Giuseppe Picone racconta il suo primo anno alla direzione del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo
Ad un anno dall’insediamento al Teatro San Carlo, il direttore del Corpo di Ballo Giuseppe Picone racconta le sfide e i traguardi dei primi dodici mesi alla guida della compagnia, insieme alle aspettative per l’imminente stagione 2017-2018. Nelle sue parole, l’impegno nella valorizzazione dei ballerini del teatro, nell’investimento sul repertorio classico e su nuove produzioni, e nell’avvicinamento del pubblico al balletto. E poi ancora: la missione di un direttore, le qualità di una stella e la chiave del successo.
Interprete dalla carriera internazionale, Giuseppe Picone ha accettato un anno fa l’incarico di direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, prendendo l’impegno di far crescere l’ensemble in un periodo di storica difficoltà per la danza italiana. Subentrato nella direzione al maître Lienz Chang, Giuseppe Picone ha impresso il proprio segno distintivo già nella prima stagione 2016-2017, riprogrammando il cartellone in tempi record e registrando, in casa e all’estero, un successo inatteso. In molti già parlano di “rinascita” del Corpo di Ballo napoletano: un risultato fortemente voluto, che Giuseppe Picone considera solo l’inizio di un ben più ampio programma di crescita.
Ad un anno dall’insediamento al Teatro San Carlo, il direttore racconta le sfide e i traguardi dei primi dodici mesi alla guida della compagnia: “È stato un anno di continue sorprese: ricordo i primi sette mesi come un periodo di intensa attività in cui ho deciso di prendere in mano la compagnia e di riprogrammare il cartellone. Ho inserito nuovi titoli, come il Gala dedicato a Carla Fracci, la serata con suite da Il Corsaro e Il lago dei cigni, e la mia versione di Cenerentola. A marzo ho ricevuto la notizia della tournée a Singapore di Giselle che ho voluto proporre in una versione ripresa da Anna Razzi, un’occasione inaspettata che ho accolto con entusiasmo e che ha richiesto alla compagnia un doppio impegno nel periodo di creazione del balletto Alice in Wonderland di Gianluca Schiavoni. A giugno abbiamo portato in tournée a Granada la mia Cenerentola e Pink Floyd Ballet di Roland Petit, e a fine agosto ho creato una Tarantella per le Universiadi di Taipei, a Taiwan, contemporaneamente alle prove di Zorba il Greco (in scena al Teatro San Carlo, dal 12 al 17 settembre 2017) e Cenerentola (sempre al Teatro San Carlo, il prossimo 18 settembre 2017). È stata dura per i ballerini affrontare diverse produzioni in pochi mesi, ma oggi vedo in loro una marcia in più, non solo a livello fisico e tecnico, ma anche nella prontezza e velocità di memorizzazione”.
Una sequenza di successi così rapida da superare le aspettative enunciate il giorno della nomina: “È stato un periodo incredibilmente intenso, in cui ho cercato di dare il massimo a livello artistico, tecnico e umano. L’obiettivo che ho dichiarato sin dall’inizio è quello di elevare il livello della compagnia sulla scena nazionale e internazionale; conoscendo per esperienza personale il lavoro di strutture importanti come l’English National e l’American Ballet, considero i risultati raggiunti al San Carlo il buon inizio di un programma di crescita. La compagnia, in un anno, è certamente cambiata, ma ritengo ci sia ancora da fare per mettersi alla pari delle grandi compagnie internazionali; desidero continuare su questa strada e penso che il prossimo anno sarà ugualmente impegnativo, ma in un certo senso più semplice per il solido lavoro artistico e tecnico iniziato in questi mesi. Per i ballerini non è stata e non sarà impresa facile, ma credo sia giusto adottare questi ritmi: la fiducia che ripongo in loro è del resto già stata ripagata da ottime prove in ruoli importanti. Ho apprezzato la loro concentrazione e i risultati sono presto arrivati”.
