A Roma

Cigno di e con Loredana Parrella e Questo lavoro sull’arancia di Marco Chenevier al Festival Teatri di Vetro

05 . 10 . 2017

21.00

Roma - Carrozzerie n.o.t, Via Panfilo Castaldi 28/a

Il Festival Teatri di Vetro, rassegna di arti sceniche contemporanee diretta da Roberta Nicolai, propone giovedì 5 ottobre 2017 alle Carrozzerie not di Roma due spettacoli: alle ore 21.00 Cigno di e con Loredana Parrella, e alle 22.30, Questo lavoro sull’arancia di Marco Chenevier per la compagnia valdostana TiDA Théâtre Danse.

Con Cigno che ha debuttato in prima assoluta lo scorso settembre a Tuscania, Loredana Parrella, fondatrice e anima di Cie Twain, unico centro di produzione danza del Lazio, torna come autrice e interprete in una nuova e originale produzione che nasce dalla necessità di voler indagare le modificazioni prodotte dal trascorrere del tempo. Lo spunto sul quale si basa la ricerca è la miniatura coreografica La morte del cigno coreografata da Michael Fokin per la danzatrice Anna Pavlova nel 1907.

Cigno di Loredana Parrella è la ricerca di un autoritratto. Un necessario e volontario atto di ingenuità. È la costruzione di partiture corporee e ritmiche dentro le variazioni musicali di un assolo divenuto tanto famoso da entrare nell’immaginario collettivo. È un campo di indagine in cui il movimento scaturisce da frammenti e immagini conservate dalla memoria, si compone, si accelera e si rallenta, va avanti e indietro nel tempo.

In questa oscillazione il corpo che danza cerca se stesso: porta con sè movimenti e gesti nati altrove, nella vita, nella coreografia, restituendo al presente il proprio passato e il proprio futuro. La conoscenza del corpo che danza si intreccia con la pratica del corpo organico, con quello che semplicemente vive alla ricerca di un’autenticità espressiva, che non può non partire dalle tecniche per poi tentare di liberarsene. Una sfida, il territorio di confine di una terra coreografica che sembra non esistere.

In Questo lavoro sull’arancia ovvero come affogammo nell’acido ascorbico in una fredda mattina d’inverno a nord di Roma di Marco Chenevier, la compagnia TIDA si interroga sulla natura del dispositivo scenico a partire da dinamiche di potere, di violenza, del rapporto sadomasochistico che ricorda Arancia meccanica.

Scrive Marco Chenevier:Nell’assistere ad uno spettacolo di danza, quante volte avremmo voluto poter intervenire? Quante volte la noia, spesso determinata dalla perdita di senso, ci spingerebbe ad abbandonare la sala, o almeno ad esprimere il nostro dissenso? E quante volte nel vedere il movimento, avremmo voglia di danzare? Cosa accade se uno spettacolo di danza, anziché come oggetto di linguaggio, viene costruito quale esperienza? Voglio interrogarmi sulla natura del dispositivo scenico attraversandolo insieme al pubblico in un’ottica diversa, incentrata non sull’interpretazione del simbolo ma su dinamiche esperienziali condivise. L’estetica strizza l’occhio al flm cult Arancia meccanica. L’arancia, il latte, il bianco, il rapporto sadomasochistico dell’artista con il sistema spettacolare e con gli spettatori, fanno da sottofondo allo svolgersi dell’azione”.

www.teatridivetro.it

Foto: 1.-4. Cigno di e con Loredana Parrella, Cie Twain; 5.-6. Questo lavoro sull’arancia di Marco Chenevier, compagnia TIDA, ph. S. Mazzotta.

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