Miguel Ángel Berna all’Olimpico di Roma con lo spettacolo Cardía
Dal 12 . 04 . 2017 al 13 . 04 . 2017
21.00
Roma - Teatro Olimpico, Piazza Gentile da Fabriano 17
Il Festival Internazionale della Danza di Roma dell’Accademia Filarmonica Romana e del Teatro Olimpico, giunto alla sua settima edizione, presenta mercoledì 12 e giovedì 13 aprile 2017 in prima italiana al Teatro Olimpico, Cardía, il nuovo spettacolo del ballerino e coreografo spagnolo Miguel Ángel Berna e di Manuela Adamo.
Cardía è un viaggio nell’anima di due regioni del sud d’Europa: l’Aragona e il Salento. Terre distanti, si dirà, oggi diverse, addirittura estranee, benché abbiano condiviso un tratto di storia quando agli albori dell’età moderna gli aragonesi governarono l’Italia meridionale. Eppure, scavando nelle tradizioni, nella memoria popolare, nei recessi del patrimonio immateriale di queste terre si scorgono affinità inaspettate, curiose coincidenze, tracce, forse, di una patria culturale comune: musiche e balli per curare il mal-essere miticamente generato dal morso di un ragno o di uno scorpione; canti e lamenti di prefiche che accompagnano la straziante separazione dei morti dai vivi; coltelli e bastoni che maneggiati con maestria riproducono in un disegno coreutico perfetto la tensione di scontri e duelli. Coincidenze o convergenze? La ricerca, ai primi passi su questi temi, è ancora da approfondire. Si tratta comunque di segni che attestano una sensibilità comune, modi analoghi che le tradizioni popolari, superando i confini posti dalla storia, preservano e tramandano per scandire i tempi e i fatti della vita.
I gesti, le danze, le musiche e le parole che compongono Cardía sono, dunque, quelli che nei secoli, per coincidenza o per convergenza, hanno dato voce in queste due regioni agli accadimenti che segnano il volgere dell’umana avventura, quelli che irrompono nel quotidiano e sembrano alterare per sempre l’ordine del mondo, quelli che agitano le passioni, alterano gli equilibri, scompaginano l’esistenza. Amore, disperazione, follia; sofferenza, malattia, remissione del male; i conflitti che scuotono il quotidiano, per rabbia, onore o vendetta; la morte, soprattutto, l’estremo dramma della perdita di una persona cara; e poi la vita, di nuovo, che festosamente ricomincia. Sono questi gli aspetti di un ciclo vitale costellato di emozioni, gioie e dolori che, in Aragona come in Salento, sono narrate, commentate, addomesticate da rituali, canti e poesia. Essi esprimono la volontà di una comunità intera di attraversare le temperie individuali e di ristabilire l’ordine del mondo, facendo appello insieme, coralmente, al savoir-faire e al savoir-vivre perpetuato in antiche tradizioni.
Elemento centrale di questa vicenda mondana e delle sue rappresentazioni, nella storia viva come in questo spettacolo, è il cuore – cardia, sacello dell’anima sensibilis, organo che sente, tripudia e patisce.
Lo spettacolo, creato con la consulenza storica-antropologica di Andrea Carlino prof. Storia della medicina dell’Università di Ginevra e la consulenza storica-letteraria dello scrittore e filologo Javier Barreriro, vede in scena Brizio Montinaro, la cantante Maria Mazzotta, i musicisti Vincenzo Gagliani (tamburello), Josue´Barrés (Cajón), Miguel Angel Fraile (fiati, organetto), Francesco Loccisano (chitarra battente e classica) e Alberto Artigas (liuto- bandurria) e i ballerini Miguel Angel Berna, Manuela Adamo, Lubna Shakty, Pablo Perez, Miriam Abad e Irene Ruiz.