L’affiatamento del corpo di ballo rispecchia il clima di fiducia creato dal direttore, che ha deciso da subito di investire sui ballerini del teatro, imponendo nuovi ritmi, ma offrendo anche nuove opportunità di visibilità e crescita professionale: “I danzatori avevano bisogno di una svolta e se oggi stiamo crescendo è forse perché ho deciso di coinvolgerli pienamente in questo progetto. Molti di loro mi conoscono da tempo perché sono stato spesso ospite del teatro negli anni in cui loro studiavano o muovevano i primi passi nel corpo di ballo; posso dire che sono cresciuti con me, vedendomi come ballerino e artista. Mi sono presentato nella nuova veste di direttore senza impormi, lasciando che mi vedessero lavorare quotidianamente con loro in sala ballo, e non distante, preso dagli impegni d’ufficio. Naturalmente devo stare dietro anche alla pianificazione, ma ci tengo a mantenere in equilibrio i diversi aspetti del mio ruolo, che mi coinvolge come étoile, come coreografo e in alcuni casi anche come maître de ballet. È una linea che ho voluto e che voglio conservare, conciliando i miei doveri accanto al corpo di ballo; un aspetto fondamentale che credo mi abbia consentito di raggiungere tanti risultati in un tempo breve”.
Una sintonia facilitata dal carattere naturalmente appassionato di Giuseppe Picone, ma anche dalle sue origini napoletane che lo legano profondamente alla città e al pubblico del Teatro San Carlo: “Appartiene all’anima napoletana il riuscire a ‘star bene con tutti’, contemporaneamente al ‘farsi rispettare’. Il pubblico di questa città mi ha visto crescere e ha accolto con entusiasmo la mia scelta di tornare a casa. Ho sentito di dover aprire un nuovo ciclo della mia carriera e di doverlo fare in questo preciso momento perché ho visto nella compagnia un grande potenziale e tanti giovani, bravi ballerini. Non ero certo della mia nomina, che è anzi arrivata in maniera inaspettata, ma ho deciso di darmi da fare come ho sempre fatto nella vita; non mi sono mai adagiato sui successi, mi sono sempre messo in discussione per sperimentare nuovi stili e coreografi. Anche come direttore, desidero stravolgere le cose, non fermarmi alle cose semplici e affrontare nuove possibili sfide. In questo percorso, mi sento appoggiato dalla Sovrintendente Rosanna Purchia che, soprattutto dopo il successo di Cenerentola e della tournée a Singapore, mi ha confermato piena fiducia”.
Tra i risultati raggiunti, le tournée di successo all’estero, che lasciano auspicare nuovi progetti oltre i confini nazionali: “È già di per sé un prestigio per un corpo di ballo essere scelto come rappresentante della danza italiana all’estero, ma ciò che mi ha più reso orgoglioso è stato vedere tre cast interni di ballerini alternarsi nelle produzioni in tournée, tutti con ottimi risultati. Il pubblico di Singapore e Granada ha accolto i nostri spettacoli con ovazioni, che hanno dato nuovo impulso al corpo di ballo: i danzatori hanno visto i colleghi cimentarsi con successo nei primi ruoli e hanno compreso che lavorando, sudando e mettendoci l’anima, i risultati si raggiungono sempre”.
I titoli della stagione 2017-2018 confermano il doppio sguardo del direttore verso gli orizzonti internazionali del corpo di ballo e la valorizzazione della danza italiana: “Le mie linee direttive mirano alla crescita del corpo di ballo del San Carlo ma anche a tutta la danza del nostro paese, in un periodo che vede cancellare interi organici. È quasi una missione per me portare il nostro teatro ad alti livelli, in modo che a nessuno venga mai in mente di chiuderne il corpo di ballo, che deve rimanere invece un punto d’eccellenza nazionale. Per questa stagione ho pensato innanzitutto ad un titolo che potesse valorizzare Napoli, Pulcinella sulle note di Igor Stravinskij (18 e 19 novembre 2017), in una creazione moderna ma rappresentativa della nostra tradizione, che porta la firma di Francesco Nappa, coreografo di origine napoletana e attivo in ambito internazionale. Posso anticipare che ci sarà una nuova tournée in Spagna con Pink Floyd Ballet, mentre dal 23 al 30 dicembre andrà in scena Lo Schiaccianoci nella versione che ho creato nel 2016 per il Teatro Massimo di Palermo, qui adattata al maggior numero di interpreti a disposizione. Dal 24 al 28 marzo 2018, torna in scena Giselle che, dopo il successo di Singapore, trovo giusto riproporre a Napoli: in particolare desidero che il pubblico del San Carlo veda i ballerini che si sono distinti nei primi ruoli, come Annachiara Amirante, Alessandro Staiano, Stanislao Capissi, Claudia D’Antonio, insieme all’intero corpo di ballo. Poi ci sarà L’ultimo Decamerone, una creazione in collaborazione con il Teatro Bellini, con le coreografie di Edmondo Tucci, primo ballerino del San Carlo e coreografo di talento; una grande produzione, che andrà in scena per più di venti recite, dal 10 aprile al 6 maggio 2018. Infine, il 28 e 29 luglio 2018, il Gala dedicato a Vladimir Vasiliev, icona della danza mondiale e artista amatissimo a Napoli, che mi ha accompagnato in tutta la mia carriera: avevo dodici anni quando, scelto da Beppe Menegatti, danzai accanto a lui e a Carla Fracci il ruolo del giovane Nijinsky e l’ho poi rincontrato moltissime volte, come in occasione dei suoi Gala a New York e a Mosca, di cui sono stato ospite. Nella serata in suo onore al San Carlo, ci saranno pas de deux ed estratti coreografici; sarò in scena anche io accanto ai danzatori del teatro e ad ospiti internazionali, perché è giusto che il corpo di ballo possa confrontarsi con le stelle del balletto mondiale”.
