Vorrei iscrivere mio figlia a danza. Conversazioni tra genitori e insegnanti (seconda parte)
Cosa passa veramente per la testa agli insegnanti di danza quando un genitore non troppo addentrato nel mondo della danza chiede informazioni per iscrivere sua figlia? Ecco cinque nuove situation comedy di assoluta fantasia, volutamente esagerate per riderci su, senza offesa per nessuno.
Lo scorso anno, in questo stesso periodo, ho proposto una serie di conversazioni tipo che si “potrebbero” tenere al primo incontro conoscitivo tra un direttore di una scuola di danza e un genitore che per la prima volta entra nella scuola per chiedere informazioni. Ve ne ripropongo delle altre.
Mi sta a cuore ribadire che tali conversazioni sono assolutamente frutto di fantasia e sono state enfatizzate per renderle volutamente paradossali con lo scopo di strappare un sorriso al lettore. Tutti i riferimenti a persone non sono attribuibili pertanto ad alcuna realtà in particolare, anche se qualcuno potrà considerare tali situazioni verosimili. Il lettore potrà rivedersi personalmente in uno dei ruoli romanzati per l’occasione senza per questo sia stato espressamente e volutamente fatto riferimento a lui.
La G. sta per genitore che chiede informazioni, la D. per direttore che risponde alle domande che gli vengono fatte e tra parentesi, nelle sue risposte, troverete il suo reale pensiero che per forza di cose resterà sempre inespresso.
Conversazione numero 1
G: Buongiorno, volevo sapere un pochino come funziona.
D: Buongiorno Signora, esattamente come funziona cosa?
G: Qui, come funziona?
D: (non è uscito dalla scatola il foglio delle istruzioni?) Signora mi dica a quale corso è interessata e le dirò tutto quello che le occorre.
G: Ho una bimba che vuole fare ballo.
D: (come nell’esorcista la sua testa ruota di 360° alla parola BALLO) Signora forse intende dire danza? Quanti anni ha sua figlia?
G: Eh si il ballo, la danza ci siamo capite insomma. Ha 8 anni.
D: (sei sicura che ci siamo capite? Secondo me NO e mò ti faccio vedere) Signora lei intende i balli di gruppo?
G: Si esatto, una cosa così per muoversi, così almeno quando andiamo ai matrimoni e alle feste o l’estate al villaggio la bimba non si sente a disagio, perché vedo che lei vorrebbe ma non conosce i balli e quindi si vergogna e resta sempre accanto a me.
D: (Hai visto che non ci siamo capite?) Signora, in questa scuola noi non teniamo lezioni di balli di gruppo o social dance se preferisce. Mi dispiace ma non possiamo tornarle utile se questo è quello che sta cercando.
G: Ma scusate, mi avevano detto che SIETE UNA SCUOLA DI BALLO!
D: (Gli si gonfia il petto e diventa verde che a confronto l’ Incredibile Hulk è la miniatura di Peter Pan) Sì signora, ma non di quel “BALLO” ci sono BALLI E BALLI, DANZE E DANZE E BALLI E DANZE. (ora le confondo definitivamente le idee così se ne va)
G: Ah ho capito, quindi quale altri tipi di BALLI fate?
D: (ok, ho capito, vuol dire che il Padreterno oggi mi sta mandando una prova da superare) Abbiamo corsi di danza classica, danza moderna, danza contemporanea però sono molto lontani dal concetto di danza che mi sta chiedendo lei.
G: Ma la danza classica, quella moscia col tutù e lo SCIMMION in testa?
D: (moscia, chimmion…. me sto a sentì male) Beh signora, definirla “moscia” è perché PROBABILMENTE lei non è ben addentrata, e lo chignon è di rigore in qualsiasi scuola di danza. Sà, la danza è conosciuta a tutti come una disciplina.
G: Nooooo e allora non fa per mia figlia, QUELLA già è timida, io volevo una cosa più movimentata così che si muovesse e facesse movimento. E la fate QUELLA danza di Amici?
