In Abruzzo

A L’Aquila TRANS – U – MARE di Francesca La Cava per I Cantieri dell’Immaginario

09 . 08 . 2016

21.00

L'Aquila - Parco del Castello

TRANS-U-MARE, uno spettacolo sulla solitudine, sul significato del viaggio e del suo ripetersi, è il quinto appuntamento danzante de I Cantieri dell’Immaginario 2016 a L’Aquila, in scena martedì 9 agosto 2016 presso il Parco del Castello.

Lo spettacolo è il risultato di un progetto coreografico di Francesca La Cava sulle musiche originali di Mauro Palmas prodotto dal Gruppo E-Motion, dal Balletto di Sardegna e da Elena Ledda Vox in collaborazione con la Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli.

Legate da questa comune identità storica, l’Abruzzo e la Sardegna affondano le loro radici nella pastorizia e nella transumanza, una pratica dalle origini antiche ma sopravvissuta fino a tempi non molto remoti.

Etimologicamente il verbo transumare ha origini francesi e si compone del prefisso latino trans che vuol dire al di là, attraverso, e dalla  parola latina humus che vuol dire suolo, terreno.

Attraversare la terra, percorrere un percorso prestabilito, quello del tratturo per il pastore ed il suo gregge, significa predisporsi al cambiamento,  legarsi alla terra, alla ciclicità della natura e nel silenzio porsi in ascolto e in contemplazione.

La pièce, 2° studio della coreografa sul concetto della solitudine, attraversa i riti, i canti, gli usi e i costumi legati alle pastorizia e alla transumanza, recuperando un corredo di gesti e movimenti che rievocano quel lontano incedere solitario dal sapore quasi ascetico.

La danza e la musica si rifanno a gestualità  e sonorità arcaiche, potenziandole di suggestioni evocative. I danzatori Matteo Corso, Cristina Locci, Manolo Perazzi, Valeria Russo, i musicisti Mauro Palmas, Marcello Peghin, Silvano Lobina e la carismatica voce di Elena Ledda, snocciolano dalla memoria i gesti, i suoni e i canti atavici e potenti delle tradizioni sarde e abruzzesi. La creazione si suddivide in più quadri: quello della partenza, dell’attraversamento/cambiamento e dell’arrivo. Con un taglio registico tra il cinematografico ed il neorealistico, lo spettacolo conduce lo spettatore nel viaggio interiore dei pastori, legato alla sua terra e al suo gregge, e della donne in attesa del loro ritorno.

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