Nella stagione di Giuseppe Picone, accanto a creazioni originali e rivisitazioni, resta fondamentale il repertorio classico: “Il balletto, nelle versioni di repertorio, funziona sempre in tutto il mondo. Il pubblico lo ama e noi dobbiamo tener conto di questa preferenza, che si spiega con la genialità di creazioni musicalmente, coreograficamente e drammaturgicamente perfette in grado di far sognare. Ricordo che a New York avevamo non meno di otto titoli classici a stagione, e a Londra, nel periodo natalizio, avevamo circa cinquanta recite di Schiaccianoci. Erano le produzioni che assicuravano introiti e che permettevano di finanziare nuove creazioni. Credo che questo debba valere anche per i nostri teatri trovando il modo di distribuire i fondi tra classici e nuove produzioni, e tenendo conto sia del valore dell’innovazione quanto delle richieste del pubblico. È una missione, ma anche una responsabilità garantire questo equilibrio negli investimenti. Il pubblico, del resto, riconosce e apprezza la qualità, quindi va bene il cambiamento purché sia ben realizzato”.
E al pubblico, Giuseppe Picone dedica grande attenzione, scendendo in campo personalmente per la promozione degli spettacoli e organizzando eventi collaterali alla programmazione teatrale (ricordiamo, lo scorso febbraio, la festa in maschera per il lancio di Cenerentola e il prossimo Gran Ballo del 22 settembre 2017 per contribuire all’acquisto dei nuovi tappeti danza del teatro): “Sono felice di queste iniziative che coinvolgono il pubblico in diversi modi, con locandine, eventi per le strade della città, feste da ballo; ci siamo resi conto di dover puntare anche su questo, sui nostri ballerini e sulla promozione. Lo faccio volentieri anche personalmente, partecipando agli incontri o attraverso i miei canali social; è un tipo di comunicazione che ho conosciuto all’estero con il battage pubblicitario prima degli spettacoli: trovo giusto che in un periodo difficile come questo si utilizzino tutti gli strumenti possibili per avvicinare la gente al teatro e al balletto”.
Nonostante sia ancora in piena attività come interprete, la priorità di Picone è oggi il corpo di ballo napoletano al quale assicura la propria quotidiana presenza: “Il nuovo ruolo ha chiaramente stravolto le mie abitudini perché, per mia natura, desidero stare dietro a tutti gli aspetti del mio lavoro: da quelli d’ufficio che riguardano la programmazione, la rotazione dei ballerini, le tournée, i meeting, a quelli artistici che riguardano le esigenze dei danzatori, la qualità delle produzioni, l’accompagnamento musicale, fino a quelli tecnici, come luci, costumi, trucco. Un lavoro enorme, che richiede totale dedizione. Posso dire di essere un direttore molto presente, cerco di valutare le singole situazioni che mi trovo di fronte per trovare le migliori soluzioni, alternando diplomazia, autorevolezza, sorriso e concentrazione”.
