A Roma

Christopher Wheeldon ed Eleonora Abbagnato presentano Il lago dei cigni al Teatro dell’Opera di Roma

Presentato in conferenza stampa Il lago dei cigni del coreografo inglese Christopher Wheeldon, ultima produzione di balletto della stagione 2015/2016 del Teatro dell’Opera di Roma, per la prima volta in scena al Teatro Costanzi dal 27 settembre al 5 novembre 2016. Protagonisti della prima, due principals del Royal Ballet, Lauren Cuthbertson e Federico Bonelli, accompagnati dal Corpo di Ballo diretto da Eleonora Abbagnato. Nelle repliche, si alterneranno nei ruoli principali i primi ballerini Rebecca Bianchi, Alessandra Amato e Manuel Paruccini, e i solisti Susanna Salvi, Claudio Cocino, Michele Satriano, Giacomo Luci, Giuseppe Schiavone. Un appuntamento imperdibile per ammirare il fantasioso estro dell’acclamato Christopher Wheeldon e la nuova prova del Corpo di Ballo della capitale.

Dal 25 . 09 . 2016 al 05 . 11 . 2016

Roma - Teatro dell'Opera

Favola d’amore e tormento, simbolo della tradizione del balletto, Il lago dei cigni va in scena al Teatro Costanzi di Roma (a partire dal 27 settembre 2016 e in replica fino al 5 novembre 2016 per un totale di 14 rappresentazioni) nella versione dell’acclamato coreografo inglese Christopher Wheeldon e per la prima volta interpretato dal Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Asso nella manica della Direttrice Eleonora Abbagnato, l’evento in prima italiana chiude la programmazione 2015/2016, già registrata come una delle più proficue, in termini di quantità e gradimento del pubblico, tra le ultime stagioni di balletto.

Nella prima del 27 settembre (e nelle repliche dell’1, 2 e 9 ottobre), il Teatro accoglie nei ruoli di Odette/Odile e Siegfried, i principal del Royal Ballet di Londra Lauren Cuthbertson, musa dello stesso Wheeldon e protagonista del suo fortunatissimo Alice’s Adventures in Wonderland, e Federico Bonelli, orgoglio italiano nel mondo, dal 2003 primo ballerino a Londra e stella ospite nei maggiori teatri internazionali (tra gli altri, Teatro alla Scala di Milano e Opéra de Paris). Nelle restanti date, fino a novembre e nell’anteprima del 25 settembre riservata agli under 26, vedremo in scena nei ruoli principali le prime ballerine dell’Opera di Roma Rebecca Bianchi e Alessandra Amato, la solista Susanna Salvi (Odette/Odile), i solisti Claudio Cocino, Michele Satriano, Giacomo Luci e Giuseppe Schiavone (Siegfried) e il primo ballerino Manuel Paruccini nel ruolo del malvagio Von Rothbart. Accanto a loro i solisti, il Corpo di ballo e l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta dal maestro Nik Kabaretti.

Nuova impresa dunque per il Corpo di Ballo romano, alle prese con il fantasioso estro di Christopher Wheeldon, già danzatore negli anni Novanta per il Royal Ballet, presto nominato coreografo residente del New York City Ballet e oggi autore premiato e richiestissimo in tutte le maggiori compagnie del mondo (American Ballet Theatre, Bolshoi di Mosca, Royal Swedish Ballet). Un vero protagonista della scena internazionale che alcuni avranno già avuto modo di ammirare per l’opera di maggior successo e diffusione, il coloratissimo Alice’s  Adventures in Wonderland (2011), o per The Winter’s Tale, vincitore del Benois de la Danse 2015.

Nella trama del Lago di Christopher Wheeldon (creato nel 2004 per il Pennsylvania Ballet e rimontato per il Joffrey Ballet nel 2014), una sovrapposizione di piani reali e immaginati accompagna lo spettatore in un doppio conturbante viaggio, prima all’interno di una sala di danza tra le polverose atmosfere d’Ottocento del pittore francese Edgar Degas, e poi nelle magiche evoluzioni coreografiche che hanno reso eterno il capolavoro di Marius Petipa e Lev Ivanov su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

