Biennale Danza 2017: a Venezia First Chapter di Marie Chouinard
Dal 23 giugno all’1 luglio 2017 si apre il primo capitolo di Biennale Danza sotto la direzione di Marie Chouinard. In programma grandi nomi della danza contemporanea internazionale, ma anche film, conversazioni con gli artisti, eventi in Campo Sant’Agnese, Biennale College per danzatori e per coreografi. Leone d’oro 2017 a Lucinda Childs, a Venezia con Dance, capolavoro su musica di Philip Glass e film-scenografia di Sol LeWitt. Leone d’argento all’artista di Ottawa Dana Michel. E poi, ben tre titoli di Alessandro Sciarroni, il ritorno di Louise Lecavalier, la Compagnie Marie Chouinard, Ann Van den Broek, Clara Furey e Peter Jasko, Lisbeth Gruwez, Daina Ashbee, Benoît Lachambre, Xavier Leroy, Robyn Orlin, Mathilde Monnier e La Ribot.
Dal 23 . 06 . 2017 al 01 . 07 . 2017
Venezia
È tempo di Biennale Danza e Venezia si prepara a scrivere il Primo Capitolo della nuova direzione firmata Marie Chouinard: First Chapter è infatti il titolo scelto dalla coreografa canadese per l’11. Festival Internazionale della Danza Contemporanea, in programma dal 23 giugno all’1 luglio 2017, con la promessa di offrire al pubblico le prime pagine di un libro già pieno di poesia, libertà e pensiero. Quest’anno a Venezia, non solo i grandi nomi della danza contemporanea internazionale, ma anche film, conversazioni con gli artisti (a cura di Elisa Guzzo Vaccarino), eventi in Campo Sant’Agnese, Biennale College per danzatori e (novità) per coreografi, e naturalmente la consegna del Leone d’oro e d’argento.
“Ho l’occasione di proporre autori, opere, artisti e pratiche corporee in cui credo profondamente – ha dichiarato la direttrice Marie Chouinard durante la conferenza stampa di presentazione de La Biennale 2017 – che aprono i nostri schemi mentali e percettivi verso altre dimensioni, che forzano il dialogo tra noi e le nostre abitudini, tra le nostre strutture mentali e la nostra libertà, verso una bellezza rinnovata, verso una vitalità radicale, verso un compimento dell’incarnazione, verso un’inclusione forte, verso un amore sempre più grande. La danza è un’arte viva e le sue opere rischiano di scomparire se non vengono rappresentate: garantire loro una vita che superi i primi passi diventa allora un atto politico. Desidero portare la danza nel cuore della città, ai passanti, ai turisti, offrire all’improvviso i danzatori, in movimento, durante una passeggiata, un tappeto da danza bianco steso a terra, al centro di una piazza, una ventina di minuti, senza musica, come un lampo di poesia spontanea recitata dal corpo che si dona”.
Il Leone d’oro alla carriera è attribuito quest’anno a Lucinda Childs, danzatrice e coreografa americana, icona della danza contemporanea internazionale degli ultimi quarant’anni, autrice di oltre cinquanta opere per la compagnia che ne ha consacrato il nome (Lucinda Childs Company, fondata nel 1973) e per alcuni dei maggiori ensemble del mondo (Opéra de Paris, Les Ballets de Monte-Carlo, White Oak Dance Company, Martha Graham Company, Opéra de Lyon). Al Leone d’oro è dedicata la giornata d’apertura, venerdì 23 giugno, con Dance (Teatro alle Tese, ore 21:00), opera di svolta del repertorio contemporaneo, creata nel 1979 sulla musica minimalista di Philip Glass e con il film-scenografia di Sol LeWitt, ripresa nel 2009 dal Bard SummerScape e ancora oggi in tournée in Europa e negli Stati Uniti (in basso, Dance in una registrazione live del 2014 al Théâtre de la Ville di Parigi).
Sempre il 23 giugno, oltre alla cerimonia di consegna del Leone d’oro e all’incontro con la protagonista in Sala delle Colonne Ca’ Giustinian, anche un doppio evento in Campo Sant’Agnese (alle 11:30) con Katema e Dance II, assoli creati da Lucinda Childs alla fine degli anni Settanta e successivamente ampliati dalla coreografa in lavori d’insieme.
