A Roma il Balletto del Sud e Le quattro stagioni di Fredy Franzutti
Dal 27 . 05 . 2016 al 28 . 05 . 2016
Roma - Teatro Olimpico, Piazza Gentile da Fabriano 17
Il Festival Internazionale della Danza a cura dell’Accademia Filarmonica Romana e del Teatro Olimpico, si chiude il 27 e il 28 maggio 2016 con la compagnia Balletto del Sud in scena al Teatro Olimpico di Roma con Le Quattro Stagioni, lo spettacolo di teatro, musica e danza firmato dal coreografo Fredy Franzutti su musiche di Antonio Vivaldi e John Cage.
L’argomento trattato utilizza le stagioni, intese come mutamento climatico dell’anno solare – ispirazione di base del capolavoro di Vivaldi – per riflettere sulle fasi della vita dell’uomo e sui suoi sentimenti volubili. Le stagioni della vita o meglio dei sentimenti, non sono solo quattro, non sono dettate da mutamenti repentini scadenzati da giorni precisi del calendario, ma sono legate alla reazione emotiva dell’individuo di fronte agli eventi che accadono.
Ne Le Quattro Stagioni di Franzutti la primavera simboleggia il rapporto con l’amore, la relazione con l’altro e l’incontro, mentre il calore dell’estate è l’allegoria dell’immobilità, intesa come inabilità e incapacità di cambiamento. L’autunnale caduta delle foglie e l’arrivo della pioggia insistente ci riporta alla routine dei pendolari, al modo pratico e consueto di procedere nell’attività quotidiana. Il gelo invernale cala con la morte: la fine del rapporto, la morte del compagno di viaggio. La morte che rende inutile qualsiasi reazione. Ma le stagioni delle emozioni, come le stagioni metereologiche, non durano per sempre e, sia pure senza una progressione regolare, continua e prevedibile, ritornano, si alternano, ci sorprendono.
Musicalmente le Stagioni di Vivaldi sono intervallate da citazioni di John Cage e da testi del poeta Wystan Auden recitati dall’attore Andrea Sirianni. Le scene sono dipinte dall’artista romana Isabella Ducrot che ha sintetizzato le stagioni in quadri sospesi e moventi che riproducono in maniera solo allusiva le atmosfere stagionali.
“La produzione è nata a Lecce tre anni fa in collaborazione con il Maestro Marcello Panni, allora direttore artistico della nostra stagione sinfonica – ha spiegato Fredy Franzutti nel corso della presentazione del Festival – Nella pretesa di portare in scena Le quattro stagioni, abbiamo riflettuto su cosa potessimo aggiungervi per non fermarci a Vivaldi o alla trasformazione della natura. Ho fatto delle ricerche, affidandomi anche alla mia passione per la letteratura e la poesia inglese e americana, e ne è nata l’idea di legare le stagioni all’evoluzione e ai mutamenti dei sentimenti umani. L’ispirazione maggiore mi deriva da Wystan Auden, poeta inglese americanizzato nel ’38, che racconta come la vita dell’uomo possa dividersi in quattro stagioni: ogni volta che ci innamoriamo, ogni volta che la passione entra nella nostra vita, quando abbiamo un fremito verso qualcosa o qualcuno, viviamo la nostra personale primavera; l’abbandono all’apatia, il disinteresse verso le sciagure altrui è la nostra estate; il rifugiarsi in se stessi, nella propria casa, tra paure e ansia di persecuzione (Auden, che aveva anticipato gli orrori del nazismo, racconta le persecuzioni e sposa Erika Mann, figlia dello scrittore Thomas Mann, per garantirne l’espatrio) è il nostro autunno; l’inverno è il rapporto con la morte altrui. Lo spettacolo si conclude proprio con la ‘terribile’ poesia di Auden Funeral Blues, probabilmente la più nota composizione poetica dedicata alla persona amata che muore”.
Foto: 1. Balletto del Sud, Le quattro stagioni di Fredy Franzutti, ph. Francesco Sciolti; 2.-4. Balletto del Sud, Le quattro stagioni di Fredy Franzutti, ph. Carla Falconetti.