La recensione

Roberto Bolle and Friends all’Arena di Verona: un enorme successo per uno spettacolo magico.

Roberto Bolle ancora una volta vince la sfida e riempie l'Arena di Verona di pubblico (13.000 spettatori) e di vero entusiasmo. Magico lo spettacolo, di altissimo livello per qualità di interpreti e per programma che alterna con calibrata varietà i virtuosismi mozzafiato dei classici del repertorio e la magnificenza del balletto contemporaneo.

La magia ha inizio. L’Arena di Verona è gremita, oltre 13.000 spettatori riempiono le gradinate. Le candeline si accendono e una leggera brezza accompagna il levarsi della luna.

È Prototype di Massimiliano Volpini, su musica di Pietro Salvatori, che concede l’incipit. Una figura umana si disegna sulla trasparenza di un grande schermo, immagine leonardesca dell’homo vitruviano secondo i canoni rinascimentali delle ideali proporzioni di bellezza. E da questa immagine si concretizza il danzatore, Roberto Bolle, ballerino dalle perfette sembianze che muove lentamente il suo corpo, scolpito secondo le linee purissime che regolano la danza classica. In Arena si percepiscono un fremito di emozione e un’energia intensa che, assieme alla brezza notturna, pervadono pubblico e interprete.

Dopo gli applausi scroscianti segue After the Rain di Christopher Wheeldon, pas de deux disegnato sulla magnifica musica di Arvo Pärt, ispirato all’amore e alla sua sublimazione. Ne sono interpreti, con una tecnica perfetta costruita su dinamiche di legato e di contrappunto, Anna Tsygankova e Matthew Golding entrambi  pricipal dancers rispettivamente al Dutch National Ballet di Amsterdam e al Royal Ballet di Londra. Saranno sempre loro, nella seconda parte dello spettacolo, ad eseguire il Grand Pas de Deux del Don Quichotte di Petipa/Minkus con brillantezza, fascino interpretativo, equilibri mozzafiato e grande virtuosismo.

Roberto Bolle ancora una volta vince la sfida con la vastità degli spazi e riesce a riempire l’Arena di Verona non solo di pubblico, ma soprattutto di vero entusiasmo, aprendo uno spettacolo di altissimo livello a spettatori autenticamente coinvolti dalla qualità del programma. La ben calibrata varietà di coreografie valorizza l’esibizione di giovani e luminosi talenti della danza mondiale.

Tra loro Osiel Gouneo, di scuola cubana e oggi principal dancer al Norwegian National Ballet di Oslo, di brillante capacità e di elegante bellezza. Osiel Gouneo e Nicoletta Manni, prima ballerina del Teatro alla Scala, danzano una tra le più spumeggianti e spettacolari piéce del repertorio del balletto, il pas de deux da Le Corsaire di Petipa/Drigo con grande maestria tecnica, lasciando il pubblico con il fiato sospeso per la meraviglia durante le variazioni e la coda.

Sarah Lane, dell’American Ballet Theatre e ancora Osiel Gouneo danzano invece un altro straordinario pas de deux, quello di Diana e Atteone di Vaganova/Pugni. La purezza, ma anche la capacità innovativa delle regole e dello stile che Agrippina Vaganova ha saputo infondere alla sua grande Scuola e ripercorrere nelle sue coreografie, sorprende ancora oggi. Attraverso i primi abbozzi di linee neoclassiche che con lei hanno inizio e che si si sono sviluppate successivamente contraddistinguendo l’opera di Balanchine, Agrippina Vaganova ha saputo infondere alla sua Dea cacciatrice, movenze di maestosa purezza. Ad Atteone, il giovane e abile cacciatore, che con superbia focosa si avvicina al suo fianco per rimirarla e sfidarla nella caccia, dedica una tecnica maschile straordinaria.

Sarah Lane possiede l’incanto e lo charme dell’affascinante Diana e Osiel Gouneo è un Atteone di sorprendente qualità. Con la sua tecnica virtuosistica arriva a compiere manèges, tours, grands sauts eseguiti con capacità sorprendenti di “ballon” mentre il suo corpo flessuoso e magnifico disegna nello spazio acrobazie che conducono all’estasi.

Altra superba coppia è quella formata da Elena Vostrotina, cresciuta alla scuola Vaganova di San Pietroburgo e Christian Bauch, entrambi danzatori al Semperoper Ballet di Dresda, interpreti di Vertigo Maze di Stijn Celis e Duet from New Suite per la coreografia di William Forsythe, entrambe su musica di J. S. Bach. Danzatori eclettici, dotati di capacità interpretative e  fluidità di movimento ineccepibili, hanno saputo mettere in risalto la magnificenza del linguaggio del balletto contemporaneo dei due grandi coreografi.

E poi Roberto Bolle. Ancora una volta nella sua immensa bellezza di danseur noble, di artista, di uomo di cultura, sensibile e profondo, acclamato da un pubblico innamorato e commosso, ha danzato due pièces di Roland Petit, evidenziando le sue grandi, preziose qualità di interprete.

Ecco allora Arlesienne in coppia con la bellissima Viktorina Kapitonova, étoile proveniente dal Balletto di Zurigo, e il magnifico pas de deux da Proust ou les Intermittences du Coeur in coppia con l’altrettanto splendido e carismatico Timofej Andrijashenko, oggi ballerino al Teatro alla Scala di Milano e pronto per una carriera che si prospetta fulgida. Passo a due di una bellezza cartesiana, Le combat des Anges, questo il titolo del pezzo estratto da Proust ou les Intermittences du Coeur su musica di Gabriel Fauré, è stato danzato con perfezione e qualità sublimi dai due interpreti. L’Arena, nella fascinazione della danza e della musica, si è trasformata in un centro di energia purissima in cui pareva esistessero, soli, quei due corpi a forgiare bellezza.

Lo spettacolo si è concluso con Le Grand Pas de Deux, coreografia di Christian Spuck sul’ouverture della Gazza Ladra di Rossini, brano divertente che racconta sulla scena le vicissitudini  di una coppia di ballerini, interpretati da Viktorina Kapitonova e Roberto Bolle. Lui molto serio, compito nella sua parte di eccellente partner, lei in tutù bianco, con coroncina di strass, occhiali da miope, sempre rigorosamente di strass,  borsetta rossa che non vuole mai abbandonare, un po’ distratta e poco volonterosa. Il risultato è, come si può immaginare, esilarante.

Per concludere, tra gli applausi copiosi di un pubblico incantato da tanta bellezza, sulle note di un travolgente pezzo jazz, i danzatori tutti insieme eseguono con gioia una danza a canone, di saluto.

Roberto Bolle and Friends confermano così come la danza sia un’arte anche per il grande pubblico che potrà ammirarli nelle repliche il 21 e il 22 luglio alla Versiliana, il 25 luglio alle Terme di Caracalla di Roma e ‪il 29 luglio al Festival di Peralada a Girona in Spagna.

Mariolina Giaretta

20/07/2016

Foto di Laura Ferrari.

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