Il Leone d’argento per l’innovazione nella Danza va a Dana Michel, artista di Ottawa con una brillante carriera passata nel marketing e nello sport, prima della Laurea in Danza contemporanea alla Concordia University e dell’attuale residenza al DanceMakers di Toronto e presso il centro Usine C di Montréal. Nei suoi pezzi non solo coreografia, ma anche improvvisazione e performing art, oggetti del presente e luoghi del passato, visioni intime e pubbliche condivisioni. Nel 2013 crea Yellow Towel (lavoro inserito nella lista delle “Top Ten Performances” del Time Out New York) e viene segnalata dal New York Times fra le coreografe più significative del 2014. Yellow Towel sarà a Venezia martedì 27 giugno (Tese dei Soppalchi, ore 19:00); allo spettacolo seguirà la cerimonia di consegna del Leone d’argento e l’incontro con l’autrice.
Più di un titolo per Alessandro Sciarroni, autore e performer attivissimo sulla scena internazionale, apprezzato per l’originalità creativa, oltre che per la cura e la molteplicità dei processi compositivi: a Venezia, la prima italiana (dopo il debutto a Parigi) di Chroma (24 giugno, Teatro alle Tese), poi Aurora, pratica performativa e coreografica che nasce da una riflessione sul Goalball, disciplina sportiva rivolta a non vedenti e ipovedenti (25 giugno, Teatro alle Tese), e Folk-s, sui fenomeni popolari di danza folk sopravvissuti alla contemporaneità, come lo Schuhplattler che consiste nel battere le mani sulle proprie gambe e calzature (25 giugno, Teatro alle Tese). Intorno al lavoro di Alessandro Sciarroni, altri due eventi veneziani: il 25 giugno, la proiezione del film documentario di Cosimo Terlizzi Aurora, un percorso di creazione (2015) e sabato 1 luglio, Your Girl, lavoro del 2007 con Chiara Bersani e Matteo Ramponi.
Torna alla Biennale Louise Lecavalier, coreografa canadese, già straordinaria interprete per La La La Human Steps, presente a Venezia come autrice e danzatrice di So Blue (24 giugno, Teatro Piccolo Arsenale) con Frédéric Tavernini: vortici dinamici e squarci di luce per un movimento che va veloce, che conquista lo spazio e poi lo rinnega.
Il 27 giugno al Teatro alle Tese è protagonista la Compagnie Marie Chouinard con Soft virtuosity, still humid, on the edge: cammini claudicanti e vorticosi di corpi in viaggio sul palcoscenico del mondo.
Lavoro su musica Louis Dufort, Soft virtuosity, still humid, on the edge creazione di Marie Chouinard che firma anche scene e video e già apprezzata nel 2015 a MilanOltre poco dopo il debutto a Stoccarda, esplora in 55 minuti diversi schemi di tempo, da un ritmo frenetico alla estrema lentezza. La coreografia è un gioco continuo e fluido che sperimenta varie forme di deambulazione sulle punte e sulle mezze punte: il passo si fa ora dolorante o zoppicante, ora libero e divertente. Sullo sfondo il caleidoscopio dei volti dei dieci danzatori ripresi e proiettati in diretta nella loro mutazione lenta e costante completa questo affresco del magma umano, duttile, rapido e malleabile, che, come nella vita reale, talvolta si ferma e va lento, talvolta accoglie cambiamenti e va più veloce.
Talento della nuova danza olandese, arriva a Venezia Ann Van den Broek, fondatrice di WArdWaRD e già apprezzata all’ultima edizione del Festival Romaeuropa con The Black Piece, in scena a Venezia il 26 giugno al Teatro Piccolo Arsenale: uno spettacolo letteralmente ‘al buio’, ricco di suggestioni e prospettive, tra l’intuizione dello spazio, la coscienza del suono e la percezione del corpo.
