Aterballetto debutta a Torinodanza con Wolf di Hofesh Shechter e Non sapevano dove lasciarmi di Cristiana Morganti
19 . 10 . 2017
20.45
Moncalieri (TO) - Fonderie Teatrali Limone, Via Pastrengo 88
Torinodanza ospita giovedì 19 ottobre 2017 alle Fonderie Limone di Moncalieri, il debutto in prima nazionale del nuovo spettacolo di Aterballetto con due nuove creazioni per la compagnia firmate da Hofesh Shechter e Cristina Morganti.
Apre Wolf di Hofesh Shechter, artista israeliano trapiantato a Londra, presente nel repertorio di molte compagnie, oltre che attivo con la propria. Una grande energia di movimento è uno dei suoi tratti caratteristici, spesso sostenuta da musiche da lui stesso composte come in questo caso. Questa creazione, onesta e cruda, spiritosa e sofisticata, muove da un lavoro precedente e viene qui ricreata appositamente e ispirata dai danzatori di Aterballetto.
Appositamente creata per i danzatori di Aterballetto è Non sapevano dove lasciarmi…, nuova creazione di Cristiana Morganti, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch e oggi coreografa apprezzata e ricercata in Europa. Questo suo lavoro parte dalla constatazione della grande confusione che attraversa la contemporaneità. Una confusione di linguaggi, immagini e suoni che determina le nostre vite. Come sempre, per Cristiana Morganti è importante far emergere una chiara identità e storia per ciascuno dei suoi interpreti. Quasi un immaginario teatrale, tracciato solo con lo strumento del corpo.
Scrive Cristiana Morganti a proposito di Non sapevano dove lasciarmi…:
Avevo un’idea precisa, un tema che volevo investigare e sviluppare quando sono arrivata a Reggio Emilia per la prima sessione di prove con i danzatori dell’Aterballetto. Ma dopo due giorni di lavoro mi sono resa conto che quello che veramente mi interessava erano proprio loro, i danzatori stessi: le loro storie, le diverse personalità, la loro fantasia creativa. Ho deciso dunque di abbandonare “l’idea” iniziale e di creare uno spettacolo per loro e con loro, un viaggio vertiginoso nella vita di un danzatore. Mi sono infatti sempre domandata: perché si fa una scelta professionale così difficile, una scelta che comporta grandi sacrifici, disciplina, fatica e dolori. A volte si comincia a danzare da bambini e solo in età adulta ci poniamo le vere domande: l’abbiamo veramente scelto o è successo? E perché abbiamo scelto proprio quello stile di danza e non un altro?
Partendo da elementi autobiografici, ho voluto giocare su aspetti della danza e della vita, in una dinamica che annulla continuamente il sottile confine tra il dentro e fuori scena, tra realtà e finzione. Il fatto che i danzatori dell’Aterballetto appartengano a una tradizione di movimento così diversa dalla mia, è stato determinante perché mi ha obbligata a riflettere e a cercare costantemente un punto d’incontro, una strada per farli sentire a loro agio col mio metodo di lavoro, che si nutre oltre che di danza anche di teatralità, di gesti e di azioni quotidiane.
La sfida per me era di riuscire a rivelare al pubblico l’unicità di questi interpreti come artisti completi, al di là delle loro straordinarie capacità tecniche”.
Foto: Aterballetto e Cristiana Morganti; 2. Non sapevano dove lasciarmi di Cristiana Morganti, ph. Nadir Bonazzi.