D: (Signore mio, fino a ieri ero su quella spiaggia deserta a rilassare la mente, perché non mi hai fatto rimanere lì ancora per un pochino? Se avessi spostato la mia vita di un solo minuto forse questa donna non l’avrei mai conosciuta, nonostante stavolta abbia detto danza e non ballo) Signora, se il concetto di Amici forse le si essere di aiuto, allora diciamo di si!
G: Ehh ma mia figlia mica deve andare ad Amici? Non deve fare la ballerina, anche perché quella maestra lì, la Celentano, è cattiva… però Garrison è simpatico.
D: (è la tua ultima possibilità signora, dopodiché se invoco la Madonna di Lourdes anche lei va in difficoltà a fare miracoli per farti capire) Qui non abbiamo né uno né l’altro. Noi offriamo questo, più che metterci a disposizione facendo fare qualche lezione di prova a sua figlia, non possiamo.
G: Grazie mille, HO CAPITO BENE ORA, allora ci penso, ne parlo pure con mio marito e vediamo.
D: (Avvicinandosi alla porta di ingresso) Faccia le sue cose con comodo signora, ci mancherebbe altro. Le auguro una buona giornata (vediamo se capisce?)
G: Gentilissima, altrettanto. Arrivederci!
D: (Padreterno ,se ritieni che io abbia superato questa prova, che premio riceverò?)
Conversazione numero 2
G: Buonasera (sorriso e sbirciatina intorno)
D: Buonasera a lei Signora, mi dica!
G: Posso parlare con lei?
D: (vedi tu, stiamo io e te, ho detto “mi dica”, con chi vuoi parlare?) Certo Signora sono il direttore, mi presento!
Chiede informazioni varie con garbo ed ascolta con interesse. Si fa accompagnare con piacere a visitare la struttura e trova tutto molto interessante. Tutto sommato dopo un inizio un poco imbarazzante, questa donna piace al direttore della Scuola. E’ molto garbata, non sembra neanche così a digiuno di danza. Quando all’improvviso:
G: E la RECITA di fine anno dove la fate?
D: (Bocca aperta, espressione inebetita, occhi sgranati ed apnea) Con un filo di voce sussurra: LA RECITA?
G: (Guardandomi come fossi scema) Si, la RECITA conclusiva!
D: (Si riprende per forza, non ha scelta) Ma certo signora ho capito, lei intende il saggio di fine anno, giusto?
G: Si esatto, il saggio/recita non fa molta differenza, insomma quello.
D: (Evita di puntualizzare perché già lo stomaco gli fa male di suo per via del BALLO di prima): Si, il saggio in genere lo mettiamo in scena al Teatro X!
G: E perché non al Teatro Y?
D: (Ma perché io ti vengo a chiedere perché a casa tua condisci l’insalata con il limone e non con l’aceto balsamico?) Perché risponde meglio alle nostre esigenze.
G: Che sarebbero?
D: (Tipo quella che tu ora sparisca dalla mia vista) Beh, abbiamo bisogno di un Teatro capiente per il pubblico, di ampi spazi per i camerini e di un palco che abbia una buona misura in cui i ragazzi possano muoversi bene, ecc.
G: E beh pure il Teatro Y è grande!
D: ( A me pure fa schifo il limone sull’insalata e preferisco l’aceto balsamico: CHE FACCIAMO ORA?!) Beh, signora, finora ci siamo sempre trovati bene lì e per il momento non abbiamo intenzione di cambiare, ma sa, mai dire mai (sorriso di circostanza)
Ad ogni modo la conversazione si conclude con un appuntamento per qualche lezione di prova. Suvvia… questa mamma in fondo è simpatica… diamole fiducia.
Conversazione numero 3
G: Buongiorno , si ricorda di me?
D: (NO!) Buongiorno signora, così su due piedi no, se mi dà qualche indizio posso provare a ricordare.
