Le Supplici con Isolario e Alberi di Fabrizio Favale
Dal 04 . 04 . 2014 al 05 . 04 . 2014
21:00
Milano - Teatro Out Off, Via Mac Mahon 16
Danae Festival dedica un piccola personale a Fabrizio Favale che con la compagnia Le Supplici propone Teatro Out Off di Milano le sue due ultime produzioni: Isolario venerdì 4 aprile e Alberi sabato 5 aprile. In questi lavori Favale approfondisce la propria ricerca sul rapporto tra uomo, natura e cose invisibili.
Isolario – Poema d’un frastaglio, spiumato, minuto e senza fine prende le mosse dall’opera omonima del cartografo francescano Vincenzo Coronelli (Venezia, 1650 – 1718) ed è costruito da Fabrizio Favale in collaborazione con Teho Teardo, compositore, musicista e sound designer, la cui composizione musicale guida questo lavoro con brani minimali e ipnotici, che virano improvvisamente verso altezze emotive a tratti struggenti. Isolario è composto da 14 brevi brani coreografici. I danzatori si muovono in un tempo remoto e imprecisato, in un immaginario folkloristico e magico fatto del rapporto primario tra uomo e natura, tra astrazione e figurazione. Tutto il lavoro è punteggiato dalle apparizioni di due cartografi in abiti ottocenteschi, che evocando l’epoca delle grandi scoperte geografiche, districano mappe, indicano punti invisibili, repertoriano oggetti, dando l’illusione di tirare il filo d’un unico racconto. In scena Jari Boldrini, Marta Capaccioli, Martina Danieli, Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale, Giulio Petrucci e Stefano Roveda
Sabato 5 aprile è in scena un nuovo allestimento di Alberi, lavoro su musiche originali di Teho Teardo che affonda le radici in una visione delle forme dell’esistente dove visibile e invisibile sono considerati la trama e l’ordito di una medesima tessitura. Argomento che il coreografo Fabrizio Favale mette in relazione con la natura stessa della danza e che già da diversi anni osserva e studia con i suoi danzatori, in particolare fenomeni della natura, nella tradizione folklorica pagana europea, delle feste e rituali legati al ciclo delle stagioni, e in letteratura, nelle mitologie e nelle fiabe d’ogni dove. L’immagine globale del lavoro passa da situazioni d’estrema essenzialità e astrazione al frastuono selvaggio di maschere, travestimenti e strumenti musicali, talvolta presi in prestito dal folklore europeo e suonati dal vivo dai danzatori stessi. In scena Andrea Del Bianco, Jari Boldrini, Fabrizio Favale e Stefano Roveda.