Lunghi applausi hanno salutato il Nederlands Dans Theater al Teatro Valli di Reggio Emilia
Il Nederlands Dans Theater 1 è tornato al Teatro Valli di Reggio Emilia con una serata davvero al calor bianco. Tre le coreografie proposte che hanno messo in luce tanto l’eclettismo che caratterizza la compagnia quanto la bravura dei danzatori. In programma Shoot the Moon e Stop-Motion due brani firmati a quattro mani da Sol León e Paul Lightfoot e The Missing Door di Gabriela Carrizo.
Il Nederlands Dans Theater 1 è tornato lo scorso 16 marzo al Teatro Valli di Reggio Emilia con una serata davvero al calor bianco. Una di quelle serate in cui testa e corpo viaggiano in un’unica direzione e in cui lo spettatore capisce immediatamente di trovarsi di fronte ad artisti straordinari e generosi. Il NDT 1 (l’acronimo con cui viene comunemente indicata la compagnia anche per differenziarla dalla ‘formazione giovane’, il NDT 2) rivendica ancora una volta il proprio status di compagnia improntata sì al contemporaneo, con un’estetica vastissima di forme e contenuti, ma che basa le proprie forze su danzatori di solida base classica. Sarà forse utile ricordare brevemente che il NDT nacque proprio come compagnia di ‘rottura’ nel 1959 da alcuni danzatori che si divisero dall’Het Nationale Ballet diretto da Sonia Gaskell, ex danzatrice dei Ballets Russes e fondatrice di una prima compagnia nazionale di balletto in Olanda, spinti proprio dalla necessità di sperimentare nuovi linguaggi.
In Shoot the Moon su coreografia Sol León e Paul Lightfoot e musica di Philip Glass la scenografia gioca un ruolo importantissimo perché scandisce il ritmo di tutto il brano. Sono pareti ricoperte di carta da parati che ruotano: ricordano le porte girevoli così in voga negli alberghi, soprattutto quelli dei film americani, fino a qualche anno fa. L’alternarsi dei diversi ambienti intervalla duetti e soli, tutti tesi a mostrare l’uomo e i suoi rapporti. È un uomo fragile e che non sa comunicare quello dipinto in questa pièce: è accoccolato sul davanzale di una finestra, insegue un’amante, spia dalla fessura di una porta. I cinque danzatori in scena riproducono movimenti sempre molto ampi con gambe e braccia e quasi a voler esorcizzare questa incapacità di relazionarsi con l’altro. Infatti non parlano ma emettono suoni inarticolati a voce alta. Alla fine si resta sopraffatti da questo continuo rincorrersi senza mai afferrarsi.
The Missing Door a firma di Gabriela Carrizo, co-direttrice dei Peeping Tom, su musica originale di Raphaëlle Latini, vede come co-creatori i danzatori stessi (Lydia Bustinduy, César Faria Fernandes, Fernando Hernando Magadan, Marne van Opstal, Roger van der Poel, Mengke Wu, Ema Yuasa) e crea una curiosa commistione di teatro e danza. L’ambiente è qui unico: un salotto borghese con tante porte. Quando si tenta di aprire una di queste porte capita di tutto: si apre un’altra porta al posto di quello che si vorrebbe aprire, entra una specie di tornado che atterra tutti i danzatori, fa il suo ingresso un assassino con la canotta e le braccia imbrattate di sangue… Regna una continua atmosfera di no sense, cupa e opprimente, come se ci trovassimo all’interno di un film di David Lynch. Anche le azioni più semplici sembrano compromesse: una cameriera vorrebbe consegnare la biancheria alla padrona di casa ma non ci riesce. A sua volta la padrona di casa vorrebbe infilarsi una scarpa ma è impedita dal continuo sollevarsi di una gamba… All’interno di questo ‘caos premeditato’ vince però l’ordine: la pièce segue infatti lo schema della Ringkomposition. La scena iniziale e quella finale sono esattamente le stesse: un uomo che trascina fuori scena il cadavere di una donna. L’orrore è pronto per ricominciare…
Stop-Motion di Sol León e Paul Lightfoot su musica di Max Richter vede invece un clima più rassicurante e disteso. È una composizione sostanzialmente astratta, tutta volta a mettere in luce lo splendore e la bravura di questi formidabili danzatori. Prevalgono la bellezza che parla di stessa, l’armonia delle linee e dei corpi messi quasi a nudo. Viene portata in scena una coltre di polvere con cui i danzatori si sporcano ma anche questa polvere è bianca e sembra amplificare la bellezza di questa pagina corale. Alla fine il pubblico non smette di applaudire e continua a chiamare alla ribalta gli artisti. Verrebbe davvero voglia chiedersi se è vero che la coreografia è finita come vorrebbero farci credere… Ma, soprattutto, è vero che il pubblico ha paura della danza contemporanea? Qualche spunto di riflessione per i lettori.
Matteo Iemmi
19/03/2016
Foto: 1. Nederlands Dans Theater 1, The Missing Door di Gabriela Carrizo, ph. A. Anceschi; 2. Nederlands Dans Theater 1, The Missing Door di Gabriela Carrizo, ph. Rahi Rezvani; 3. -4. Nederlands Dans Theater 1, Stop-Motion di Sol León e Paul Lightfoot ph. A. Anceschi; 5.-6. Nederlands Dans Theater 1, Stop-Motion di Sol León e Paul Lightfoot ph. Rahi Rezvani; 7. Nederlands Dans Theater 1, Shoot the Moon di Sol León e Paul Lightfoot, ph. A. Anceschi; 8. Nederlands Dans Theater 1, Shoot the Moon di Sol León e Paul Lightfoot, ph. Rahi Rezvani.