Al Teatro Duse di Bologna Circo Massimo di Fabrizio Favale con Simona Bertozzi, Caterina Basso, Ioannis Mandafounis e Tilman O’Donnell
Dal 10 . 05 . 2017 al 12 . 05 . 2017
Bologna - Teatro Duse, Via Cartoleria 42
Torna al Teatro Duse di Bologna il progetto di Fabrizio Favale dedicato alla Nuova Danza. Il 10, l’11 e il 12 maggio 2017 torna Circo Massimo un progetto di danza che coinvolge alcuni dei talenti più virtuosi della nuova coreografia internazionale.
«Questa seconda edizione viene immaginata come totale apertura al fare artistico da parte di coreografi locali e internazionali, che attraverso assoli o collaborazioni/contaminazioni tra loro possano sviluppare la loro creazione, senza limiti» spiega Fabrizio Favale.
Questa seconda edizione, dal titolo Experiment IV, sceglie quattro coreografi: Simona Bertozzi, Caterina Basso, Ioannis Mandafounis e Tilman O’Donnell. Il progetto affida loro una totale apertura artistica, che attraverso assoli o collaborazioni, sviluppa creazioni originali e fuori dagli schemi. Dal 10 al 12 maggio gli artisti invitati saranno presenti in teatro, liberi di gestire performance e spazi. Infatti, ogni sera, a partire dalle 21, cinque assoli avranno luogo per soli 80 spettatori negli spazi più “inaspettati” del teatro Duse. Una carta bianca che ognuno disegna secondo il proprio sentire, utilizzando sia lavori esistenti oppure inventati per l’occasione.
Segnaliamo che in questo contesto, Simona Bertozzi debutta, insieme alla nota cantante e attrice bolognese Angela Baraldi, con We two, how long we were fool’d, performance creata ad hoc a partire da una rara poesia di Walt Whitman.
«Ho accolto con molto entusiasmo l’invito di Fabrizio Favale a prendere parte a questa edizione di Circo Massimo, ritrovando nel suo format, così aperto e molteplice, l’opportunità di inoltrarmi in una dimensione creativa inusuale, rispetto ai miei ultimi lavori, ma a cui sono particolarmente interessata, per un pensiero posto su alcuni progetti in itinere» suggerisce Simona Bertozzi «In particolare mi interessa la natura del playground, dell’incontro, delle regole e delle certezze da aggirare per una tensione verso l’illimitato, lo sconfinato, il non finito, la vibrazione del momento».