali, prima della creazione dei confini”.
Il 15 dicembre 2017 allo Spazio Oberdan la proiezione del film Tutto parla di te di Alina Marazzi, che valse alla regista il premio Golden Camera al Festival di Roma 2012 come regista emergente e che vede protagonisti i danzatori di Fattoria Vittadini accanto a Charlotte Rampling e Elena Radonicich. Dopo la proiezione è in programma un incontro con la regista e i componenti di Fattoria Vittadini. L’ingresso alla proiezione è gratuito.
La rassegna si chiude il
16 dicembre 2017 a
Zona K con la presentazione di
Eutropia, primo progetto coreografico di
MariaGiulia Serantoni, sul senso di città ideale, supportato da LaborGras Berlino (Renate Graziadei e Arthur Stäldi) e di
Vanitas di
Francesca Penzo.
Traendo ispirazione da Le Città Invisibili di Italo Calvino, Eutropia vuole riflettere sul concetto di costruire e sull’influenza che l’ambiente ha sull’uomo e viceversa. Come nel libro di Calvino, la città non rappresenta unicamente un luogo funzionale, dove la vita accade e prende forma; ogni città ha una sua unicità che racchiude in sé un’emozione, un pensiero, una riflessione. La città diventa specchio di ciò che l’uomo è, ne esalta l’umanità, in tutti i suoi aspetti.
La coreografa MariaGiulia Serantoni vive a Berlino. Eutropia diventa quindi anche una riflessione sulla necessità di costruire positivamente, e scegliere coraggiosamente, dove e come vivere.
La Vanitas è un genere pittorico che ha avuto il suo massimo sviluppo nel Seicento. Rappresenta una natura morta con elementi simbolici allusivi al tema della caducità della vita ed è considerata un memento mori, un ammonimento all’effimera condizione dell’esistenza.
Il richiamo pittorico alla caducità umana è lo spunto alla base del progetto che unisce in un comune percorso di ricerca la coreografa e performer Francesca Penzo, l’artista new media Jacques-André Dupont e il sound designer Clemént Destéphen in una esplorazione visiva e performativa sul tema della morte come condizione ecologica della vita.
Foto: 1. Vanitas di Francesca Penzo, Fattoria Vittadini; 2. Bastarda di Noemi Bresciani, Fattoria Vittadini, ph. Desirée Sacchiero.