Incontri

I Ballets Russes tra storia e mito. La presentazione del libro al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli

21 . 04 . 2016

Napoli - Conservatorio di San Pietro a Majella, via San Pietro a Majella 35

Il 21 aprile 2016, presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, alle ore 12, si terrà la presentazione del volume I Ballets Russes tra storia e mito di Stephanie Jordan, Jean-Michel Nectoux, Stephen Press, José Sasportes, Tim Scholl, Patrizia Veroli, Gianfranco Vinay e a cura di  Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay. Interveranno la Prof.ssa Daniela Tortora del Conservatorio di San Pietro a Majella e il Professor Massimiliano Locanto dell’Università di Salerno.

Il debutto parigino dei Ballets Russes, la compagnia di danza fondata da Sergej Diaghilev a Parigi nel 1909 e attiva fino alla sua morte (Venezia, 1929), dette l’avvio a un ventennio di spettacoli rimasti ineguagliati per la novità trasgressiva di molte coreografie, la qualità della musica, spesso appositamente composta e lo sfarzo degli allestimenti, per lo più ideati da pittori coevi. Dalla danza alla musica, dalla drammaturgia alla scenografia: non c’è arte scenica in cui i Ballets Russes non abbiano aperto una nuova era in Europa.

Il ruolo che Diaghilev assegnò alla cifra visiva dello spettacolo, dalla fase ideativa a quella promozionale e di mercato, pongono questo grand seigneur del teatro a suo agio tra tutte le arti del modernismo, tra i primi e più grandi impresari del 900. Coreografi come Fokin, Nijinsky, Massine, Nijiinska, Balanchine, musicisti quali Stravinskij, Prokof’ev, Debussy, Ravel, Satie, Milhaud e tanti altri, artisti tra i quali Bakst, Benois, Larionov, Gontcharova, Picasso, Braque, de Chirico hanno firmato produzioni molte delle quali vivono ancora nei repertori dei teatri del mondo intero. Da Oiseau de feu e Pétrouchka a Sacre du printemps, Pulcinella, Renard e Les noces (tutte di Stravinskij), da Daphnis et Chloé (Ravel), a Jeux (Debussy), da Parade (Satie) al Tricorne (De Falla), Chout, Le pas d’acier e Le fils prodigue (Prokofiev), da Les biches (Poulenc) a Le train bleu (Milhaud): alcune delle partiture per balletto più importanti dell’intero Novecento hanno preso vita con la compagnia di Diaghilev.

A oltre un secolo dall’inizio di quella straordinaria avventura scenica, un team internazionale di studiosi ne ha esplorato alcuni tra gli aspetti più intriganti. Il volume, curato da Patrizia Veroli e Gianfranco Vinay, è ricco di una sezione documentaria e di appendici che consentono al lettore di conoscere in dettaglio quei vent’anni di prodigi teatrali. La pubblicazione in facsimile di un fascicolo stampato nel 1913 in occasione delle prime rappresentazioni dei balletti Jeux (Debussy) e Sacre du printemps (Stravinskij), permette di avvicinarsi alla raffinatezza editoriale e iconografica che ha accompagnato le vicende di una compagnia di danza ormai leggendaria.

A un primo volume cartaceo si accompagna un secondo volume digitale, di imminente uscita nel sito dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Curato da Patrizia Veroli, esso include una cronologia generale (balletti ed opere) dell’attività dei Ballets Russes dal 1909 al 1929, una cronologia giorno per giorno delle tournée realizzate dalla compagnia in Italia (1911, 1917, 1920, 1921, 1926-27), un inserto iconografico sui Ballets Russes in Italia, un testo sui tre ballerini italiani che fecero parte della compagnia, ed infine i testi pubblicati nel primo volume nelle versioni originali (francese e/o inglese) o tradotte in francese.

Manuela Barbato

20/04/2016

Patrizia Veroli. E’ una storica della danza indipendente. Docente a contratto di Storia della Danza alla Università La Sapienza di Roma dal 2004 al 2010, ha pubblicato molti saggi sui Ballets Russes, ed ha curato nel 2011 Omaggio a Djagilev. I Ballets Russes (1909-1929) cento anni dopo (Vereja, con Daniela Rizzi). E’ autrice di diversi volumi, tra cui Milloss. Un maestro della coreografia tra espressionismo e classicità (LIM, 1996, Premio Bagutta ‘opera prima’), Baccanti e dive dell’aria. Donne danza e società in Italia 1900-1945 (Edimond, 2001) e Loie Fuller (L’Epos, 2008). Ha curato diverse mostre, tra cui Clotilde e Alexandre Sakharoff. Un mito della danza tra teatro e avanguardie artistiche (1991), Five Hundred Years of Italian Dance. Treasures from the Cia Fornaroli Collection (New York Public Library, 2006, con Lynn Garafola) e Walter Toscanini e la danza italiana (2012, con F. Falcone, medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano). Ha curato vari volumi, tra cui Les Archives Internationales de la Danse 1931-1952 (2006, con I. Baxmann e C. Rousier), Teatro delle Arti 1940-1943. Le Manifestazioni musicali nei bozzetti inediti della Collezione Antonio D’Ayala (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 1909, con D. Margoni Tortora) e Passi tracce percorsi. Scritti sulla danza italiana in omaggio a José Sasportes (Aracne, 2012, con A. Pontremoli). Con Con G. Borio e G. Vinay sta preparando gli atti del convegno Music/Dance. Sound and Motion in Contemporary Discourse, che verrà pubblicato da Ashgate nel 2017. Presiede attualmente l’Associazione Italiana Ricerca sulla Danza (2013-2016).

Gianfranco Vinay. Già professore di Storia della Musica al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Torino, dopo il suo trasferimento a Parigi nel 1994 ha partecipato alla formazione dottorale «Musique et Musicologie du XXème siècle» Ircam / CNRS fino al 1998. Dal 2003 al 2013 è stato maître de conférences al dipartimento di musica dell’Università di Parigi. Ha pubblicato numerosi studi di carattere storico (EDT, Torino, 1978 e 1991), analitico ed ermeneutico sulla musica del XX secolo, fra cui una monografia sul neoclassicismo stravinskiano (Stravinsky neoclassico. L’invenzione della memoria nel ‘900 musicale, Venezia, Marsilio, 1987), miscellanee di saggi di diversi autori su Stravinskij (Stravinsky, Il Mulino, Bologna, 1992), su Gershwin (EDT, Torino, 1992) e, nel corso degli ultimi anni, Charles Ives et l’utopie sonore américaine (Michael de Maule, Paris, 2001), Quaderno di Strada de Salvatore Sciarrino (Michel de Maule, Paris, 2007), uscito in versione italiana ampliata col titolo: Immagini gesti parole suoni silenzi. Drammaturgia delle opere vocali e teatrali di Salvatore Sciarrino, (Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Ricordi, Roma, 2010). Più recentemente ha curato con Patrizia Veroli il volume I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito, pubblicato dall’Accademia di Santa Cecilia nel 2013 e, con Antony Desveaux, GiovanniMorelli, La musicologie hors d’elle (L’Harmattan, Parigi, 2015). Con G. Borio e P. Veroli sta preparando gli atti del convegno Music/Dance. Sound and Motion in Contemporary Discourse, che verrà pubblicato da Ashgate nel 2017.

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