Da artista che scende in campo per risollevare le sorti della danza italiana, Giuseppe Picone auspica una presa di coscienza nazionale affinché i corpi di ballo vengano valorizzati e supportati: “Il pubblico italiano ama il balletto e ci sono qui ottimi danzatori; la crisi deriva probabilmente da una non sufficiente attenzione da parte della politica. L’unica possibilità che abbiamo è di coinvolgere il pubblico, la gente, e sostenere tutte le forme di cultura nelle nostre città. Trovo bello che tra i danzatori di differenti corpi di ballo esista una ‘catena di sostegno’, ma credo che chi, come me, ha un ruolo di direzione debba soprattutto sentire la missione e la responsabilità di portare il teatro ai massimi livelli. La mia nomina è certamente un grande onore, ma anche un impegno che sento il dovere di portare avanti con la massima serietà per Napoli e per il Teatro San Carlo”.
Talento straordinario sin da giovanissimo, Giuseppe Picone sa ben riconoscere le stelle del balletto, che ci auguriamo di veder brillare in numero sempre crescente nel teatro napoletano: “L’essere étoile ha a che fare con una presenza scenica, un’artisticità, un modo di muoversi che nessuno ti può veramente insegnare. Un bravo ballerino, con il lavoro, può arrivare ad ottime prestazioni e fare bella figura, ma l’étoile è l’artista che brilla in scena e cambia ogni sera, è una qualità inspiegabile che si possiede per natura. Entrare in scena e infuocare il palcoscenico, tenere su di sé gli occhi del pubblico: è quello che ha Carla Fracci, Vladimir Vasil’ev, Carlos Acosta o Marianela Núñez. Quando ero molto piccolo sentivo di avere qualcosa di ‘speciale’ perché mi veniva riconosciuto dai grandi, e capivo di potercela fare con il lavoro e mettendoci l’anima. Non è stato sempre facile, a volte è stato anzi un percorso tortuoso, per la lontananza da casa, la mancanza di sostegno, le rivalità in compagnia, soprattutto quando da giovanissimo ho ottenuto i primi ruoli importanti. Sono riuscito ad andare avanti attaccandomi all’istinto e alla passione per la danza; la voglia di ballare e di scoprire quest’arte mi ha dato la forza di rimettermi sempre in gioco. A volte ne parlo con i ballerini del corpo di ballo, cercando di far loro da mentore e ricordando che se si è forti e lucidi mentalmente, è possibile superare e fare ogni cosa”.
Da artista italiano apprezzato all’estero, Picone non esclude la possibilità per i giovanissimi di viaggiare per trovare la propria realizzazione professionale: “In mancanza di una quantità sufficiente di posti nei nostri corpi di ballo, è naturale che i giovani scelgano di partire; ovviamente vorrei che i nostri talenti avessero la possibilità di costruire qui una brillante carriera (al San Carlo stiamo cercando di aumentare il numero dei contratti; abbiamo al momento circa trenta ballerini stabili e più di venti aggiunti, e il 60% dei danzatori si sono formati nella stessa Scuola di Ballo del Teatro), ma è anche vero che c’è una strada per tutti e la partenza può in alcuni casi determinare la giusta via di realizzazione”.
Sulla chiave del successo, nessun dubbio: “È tutto nell’entusiasmo e nell’amore per quest’arte. Quando c’è questo, si riesce in ogni cosa. Alcune persone amano la danza, ma poi si lasciano trascinare dalla frustrazione e restano chiusi in se stessi, ci vuole invece la voglia di fare. Dico spesso ai ballerini di non avere paura, di lasciarsi guidare dall’entusiasmo anche quando si trovano di fronte a ruoli difficili. Come direttore, cerco di trasmettere tutto questo, oltre alla fiducia e alla calma; c’è chi risponde subito agli stimoli, chi invece ha bisogno di tempo, ma l’importante è vedere e apprezzare i progressi di ognuno. È un lavoro che richiede grande attenzione dal punto di vista umano e credo che i buoni risultati di quest’anno dipendano anche dall’assidua e profonda comunicazione che c’è stata tra noi”.
Da parte nostra, auguriamo buon lavoro al direttore Giuseppe Picone e all’intero corpo di ballo, e attendiamo con interesse le prossime produzioni in scena al Teatro San Carlo.
Lula Abicca
13/09/2017
Foto: 1. Giuseppe Picone, ph. Francesco Squeglia; 2. da sinistra: Alessandro Staiano, Anna Chiara Amirante, Giuseppe Picone, Luisa Ieluzzi, Stani Capissi e Claudia D’Antonio, Teatro San Carlo, ph. Vito Lorusso.