G: Sono venuta circa 12 anni fa a chiederle informazioni per la bimba ma mi disse che era meglio aspettare qualche anno perché era troppo piccola… aveva due anni.
D: (Ma mi chiedo, il pannolino sei riuscita a toglierglielo solo al primo liceo?) Questa cosa la dico spesso, ma temo di non riuscire a ricordare in questo caso! Sa com’è, son passati parecchi anni…
G: Ad ogni modo la ragazza si è decisa e si sente pronta, ormai ha quasi 15 anni ed è autonoma nelle sue scelte.
D: (Beh, la ragazza è parecchio riflessiva…)
G: Lei il lunedì, mercoledì e venerdì deve obbligatoriamente fare il programma di alternanza scuola-lavoro, il martedì è il giorno più pesante per i compiti ed il giovedì io e mio marito lavoriamo tutto il giorno e non c’è nessuno che può accompagnarla. Cosa può fare?
D: (Starsene a casa e fare danza con Bella Ballerina o ballare con la Wii) Beh Signora, non credo a questo punto che rimangano molti giorni a settimana. Sa, generalmente il sabato e la domenica, a meno che non c’è qualche recupero, stage, prove extra o qualche necessità particolare, la scuola è chiusa. Se non termina troppo tardi l’alternanza scuola-lavoro, magari vediamo se riusciamo ad inserirla ad un orario serale.
G: Nooooooo e poi quante cose deve fare in un giorno, sarebbe troppo stanca, la vedo impossibile!
D: (Spiegami Signò, ma TU da ME che vuoi? Getto la spugna… è una perdita di tempo) Davvero signora non saprei come aiutarla. A questo punto credo non sia fattibile.
G: Mannaggia mi dispiace, abbiamo aspettato tutti questi anni proprio perché fosse abbastanza grande e cosciente delle sue scelte ed ora non è possibile. Oltre al danno anche la beffa!
D: (me la potevi portare quando aveva raggiunto l’età pensionabile, così magari era pure saggia! Fammi capire signora bella, ora la colpa sarebbe la mia?) Mi dispiace davvero tanto signora! (facendo spallucce con le mani dietro la schiena onde evitare gli parta un dritto e rovescio in contemporanea)
G: Va bene grazie lo stesso. Proverò da qualche altra parte, magari in altri posti riesce ad inserirsi.
D: (…no vabbè, è una candid camera, vero?) Si magari si, provi signora, mi sembra giusto. (con tono palesemente ironico! Come si dice? I pazzi vanno assecondati!!)
Conversazione numero 4
G: (Ingresso deciso, comincia a parlare sparatissima) Buongiorno, vorrei iscrivere mia figlia, potrebbe darmi informazioni su costi e orari…..
D: Buong….. (viene interrotto, anzi in realtà alla fine dei conti si è intromesso, visto che la signora non ha mai cessato di parlare)
G: (ATTENZIONE: La punteggiatura è VOLUTAMENTE OMESSA per farvi capire esattamente con quale veemenza la signora si sta presentando. Se poi riuscite a leggerlo tutto d’un fiato siete dei fenomeni come lei) Le dico subito che la prova non potrebbe farla prima di metà novembre perché quest’anno va in prima media e quindi deve prima inserirsi bene e capire come è messa con i compiti anche perché poi non vorrei sovraccaricarla considerando anche che dopo aver fatto tre anni di catechismo per la comunione deve per forza continuare a fare due volte alla settimana altri tre anni per la cresima poi speriamo che le lezioni non siano troppo presto perché esce da scuola alle due e poi deve pranzare e speriamo non siano alle cinque perché così spezzerebbe il ritmo dello studio e speriamo non siano la sera perché altrimenti quando tornerebbe a casa dovrebbe magari ancora finire i compiti fare la doccia cenare e si farebbe troppo tardi per andare a letto e la mattina non ce la farebbe ad alzarsi ed io non mi voglio arrabbiare di primo mattino perché lei non riesce a svegliarsi altrimenti poi mio marito direbbe che è sempre colpa mia e sarei costretta a litigare con lui anche per questo oltre considerare che deve fare bene le scuole medie perché fra due anni ha l’esame e lei ha intenzione di fare il liceo classico e quindi deve essere ben preparata perché si sa che il liceo classico è pesante e infatti chissà se potrà continuare poi a con la danza perché latino, greco e filosofia sono pesanti però lei è sempre andata bene a scuola e quindi non dovrebbe avere problemi ed io non ho problemi a mandarla a danza a patto che mi porti tutti 10 perché lei può e non deve accontentarsi del 9 perché è una ragazzina capace perché altrimenti i patti sono chiari da danza la tolgo quindi per cui riepilogando potrebbe venire a fare una prova a fine ottobre vedere come va il mese di novembre e dicembre scegliere se rimanere o meno.
