Il Balletto della Scala torna a Parigi. In scena Il lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky.
Il Corpo di Ballo della Scala torna a Parigi presentando, dal 5 al 13 novembre 2016 al Palais des Congrès, Il lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky, spettacolo che ha debuttato con grande successo lo scorso giugno. Nei ruoli di Odette/Odile e di Siegfried si alterneranno tre coppie di artisti scaligeri: Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko, Vittoria Valerio con Claudio Coviello, Martina Arduino con Nicola Del Freo.
Lo scorso anno, con Giselle, il Balletto della Scala era tornato a Parigi dopo 13 anni dalla precedente e prima trasferta parigina. Dal 5 al 13 novembre 2016 il Corpo di Ballo della Scala torna a Parigi presentando al Palais des Congrès il suo più recente ingresso in repertorio, Il lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky nato in coproduzione con l’Opernhaus di Zurigo, dove ha debuttato nel febbraio 2016, e presentato per la prima volta dagli artisti scaligeri a Milano il 30 giugno 2016.
Nei ruoli di Odette/Odile e di Siegfried si alterneranno Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko (5, 10 e 13 novembre); Vittoria Valerio con Claudio Coviello (9 e 12 novembre) e Martina Arduino con Nicola Del Freo (nella recita pomeridiana del 12 novembre).
Rothbart sarà Mick Zeni poi Alessandro Grillo; Benno sarà interpretato da Christrian Fagetti, Marco Agostino e Walter Madau. La Regina sarà interpretata da Caroline Westcombe e Daniela Siegrist; Wolfgang da Andrea Pujatti. Nel passo a tre si alterneranno Virna Toppi, Alessandra Vassallo, Christian Fagetti poi Martina Arduino, Chiara Fiandra, Marco Agostino e Agnese Di Clemente, Daniela Cavalleri, Walter Madau. I quattro piccoli cigni saranno Daniela Cavalleri, in alternanza con Stefania Ballone, Lusymay Di Stefano, Christelle Cennerelli, Agnese Di Clemente, in alternanza con Denise Gazzo; i quattro grandi cigni Chiara Fiandra in alternanza con Gaia Andreanò, Virna Toppi, Alessandra Vassallo in alternanza con Martina Arduino, Maria Celeste Losa; nella danza spagnola Emanuela Montanari, Beatrice Carbone, Riccardo Massimi, Massimo Garon si alterneranno con Paola Giovenzana, Giulia Lunardi, Edoardo Caporaletti, Emanuele Cazzato, e con Emanuela Montanari, Marta Gerani, Gabriele Corrado e Christian Fagetti; la coppia ungherese sarà Chiara Fiandra con Alessandro Grillo e poi con Maurizio Licitra; Maria Celeste Losa con Mick Zeni.
La Hungarian Symphony Orchestra Miskolc diretta da Rossen Milanov, eseguirà la prima versione della partitura, più breve e con alcune differenze rispetto alle usuali versioni.
L’approccio di Alexei Ratmansky al Lago dei cigni nasce attento studio delle notazioni Stepanov, custodite presso la Harvard Theatre Collection, e di altri documenti del tempo: recensioni, testi di produzione, descrizioni, memorie dei danzatori, disegni dei costumi per provare ad avvicinarsi all’originale, per poter capire e scoprire come fosse la coreografia a fine Ottocento, per aderire quanto più possibile all’intento di Petipa, fissato nella notazione. Notazione che ove non completa, è stata integrata con altre fonti, come film inglesi o russi. Per questa sua versione Ratmansky è tornato dunque sui passi di Petipa e Ivanov al Teatro Mariinskij nel 1895, nel rispetto dello stile e delle intenzioni di Petipa, con uno sguardo rispettoso, sensibile e vivo.
In scena questo si traduce in dettagli di grande suggestione, umanità, drammaticità e grazia, che permettono al pubblico di poter capire la struttura del balletto originale, l’equilibrio tra danza e pantomima, lo sviluppo della vicenda e dei personaggi e il senso di una differente tecnica classica.
Tornando alle fonti, nella delineazione della ballerina-cigno ci si allontana dell’imitazione di un cigno, e emerge una più evidente connotazione di fanciulle; i cigni hanno un aspetto differente, con tutù più simili a una gonna rispetto alle versioni classiche. Molti i personaggi maschili nelle scene con i cigni: non solo il principe, ma anche i suoi amici e cacciatori. Quando Siegfried incontra Odette è presente anche il suo migliore amico Benno e la scena culmina in un pas de trois. Ci sono cigni bambini e cigni neri; sul piano coreografico, le scene di insieme emergono nella loro costruzione complessa e, seguendo Petipa, coreograficamente le estensioni sono meno accentuate, ci si concentra sul lavoro dei piedi, l’uso del collo e della espressività del viso. Dalla notazione emerge anche la presenza di molta azione, momenti psicologici, che danno il senso dell’intreccio, e portano a presentare la vicenda come una storia d’amore umana, più che come simbolo di classicismo. Vengono recuperati gli elementi di pantomima, che nelle edizioni successive furono tagliate o trascurate e che emergono nella loro importanza per lo sviluppo della storia e dei personaggi.
Secondo Ratmansky il mito del Lago nasce dall’incontro di diversi fattori, il simbolismo della dualità tra bianco/nero, la commistione di grandi sentimenti e quadri fantastici, fantasie archetipiche e tecnica stupefacente, che si sviluppa sulla musica sensibile e profondamente emotiva di Čajkovskij, una delle prime grandi partiture per balletto, un’opera d’arte sinfonico-drammatica.
L’allestimento, firmato da Jérôme Kaplan, non è una ricostruzione anche se tiene conto delle indicazioni sull’ambientazione e gli schizzi delle scene contenuti nelle notazioni; oltre che ai costumi originali si è ispirato anche al movimento artistico inglese dei preraffaelliti ed evoca il Medioevo, per ritrovare lo spirito del lavoro originale.
29/10/2016
Foto: 1.-4. Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, Il lago dei cigni di Alexei Ratmansky, ph. Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 5.-6. Vittoria Valerio e Claudio Coviello, Il lago dei cigni di Alexei Ratmansky, ph. Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 7.-8. Martina Arduino e Nicola Del Freo Il lago dei cigni di Alexei Ratmansky, ph. Brescia e Amisano Teatro alla Scala; 9.-11. Il lago dei cigni di Alexei Ratmansky, ph. Brescia e Amisano Teatro alla Scala