LA NONA di Roberto Zappalà apre la rassegna La Danza del Teatro Ponchielli di Cremona
05 . 02 . 2016
Cremona - Teatro Ponchielli, Corso Vittorio Emanuele II 52
Da non perdere, venerdì 5 febbraio 2016, LA NONA (dal caos, il corpo) di Roberto Zappalà, spettacolo che apre la rassegna La Danza del Teatro Ponchielli di Cremona.
Lo spettacolo, che ha debuttato con grande successo di pubblico e critica lo scorso maggio nella Stagione Lirica del Teatro Massimo Bellini di Catania, che ha ricevuto meritatamente il Premio Danza&Danza 2015 come “Produzione Italiana dell’Anno”, è di quelli che emozionano nel profondo, fanno riflettere, riempiono gli occhi di una cruda bellezza e il cuore di speranza.
Terzo step del progetto Transiti Humanitatis di Zappalà, il lavoro si sviluppa sulle musiche della Nona Sinfonia di L.V.Beethoven, nella bellissima e poco conosciuta trascrizione per due pianoforti di Franz Liszt, eseguita dal vivo dai due pianisti Luca Ballerini e Stefania Cafaro. In scena inoltre, i dodici splendidi danzatori della Compagnia, Maud de la Purification, Filippo Domini, Alain El Sakhawi, Sonia Mingo, Gaetano Montecasino, Gioia Maria Morisco Castelli, Marco Mantovani, Adriano Popolo Rubbio, Fernando Roldan Ferrer, Claudia Rossi Valli, Ariane Roustan, Valeria Zampardi e il controtenore Riccardo Angelo Strano.
A partire dalle musiche di Beethoven, nel terzo step del lungo progetto Transiti Humanitatis, Roberto Zappalà ancora una volta parte dal corpo e dalle sue storie per propone una riflessione sull’uomo, sull’umanità, sulla sua condizione di perenne conflitto e sulle speranze di solidarietà e fratellanza universale.
“Accostarsi alla Nona di Beethoven, anche in questa versione da camera, significa accostarsi alla Musica per eccellenza – spiega Zappalà – E poiché la musica non può fare a meno del silenzio, il silenzio è anche il primo e ineludibile passo dell’ascolto, quindi del riconoscimento dell’altro e il riconoscimento reciproco dell’altro è la via per la pacificazione sperata da Beethoven”.
La Nona di Zappalà non racconta una storia nel senso narrativo del termine, ma è carica di suggestioni, emozioni, tensioni, che in uno splendido crescendo arrivano al cuore regalandoci una visione, laica, di fratellanza, una visione contemporanea, intima e universale, del necessario confronto, accettazione e rispetto fra popoli per arrivare alla fratellanza e alla pacificazione. Zappalà in questo spettacolo che rivela la sua indubbia maturità creativa, ci fa percepire che la spiritualità che è dentro ognuno di noi è una modalità contemporanea per confrontarsi e entrare in empatia con chi ha una cultura, una religione e un’umanità diversa dalla nostra.
In una scatola scenica nuda, senza quinte o fondali, in un palcoscenico dove per accumulo sono posti in un caos apparente elementi scenici diversi, mobili, oggetti e simboli di tutte le religioni, fra cui un’imponente croce, i danzatori portano in scena tutto il loro essere: paure e speranze, gioie e dolori, violenze e catartici baci. Si domandano e ci domandano “Qual è la più grande fede nel creato?”. Sembra una domanda banale, ma non lo è. Come non è banale, alla luce di tutto lo spettacolo, l’apertura con la confessione dei propri peccati.
Non è un caso che volendo indagare nell’umanità, un artista come Roberto Zappalà affronti il tema – scomodo – della religione. Non è la prima volta che lo fa ed è quasi naturale che lo faccia tenendo conto che è un artista che sente fortemente la voce della sua terra, la Sicilia, una terra dove si recita il rosario, ci si sveglia al suono delle campane e si sta svegli tutta la notte per le processioni. In questa terra, lambita dal mare e dalle ondate degli sbarchi, costretta suo malgrado a dare accoglienza e a fare i conti con religioni e credi diversi, la necessità di indagare l’uomo porta inevitabilmente ad affrontare le differenze culturali e religiose di un’umanità in transito, che può ritrovare un’armonia ascoltando il proprio corpo per ritrovare quella spiritualità insita in ogni essere umano: “La religione non è necessaria, la spiritualità sì”.
La Nona di Zappalà ci presenta piccole storie di conflitti e di diversità, attraversa una fase di interrogazione e pacificazione per chiudersi in un finale di gioia, per nulla zuccherosa, ma che apre il cuore alla speranza.
“Ai tempi del compositore, con mondo e umanità, si intendeva qualcosa di meno unificante di oggi – scrive Roberto Zappalà – Il mondo era, più o meno, l’Europa post congresso di Vienna che veniva fuori dalle distruzioni delle guerre napoleoniche. Oggi il mondo è globalizzato e se esiste una divisione planetaria è, brutalmente, con il mondo arabo mussulmano. La pacificazione universale alla quale aspirava Beethoven, se fosse vivo oggi, andrebbe in questa direzione”.
Da non mancare.
Francesca Bernabini
2/05/2016
Queste le motivazioni con cui la Commissione del premio Danza&Danza 2015 ha assegnato allo spettacolo LA NONA (dal caos, il corpo) di Roberto Zappalà il Premio quale Produzione Italiana dell’Anno:
“Opera significativa perché idealmente viene a colmare anche la distanza tra la sua sede operativa Scenario Pubblico e l’istituzione tradizionale della città, il Teatro Bellini ove ha debuttato con grande successo, La Nona firmata da Roberto Zappalà per la sua bella compagnia é l’ultima impegnativa tappa del processo di maturazione artistica di un autore che da sempre usa la danza per riflettere sull’esistenza e sui valori dell’umanità. Il sommo Beethoven trascritto per due pianoforti da Liszt, fa da cornice e nume tutelare a questa perlustrazione intorno alla parola ‘amore’ e alla parola ‘fratellanza’ affidata alla danza energica, rigorosa, strutturata di Zappalà, capace di vibrare di chiaroscuri energici e espressivi e comunicare così emozioni e turbamenti. Dal caos in cui l’umanità ha mosso i primi passi fino all’armonia universale di un Amore celebrato senza generi e limiti, Zappalà ci suggerisce che al di là di tutto solo per il fatto che esistiamo in quanto ‘corpi’ e spirito, si realizza il senso della vita e la necessità di una fratellanza che accomuna tutti. Un messaggio su cui riflettere ora più che mai.”
Foto: 1.-2. LA NONA di Roberto Zappalà; 3.-6. LA NONA di Roberto Zappalà, ph. Franziska Strauss; 7.-17 LA NONA di Roberto Zappalà, ph. Serena Nicoletti.