Prima nazionale per Untied Tales (24 giugno, Sale d’Armi) di Clara Furey, artista parigina di origini canadesi, qui in coppia con il danzatore e coreografo slovacco Peter Jasko: un incontro di linguaggi per esplorare il legame tra finzione e realtà. Poi ancora, Lisbeth Gruwez, danzatrice belga già interprete per Jan Fabre e cofondatrice del gruppo Voetwolk, presente a Venezia con We’re pretty fuckin’ far from okay (25 giugno, Tese dei Soppalchi), un lavoro sulla paura che indaga attraverso le reazioni del corpo le emozioni primitive e condivise; Daina Ashbee, autrice che riflette sul corpo, sul femminile e sulla società attraverso la danza contemporanea, qui in scena con Unrelated (29 giugno, Teatro alle Tese) e When the ice melt, will we drink the water? (29 giugno, Tese dei Soppalchi).
Prima italiana anche per Lifeguarde (30 giugno, Sale d’Armi) di Benoît Lachambre, collaboratore di numerosi artisti e autore per compagnie internazionali (Sasha Waltz, Luoise Lecavalier, Marie Chouinard, Cullberg Ballet). Poi ancora, l’anti-coreografia di Xavier Leroy (30 giugno, Teatro Piccolo Arsenale), protagonista dei tre assoli Self Unfinished, Produit de Circumstances, Sacre du Printemps; e il palcoscenico che sovverte gli stereotipi, il ‘cabaret politico’ della coreografa di Johannesburg Robyn Orlin And so you see… our honorable blue sky and ever enduring sun… can only be consumed slice by slice… (1 luglio, Tese dei Soppalchi). Per la chiusura del festival, Gustavia (1 luglio, Teatro alle Tese), ritratto semiserio di donna nato dall’incontro tra Mathilde Monnier, capofila della danza francese, e La Ribot, performer spagnola trapiantata a Ginevra.
“Quanto al College destinato ai danzatori, propongo un’avventura di tre mesi – ha sottolineato Marie Chouinard introducendo i programmi di Biennale College 2017 – per avere il tempo di affinare le percezioni, il respiro, la pratica della danza come arte e non solo come tecnica. Il danzatore lavora sul proprio corpo. Verissimo. Ma lavora anche sulla propria anima. E quando si propone in carne e ossa sul palco ha già raggiunto un livello di vibrazione inusitata”. Il College di quest’anno raddoppia: 15 danzatori selezionati sono già impegnati dallo scorso 4 aprile in un percorso di training sulla consapevolezza del corpo e sulla tecnica contemporanea (con Tom Koch, Judith Koltai, Nota Benian, Maria Raffaella Dalla Valle, Katja Cheraneva, Frances Chiaverini, Josh Johnson, Roberta Mosca, David Kern) e debutteranno il 26 giugno nelle Sale d’Armi in un estratto da Sider di William Forsythe e in una nuova creazione di Benoît Lachambre; per la sezione dedicata ai coreografi, Irina Baldini, Chloe Chignell e lo spagnolo Joaquín Collado Parreño presenteranno tre brevi creazioni originali, frutto di un lavoro di sei settimane con danzatori professionisti (28 giugno al Teatro Piccolo Arsenale).
Tra le sorprese in Campo Sant’Agnese, anche Dana Michel, Benoît Lachambre, i danzatori e i coreografi di Biennale College e In museum della Compagnie Marie Chouinard; tra le proiezioni, The Co(te)lette Film di Mike Figgis, ideazione e coreografia Ann Van den Broek, Mr Gaga, documentario di Tomer Heymann su Ohad Naharin e Ten meter tower di Maximilien Van Aertryck e Axel Danielson.
Lula Abicca
Info: www.labiennale.org
Foto: 1.-3. Dance di Lucinda Childs, ph. Sally Cohn; 4. Yellow Towel di Dana Michel, ph. Camille McOuat; 5. Folk-s di Alessandro Sciarroni, ph. Andrea Macchia; 6. So Blue di Louise Lecavalier, ph. Andr Cornellier; 7. Compagnie Marie Chouinard, Soft virtuosity, still humid, on the edge; 8. Soft virtuosity, still humid, on the edge di Marie Chouinard, ph. Nicolas Ruel; 9.-12. The black piece di Ann Van Den Broek, ph. Maarten Vanden Abeele; 13. Untied Tales di Clara Furey, ph. Mathieu; 14. Unrelated di Daina Ashbee, ph. Daina Ashbee.