È lo stesso Christopher Wheeldon, durante la conferenza stampa dello scorso 15 settembre 2016, al Teatro dell’Opera di Roma, ad indicare gli snodi principali della sua rilettura: “Il balletto porta in scena, nel primo atto, la realtà di una compagnia di danza impegnata nella ripresa del tradizionale Lago dei cigni; vediamo dunque da subito i danzatori all’interno di una sala studio, occupati nelle intense prove della famosa coreografia. In questa situazione, li vediamo continuamente entrare e uscire da momenti in cui sono solo danzatori in prova e momenti in cui diventano i personaggi del balletto. Alla fine del primo atto, rimane in scena solo l’interprete del principe Siegfried che in modo ‘magico’ porta la storia de Il lago dei cigni all’interno della sala prove: le finestre si aprono, i cigni entrano volando in studio e la favola che tutti conosciamo ha inizio. Il secondo atto richiama la versione originale del balletto fino a quando, nel terzo atto, ci si ritrova di nuovo nella realtà della compagnia, riunita per una cena di raccolta fondi per l’imminente messinscena del Lago: i due mondi di Siegfried (quello reale in cui interpreta il personaggio del balletto e quello sognato in cui ama la ragazza-cigno Odette) convivranno nello stesso luogo e vedremo scontrarsi gli elementi della favola, del magico e della realtà”.

Una versione che intreccia dunque tratti della tradizione e spunti d’originalità, di cui lo stesso Wheeldon rivela i retroscena: “L’ispirazione è nata da una visita, in America, ad una mostra di quadri di Edgar Degas; mi sono lasciato affascinare dalle misteriose figure maschili che circondavano le ballerine ritratte e ho desiderato esplorarne la storia, immaginando, oltre queste pitture, il parallelo tra il potere di Von Rothbart sulle ragazze – cigno dello storico balletto e la dominazione maschile dell’epoca sulle donne e, nello specifico, sulle ballerine d’Opera. Nello stesso tempo ho sovrapposto la favola originale alla realtà di una comunità di danzatori, alle prese con il duro lavoro in studio per raggiungere la perfezione sul palcoscenico. Potrei definire la mia creazione una lettera d’amore al percorso del danzatore classico e al suo cammino verso la perfezione”.

Una versione che, pur attraversata da accenti di modernità narrativa, il coreografo definisce, con decisione, classica: “Sono cresciuto nel grande rispetto della versione di Petipa e Ivanov, ma volevo creare una versione personale che mantenesse le qualità di quel Lago che io stesso ho sempre danzato e ammirato, trasportandole in un nuovo contesto. Sono nato nel segno della coreografia narrativa inglese, grazie al lavoro e all’eredità di Kenneth MacMillan e Frederick Ashton, e sono poi cresciuto danzando George Balanchine e Jerome Robbins  per 8 anni a New York con il New York City Ballet: il mio stile deriva pertanto da queste due grandi influenze, legate da una parte alla narrazione e dall’altra al classicismo puro. Il mio vocabolario resta prettamente classico (pur amando io stesso esplorare nuovi generi) e mi considero un appassionato della tecnica sulle punte”.

Nei confronti della compagnia del Teatro dell’Opera e della direttrice Abbagnato, parole di gratitudine e ammirazione: “È un grande piacere e onore vivere questa prima esperienza a Roma con i danzatori del Teatro dell’Opera – dichiara con entusiasmo Christopher Wheeldon –  Ho avuto la fortuna di lavorare con alcune delle maggiori compagnie del mondo, ma come artista ritengo che la soddisfazione più grande sia entrare in una sala e incontrare ballerini giovani ‘affamati’ di nuove esperienze. Oggi a Roma sento questa atmosfera, credo che la compagnia stia vivendo una fase eccitante in cui i cambiamenti si sentono davvero nell’aria. È bello poter partecipare a qualcosa che sta crescendo. Ringrazio per questo Eleonora Abbagnato, che ammiro da sempre come artista e di cui ammiro oggi le qualità di direzione (ho l’unico rammarico di non aver mai creato per lei, ma forse non è ancora troppo tardi…). Sono emozionato di poter lavorare con lei e non vedo l’ora di vedere il futuro della sua compagnia”.

Espressioni di stima ricambiate, in conferenza stampa, dalla stessa Eleonora Abbagnato: “È un onore per me presentare per la prima volta in Italia il coreografo Christopher Wheeldon – conferma la direttrice del Ballo – Era obiettivo del Teatro, oltre che mio e del Sovrintendente Carlo Fuortes, accogliere questo grande nome della scena internazionale per far capire quanto la compagnia stia crescendo e per evidenziare la voglia di mettersi alla prova dei nostri giovani talenti del Corpo di Ballo. Osservo in questi giorni con immenso piacere delle prove incredibili, piene della grande energia che lo stesso Christopher riesce a trasmettere ai ballerini. Questo è del resto quello che più mi interessa, che i miei ragazzi abbiano la possibilità di confrontarsi con questi grandi coreografi per la propria maturazione artistica e per il futuro dell’intera compagnia”.

