DANZA & RICERCA SCIENTIFICA

Scheletri danzanti per prevenire gli infortuni

Il video dello scheletro di una ballerina mentre danza intende aiutare i medici a monitorare i movimenti dei danzatori per evidenziare le lesioni e il deterioramento delle cartilagini prima che si manifestino. A realizzarlo l’Università di Ginevra nell'ambito di un progetto europeo.

Non è la danza degli scheletri di Walt Disney e neppure un film macabro. Il video dello scheletro della ballerina danzante che vi proponiamo di seguito, è un modo per i medici di monitorare i movimenti interni dei ballerini al fine di prevenire gli infortuni.

A realizzarlo e a presentarlo una settimana fa al Convegno dell’American Association for the Advancement of Science, è stata Nadia Magnenat-Thalmann, professore ordinario dell’Università di Ginevra, che ha creato nell’università svizzera il MIRALab, un laboratorio interdisciplinare di ricerca in animazione computerizzata.

A suo avviso questo ballerino animato tridimensionale che riproduce come un doppio l’interno del corpo del danzatore, può aiutare i medici a determinare le cause dei problemi articolari e a prevedere come il corpo si deteriorerà in futuro.

MIRALab ha studiato le ballerine che spesso sviluppano problemi articolari alle anche. “Abbiamo messo in relazione i loro corpi, le loro ossa e i movimenti che eseguivano – ha affermato Nadia Magnenat-Thalmann – Generalmente i medici indagano i problemi articolari utilizzando la tencologia MRI, ossia la risonanza magnetica. Ma l’approccio è limitato perché questa tecnologia cattura le immagini quando il corpo è fermo e non in movimento”.

Obiettivo della ricerca è riuscire a evidenziare le lesioni e il deterioramento delle cartilagini prima che si manifestino prestando attenzione alle articolazioni maggiormente sollecitate e soggette a usura.

Certo questo video non riproduce i movimenti estremi dei ballerini classici. Eppure i complessi algoritmi che calcolano i momenti di stress nelle articolazioni evidenziano degli attimi di “rosso” allarmante. Ci si domanda: se al posto dell’aggraziata ballerina dalla ginocchia un poco flesse e dai piedi non sempre tirati si fosse preso a modello un ballerino classico in una complessa variazione del repertorio quanto stress avrebbe individuato l’animazione scheletrica computerizzata messa a punto dalla professoressa svizzera?

E ancora: quale futuro in termini scientifici avrà questa ricerca sulle patologie articolari?

Sembrano molte dato che questa ricerca è parte di un progetto finanziato per più di 4 milioni di franchi svizzeri dalla Commissione Europea e che coinvolge sette équipe scientifiche coordinate dalla professoressa.

Francesca Bernabini

23/02/2014

Scrivi il tuo commento

design THE CLOCKSMITHS . development DEHLIC . cookie policy