Il 9 marzo a Madrid una grande evento di piazza in difesa della cultura.
La Plataforma en defensa de la cultura organizza un grande evento performativo per sensibilizzare i cittadini sui problemi della cultura e sui tagli dei finanziamenti al settore posti in essere dal governo conservatore del Partido Popular. Per gli organizzatori della Piattaforma spagnola “senza cultura non c'è futuro ne dignità”.
Domenica 9 marzo 2014 a Madrid si svolgerà un grande evento ludico-ricreativo per denunciare i danni al patrimonio culturale collettivo provocati dalle politiche di austerità e dai tagli dei finanziamenti al settore posti in essere dal governo conservatore del Partido Popular.
L’evento è organizzato dalla Plataforma en defensa de la cultura che riunisce centinaia di associazioni e artisti, dalle arti sceniche alla musica, dalla danza alle arti plastiche e visive, dall’archeologia alla scrittura, e intende sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza sulle problematiche legate ai diversi settori culturali.
“La cultura ha un problema di identificazione con la cittadinanza, dato che quest’ultima, al contrario di quanto accade con l’istruzione o la sanità, non è cosciente di come la cultura la riguardi direttamente” ha sostenuto Fernando Marin, della Giunta degli autori di musica, uno dei portavoce della Piattaforma, nel presentare l’iniziativa all’Ateneo di Madrid. All’insegna dello slogan ‘Tutti siamo cultura’, cantanti, attori, uomini e donne di spettacolo, saranno coinvolti domenica in una grande performance, che si concluderà con il coro del Nabucco di Giuseppe Verdi, cantato da 1.000 voci, al quale si uniranno i cittadini presenti.
Cosa chiedono e rivendicano gli artisti spagnoli? Tra i punti inseriti in un loro comunicato figura un netto NO alla privatizzazione degli spazi culturali di uso pubblico, un No alla privatizzazione nella formazione nelle varie arti e in generale un no ogni forma di privatizzazione del patrimonio storico culturale. Tra le richieste anche la riduzione dell’IVA per la cultura, la reale accessibilità alla cultura e agli spettacolo per tutti i cittadini, e il riconoscimento dei rappresentanti dei diversi settori culturali come interlocutori e partner nell’elaborazione delle leggi che riguardano la cultura e il patrimonio culturale: dalla legge sulla proprietà intellettuale a quella sui patronati a quella sul patrimonio storico.
Tra le richieste anche quella che riguarda radio e televisioni pubbliche, che devono essere svincolate dalla politica e devono trasmettere in prima serata spettacoli di valore culturale.
Queste richieste che arrivano dal mondo culturale spagnolo sono incredibilmente simili a quelle che provengono dal mondo della cultura italiano.
Ma riusciremo mai noi a fare squadra in questo modo? Riusciremo mai anche noi in Italia a chiamare in Piazza a raccolta la gente di teatro, musica, cinema e danza, la gente dei musei e delle biblioteche, la gente di circo e i maghi, gli artisti di strada e gli scrittori. Tutti uniti per difendere la cultura nel proprio Paese?
Danzaeffebi condivide il monito degli organizzatori della Piattaforma spagnola: “senza cultura non c’è futuro ne dignità”.
08/03/2013