“Questo Lago dei cigni sarà una sorpresa anche per il pubblico, che certamente già conosce il grande titolo classico, ma troverà in questa versione qualcosa di nuovo e speciale – prosegue Eleonora Abbagnato – A mio parere, questo è il futuro del balletto. Per me la danza è emozione ed espressione, ed è esattamente ciò che lo stile e la coreografia di Christopher Wheeldon permettono di portare in scena. La poesia della sua rilettura genera un coinvolgimento del tutto nuovo rispetto a quello a cui siamo abituati. Sono felice che Christopher Wheeldon senta, in prova con la compagnia, un’energia positiva e tanta voglia di lavorare: significa che stiamo crescendo. Spero che collabori con noi a lungo, anche perché è un coreografo giovane (siamo quasi coetanei) con cui riesco ad avere una comunicazione diretta e spontanea. Questa esperienza porterà i miei ballerini a crescere ulteriormente nel classico, tecnicamente e artisticamente, perché Christopher tiene molto alla costruzione e all’immagine dei personaggi e non solo alla pulizia del movimento. Ringrazio il Sovrintendente per condividere con me questo percorso con i grandi coreografi internazionali (iniziato lo scorso febbraio con la serata che portava in scena estratti dal repertorio storico di Rudolf Nureyev, George Balanchine, William Forsythe e una creazione recente di Benjamin Millepied). Tra le grandi difficoltà dei teatri italiani, noi continuiamo a pensare al futuro e viviamo un momento di crescita; questo mi rende estremamente felice e mi dà la voglia di andare avanti”.

Dalla direttrice, sentiti ringraziamenti anche ai maestri ripetitori Nicolas Blanc e Jason Flower, che seguono in questi giorni la compagnia durante le prove per l’imminente debutto, e al maître ospite Jean-Sébastien Colau.

Lula Abicca

16/09/2016

Il lago dei cigni nella versione coreografica di Christopher Wheeldon, con scene di Adrianne Lobel, costumi di Jean – Marc Puissant e le luci di Natasha Katz, debutta al Teatro Costanzi di Roma il 27 settembre 2016, ore 20. Anteprima giovani domenica 25 settembre 2016 ore 16.30. Repliche venerdì 30 settembre 2016 ore 20.00, sabato 1 ottobre 2016 ore 18.00, domenica 2 ottobre 2016 ore 16.30, sabato 8 ottobre 2016 ore 18.00, domenica 9 ottobre 2016 ore 16.30, sabato 15 ottobre 2016 ore 18.00, mercoledì 19 ottobre 2016 ore 17.00, venerdì 21 ottobre 2016 ore 20.00, mercoledì 26 ottobre 2016 ore 20.00, mercoledì 2 novembre 2016 ore 17.00, giovedì 3 novembre 2016 ore 20.00, venerdì 4 novembre 2016 ore 20.00, sabato 5 novembre 2016 ore 18.00.

Segnaliamo che Il lago dei cigni di Christopher Wheeldon è al centro del quarto e ultimo incontro del primo ciclo del progetto I coreografi, i ballerini e noi con Rossella Battisti che si terrà due giorni prima della prima, domenica 25 settembre alle ore 11.00 nella Sala Presidenziale del Teatro Costanzi.

www.operaroma.it

 

Foto: 1. Lago dei Cigni di Christopher Wheeldon, ph. Alexander Iziliaev; 2. Lauren Cuthbertson, ph. Johan Persson; 3. Federico Bonelli; 4. Lago dei Cigni di Christopher Wheeldon, Alessandra Amato in prova con il coreografo, Jean-Sebastien Colau e Eleonora Abbagnato, Teatro Opera Roma ph. Yasuko Kageyama; 5. Lago dei Cigni di Christopher Wheeldon, prova, Teatro Opera Roma; 6.-8. Lago dei Cigni di Christopher Wheeldon, prova, Teatro Opera Roma ph. Yasuko Kageyama; 9. Lago dei Cigni di Christopher Wheeldon, Michele Satriano in prova con il coreografo, Teatro Opera Roma ph. Yasuko Kageyama; 10.-11. Christopher Wheeldon; 12. Eleonora Abbagnato, ph. Yasuko Kageyama.

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