D: (con un filo di voce e tra l’altro affannato come neanche nel “giro della morte” in atletica leggera) Buon…giorno… (aspetta signò, prendo un integratore di sali minearli, riprendo fiato e ti rispondo per le rime….)
Le rime, cari lettori, ve le risparmio, tanto le conoscete a memoria meglio de la donzelletta vien dalla campagna…
Conversazione numero 5
G: Buongiorno, sono venuta perché ho visto lo spettacolo di fine anno ed è stato veramente molto bello.
D: (Dio grazie, me ne hai mandata una sana!) Grazie signora, sono felice che abbia gradito.
G: Sì davvero bello, però so che siete cari!
D: (braccia fino a terra, cifosi galoppante improvvisa e muscolo sternocleiodomastoideo franato di colpo) In che senso signora?
G: So che le vostre quote mensili e i vostri saggi costano di più delle altre scuole.
D: (so a chi ti stai riferendo ed è come se mettessi a confronto la carne chianina toscana con la mucca pazza) Signora cara, tenere in piedi una struttura di questa portata ed avere docenti esperti e dedicati ad ogni singola disciplina che proponiamo, non è una cosa da poco. Nello spettacolo noi investiamo in proporzione anche sulla location, sui costumi e sulle scenografie. Il discorso è molto più elaborato di quello che pensa.
G: Per carità lo immagino, ma resta di fatto che lo sanno tutti che siete più cari di altri.
D: (Signo’, ma io non sto capendo una cosa: ma tu qua che ci sei venuta a fare?) Immagino però che la sua visita da noi abbia un senso preciso.
G: Sì volevo sapere quanto costa un corso per mia figlia e quanto su per giù mi verrebbe a costare lo spettacolo di fine anno.
D: (dunque, sei qua perché: 1. stai cambiando scuola perché non ti sei trovata bene in quella precedente; 2. hai visto semplicemente altri saggi e hai fatto i paragoni; 3. sei una spia) Le mostro i costi e le condizioni.
G: (Fa qualche piccola domanda e legge tutto con attenzione neanche ci fossero le postille, che se non lette, ti costringono poi a comprare 120 enciclopedie a 200 euro cadauna per i prossimi 10 anni) Ecco vede, infatti la differenza è di 20 euro in questo corso, 15 euro in quell’altro e in quest’altro ancora.
D: (Signora cara ora so tutto di te: non era difficile capire che non sei una spia sfacciata e non hai semplicemente visto altri saggi: la verità è che dall’altra parte qualcosa non ti va più bene) Infatti signora, è tutto in proporzione a quanto le ho detto poco prima: non abbiamo un insegnante che fa tutto e si improvvisa a fare anche quello che non ha mai né studiato né approfondito nella propria vita, ma abbiamo un docente per ogni disciplina e solo di classico ne abbiamo tre. C’è un motivo per cui un capo firmato costa di più di uno cinese no?
G: (lei in realtà era già convinta di voler iscrivere sua figlia da quando ha messo piede qui dentro, solo che però non si sa per quale strana ragione quasi tutti quelli che cambiano debbono approcciarsi in questo modo) Quindi se la bambina volesse provare, potrebbe?
