La recensione

Scuola di Danza dell’Opera di Roma: nuovo successo con La Bottega Fantastica di Luciano Cannito

Da non perdere lo spettacolo La Bottega Fantastica con le coreografie di Luciano Cannito per gli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma in scena fino al 7 dicembre 2016 al Teatro Nazionale di Roma. Originale la versione del coreografo, che si immerge nelle atmosfere festose del magico negozio giocando con un immaginario collettivo senza tempo. Viaggio breve e densissimo, il balletto convince per l’apparente semplicità del gioco coreografico, fruibile dai giovanissimi negli aspetti estetici immediati eppure raffinato nella regia. Gli allievi dal quinto all’ottavo corso della Scuola diretta da Laura Comi si dimostrano padroni della scena e abili nello stile di Cannito. Calorosi applausi per tutti i protagonisti dal pubblico del Teatro Nazionale.

La Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma ha inaugurato il mese delle festività natalizie con La Bottega Fantastica, coreografia di Luciano Cannito sulle musiche di Ottorino Respighi dai brani di Gioachino Rossini (ancora in scena al Teatro Nazionale di Roma fino al 7 dicembre 2016): uno spettacolo delizioso che tra le sfumature di una generazione eclettica e giovane riscopre i colori di un immaginario fantastico senza tempo. Ispirata a La Boutique Fantasque (1919) di Léonide Massine, la versione di Luciano Cannito si affranca dal contorno narrativo originale per immergersi nelle atmosfere festose di una nottambula banda di giocattoli animati.

Scorgiamo da subito i protagonisti dei giocosi tumulti, illuminati d’improvviso in platea e accompagnati da suoni elettronici intermittenti: l’incontro tra ‘Roby il robottino’ e Pasqualino, lo scugnizzo animatore di giocattoli, ci catapulta nella stanza degli automi dello Zio Jossef tra gli scaffali stracolmi dei giochi più desiderabili del mondo. Alle spalle del bottegaio dormiglione, soldatini e carillon danzeranno senza sosta, festeggiando l’incontro romantico tra Pasqualino e la bambola Rosalia in una scombussolata notte tra sogno e realtà.

Se non è nuovo il tema del giocattolo che prende vita tra le difficoltà di un mondo cinico e insidioso (pensiamo a Le avventure di Pinocchio, ma anche al soldatino che si trasforma nel principe de Lo Schiaccianoci), è certamente originale il modo in cui il coreografo Luciano Cannito sceglie di rappresentarlo, utilizzando la chiave (colta eppure estremamente efficace e leggibile) della memoria fantastica collettiva. I giocattoli di Cannito, guidati da un estroso giovane (probabile proiezione della stessa creatività del coreografo), vivranno una notte di danza e divertimenti tra i mille fotogrammi di una fantasia condivisa: riconosceremo le scene di un cinema disneyano indimenticato (l’elegante tavola con i protagonisti de La bella e la bestia o l’esilarante episodio del Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie); troveremo citazioni dal grande repertorio classico del balletto (valzer, danze dal mondo, divertissement e pas de deux) e istantanee in omaggio a Roland Petit (impossibile non pensare alla Coppelia del coreografo francese durante i simpatici passi a due dei protagonisti e nel finale di gruppo).

E scopriremo poi le immagini di una fantasia d’ultima generazione, tra i giocattoli in rivolta di una moderna Toy Story (film d’animazione del 1995) e i turbini coreografici di uno sfrenato Moulin Rouge! (film musical del 2001). Tra le righe, immagineremo uno scambio di conoscenze tra il coreografo e i giovani interpreti, accompagnati per mano dall’esperto ‘costruttore’ tra le avventure del balletto; uno scambio che si compie, non a caso, in un luogo di costruzione e magia in cui prende vita un piccolo corpo di ballo: una ‘fantastica bottega’ simile, per molti versi, alla Scuola di Danza di un grande teatro. Viaggio breve e densissimo, animato da mille suggestioni eppure sapientemente cadenzato, La bottega fantastica convince per l’apparente semplicità del gioco coreografico, fruibile da una platea di giovanissimi negli aspetti estetici immediati eppure raffinata nella regia e nei dettagli (grazie anche ad una musicalità minuziosa che insegue senza frenesie le avvincenti note di Respighi/Rossini).