D: (Non inveisce più, la signora era già redenta dal principio in fondo) Assolutamente sì, senza problema!
G: Perché in realtà lei già ha fatto.. ma vorrebbe cambiare perché…..
D: (eh nooooo… io non lo voglio sapere, non mi interessa perché ho sempre sostenuto che se racconti qualcosa, dopo due secondi la concorrenza viene a sapere che quelle parole sono uscite dalla mia bocca e non dalla tua e ci si fa tutto il ricamo intorno punto croce compreso! Le chiacchiere non mi interessano!!) Signora, mi perdoni se la interrompo. Se la ragazza ha deciso di cambiare e lei ha assecondato la scelta di sua figlia, voltate pagina e cominciate un nuovo percorso. Inoltre le dò un consiglio col cuore: le faccia fare una prova anche in altre scuole, in modo che poi potrà avere la possibilità di scegliere dove si è trovata meglio e dove ha percepito sensazioni emotive più adeguate a lei e potrete scegliere in assoluta armonia. (Non ricordatevi però di venire a dicembre perché io non sono magica come Babbo Natale)
G: A che ora e in che giorni deve venire allora?
D: (Le dà tutte le informazioni di cui necessita e saluta con educazione pensando che in fondo tutto i sacrifici fatti negli anni prima o poi ripagano sempre).
Ed infatti è esattamente così; Per quanti genitori ci sono con poca voglia di approfondire e capire che la salute dei propri figli è strettamente correlata alle competenze degli insegnanti di danza (ma di qualsiasi atra disciplina o sport abbia a che fare con il corpo), così ce ne sono tantissimi altri che al giorno d’oggi sono molto più informati dei genitori di 20 anni fa e più. Oggi non è difficile cercare informazioni come lo era invece negli anni in cui l’utilizzo del web non era così diffuso come oggi. Basta un clic per sapere vita morte e miracolo di chiunque.
Per cui, genitori cari, continuate a cercare il meglio per i vostri figli ed attenzione però: il meglio non è detto che sia per forza nella scuola che vi chiede quote altissime, ma di sicuro non lo trovate neanche dove la retta è molto più bassa della norma tanto da screditare i “colleghi” e farli apparire delle sanguisughe agli occhi degli altri.
S-vendere un corso o più corsi a costi miseri ed imbarazzati, vuol dire non solo non avere rispetto nei confronti di chi ha investito anni in studio e in danaro per fare BENE il mestiere che fa, ma non avere rispetto neanche nei confronti dell’arte e di quello che voi URLATE in giro “ESSERE LA VOSTRA VITA”. Beh, la vita è preziosa e non va sottovalutata: VA RISPETTATA E PRESERVATA. Se poi la vostra vale di meno, è un’ammissione implicita di colpa per essere poco professionali, preparati e di essere esclusivamente dei mercenari e chi vi sceglierà probabilmente darà alle cose lo stesso valore che gli date voi.
Mi dispiace doverlo dire, ma, cari genitori, se ritenete che 40 o 50 euro al mese siano eccessivamente cari per voi, piuttosto che far fare male una cosa ai vostri figli facendogli rovinare la salute in fase di crescita, cambiate disciplina e fategli fare dell’altro. E per favore non mi dite “NON ME LO POSSO PERMETTERE”. Ci sono tanti genitori che sopportano sacrifici incredibili per dare il meglio ai propri figli privandosi di qualsiasi cosa. Ma se proprio non ve lo potete permettere lasciate stare piuttosto che autorizzare incompetenti a fare danni. A me pure piacerebbe avere a casa una piscina olimpionica, ma mi accontento della vasca da bagno in inverno e della piscinetta dei miei figli di 1.20×1.20 in estate. Se nun se po’, nun se po’.
Teresita del Vecchio
11/09/2017
Foto di Francesco Guastafierro.