Gli allievi dal quinto all’ottavo corso della Scuola di Danza diretta da Laura Comi si dichiarano padroni della scena, a perfetto agio nello stile di Luciano Cannito e favoriti da una costruzione corale che non ne nasconde le singole abilità. Simone Agrò, diplomando più volte segnalato da Danzaeffebi come giovane promessa del balletto, è protagonista ideale di una narrazione frizzante e dinamica, perfetto interprete di un ruolo (Pasqualino) che gli è congeniale per verve scenica e abilità tecnica. Naturalmente dotato, Agrò conquista la scena con grandi virtuosismi (grand jeté, pirouettes, ottimi arabesque e développé), ma anche con sottili soluzioni stilistiche che ne caratterizzano la presenza scenica e che lasciano già immaginare future interpretazioni da professionista. Nei pas de deux sfodera sapiente abilità da porteur e doti liriche notevoli che ben accompagnano i difficili intrecci con la partner Carla Mammo Zagarella (Rosalia). La giovane ballerina si esprime con tecnica cristallina e linee aggraziate, sicura su punte arcuate e potenti, brava nel gestire le rigidità stilistiche e le morbidezze sentimentali richieste dal ruolo della bambola innamorata.

Bene Alessandro Casà (altro talento tra i diplomandi 2017) nei panni del Principe Dimitri: potente e deciso, il giovane esplode nei salti e nei difficili passaggi della danza dei Cosacchi, emergendo dal gruppo per vigore interpretativo e sicurezza scenica. Bravi anche i piccoli cosacchi Massimo Colonna Romano, Lorenzo Cornacchione, Cordero Fabbri e Manuel Giovani, alle prese con legazioni difficili affrontate con sorprendente puntualità. Tra i solisti, segnaliamo i giovani protagonisti del Notturno (pas de deux), Giuseppe Montalto, soldatino di piombo dal movimento elegante e musicale, ed Emma Fazzi, armoniosa ballerina del carillon dalle linee affusolate. Bello il Valzer lento in cui le coppie in abito bianco si alternano in sequenze coreografiche essenziali che ben assecondano le note vellutate di Respighi/Rossini (interpreti Alessandro Burini, Nicola Di Vico, Alessandro Casà, Filippo Terrinoni, Lorenzo Torriero, Maria Filomena Arcuri, Noemi Tosone, Chiara De Benedetto, Erika Mezzapesa). Nota di merito infine al piccolo Gabriel Potenza, allievo del primo corso, adorabile nei panni di Roby il robottino.

In chiusura, si replica la coinvolgente Tarantella dell’inizio in un’esplosione di colori che esalta l’ottimo lavoro sui costumi di Anna Biagiotti, le scene originali di Michele Della Cioppa e le luci di Patrizio Maggi. Un allestimento ricco e raffinatissimo che bel esalta e si amalgama con tutta la coreografia.

Un bel successo per la Scuola dell’Opera (attualmente impegnata anche nelle imminenti produzioni della Compagnia del Teatro dell’Opera  Lo Schiaccianoci di Giuliano Peparini e Il pipistrello di Roland Petit), non solo per l’efficace risultato in scena, ma anche per l’evidente lavoro dietro le quinte curato dal coreografo Luciano Cannito e dalla squadra di docenti diretta dall’étoile Laura Comi.

Lula Abicca

06/12/2016

Foto: La Bottega Fantastica di Luciano Cannito, Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da laura Comi, ph. Yasuko Kageyama.

La recensione di riferisce alla replica di sabato 3 dicembre 2016.

 

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Un Commento

  1. Sabri68

    Sono d’accordo con il suo giudizio su questo spettacolo e sul lavoro dei giovani allievi della Scuola del Teatro dell’Opera, tanto plaudo per il loro grande impegno. Se mi consente un piccolo appunto, per quanto riguarda il Walzer oltre agli allievi da lei menzionati che sono stati sicuramente lodevoli, ritengo che lo stesso impegno e partecipazione, lo hanno espresso anche gli altri allievi non menzionato da lei. Nel complesso dell’esibizione: bravi tutti!!!!!

    Dic 06, 2016 @ 11:56:52

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