Gengis Khan. La Compagnia di Danza di Mongolia al Carlo Felice di Genova.
Dal 15 . 01 . 2016 al 17 . 01 . 2016
Genova - Teatro Carlo Felice
La stagione danza 2015-2016 del Teatro Carlo Felice di Genova ospita dal 15 al 17 gennaio 2016 la Compagnia di Danza di Mongolia. In scena La Stirpe di Gengis Khan con la coreografia di Sevjidin Sükhbaatar allievo di Igor Moiseev per la danza di carattere e di Fyodor Lopukhov per la danza classica.
Lo spettacolo offre al pubblico una panoramica sulla Mongolia dall’epoca degli Sciamani ai giorni nostri, attraverso l’epopea di Gengis Khan e la Rivoluzione del 1921. Un viaggio storico-culturale compiuto attraverso le principali categorie della tradizione coreutica mongola: le danze religioso-rituali, sia sciamaniche che buddiste, e quelle storico-militari e nazionali propriamente dette, che incarnano le peculiarità delle diverse etnie mongole. La danza è accompagnata da strumenti tradizionali (come la caratteristica viella “a testa di cavallo”) e dal canto, che si fondono con essa in un’unica espressione artistica.
Una particolare attenzione è riservata alla ricostruzione dei preziosissimi costumi d’epoca (in metallo, cuoio e seta) della Guardia di Ferro di Gengis Khan. Non meno accurati sono i tradizionali costumi nazionali, realizzati in seta, pelle e pelliccia, molto variopinti e raffinati. Degne di nota sono le acconciature femminili, già descritte con stupore dal viaggiatore medievale Giovanni da Pian del Carpine, colpito dalla loro monumentalità: i capelli vengono raccolti in due grosse code piatte ai lati della testa, tenuti insieme da un’intelaiatura in legno e da borchie metalliche, a fare quasi da ulteriore ornamento al ricco copricapo. Profondamente suggestiva la suite dedicata all’epopea di Gengis Khan: le feste nella sua corte mobile (la grande yurta imperiale trainata da centinaia di buoi); il khurultai, l’assemblea dei capi tribù che pianificava le strategie di conquista e la divisione del bottino saccheggiato; le imprese militari della leggendaria cavalleria mongola; le cerimonie religiose.
La danza è accompagnata da strumenti tradizionali e dal canto, formando insieme ad essi un’unica espressione artistica. In particolare il canto Khöömei, tipico della regione dell’Altai e che trae origine dall’imitazione delle voci della natura, è una vera e propria acrobazia vocale, riservata esclusivamente a cantanti maschili che, usando faringe, naso e lingua, riescono a produrre fino a tre suoni contemporaneamente, modellando quelli più acuti e melodici sulle armoniche dei suoni più profondi.
Lo spettacolo inizia dal popolo Xiongnu, o Unni asiatici, per passare, con un salto di quasi un millenio, alla grande epopea di Gengis Khan. Una previsione sciamanica annuncia l’avvento di un nuovo, grande condottiero che unificherà le tribù mongole e le riporterà allo splendore del passato: Temujin, che passerà alla storia con il titolo di Chinggis Khaan, o khan oceanico. Rientrato vittorioso da una campagna di guerra per la festività del Naadam, con i suoi nove generali e le nove regine, assiste all’omaggio che il suo popolo gli tributa con danze, musica e canti. Al termine del Naadam, il grande Khan riparte per una nuova spedizione di guerra.
La Compagnia fondata nel 1945, è nata con l’intento di far conoscere al mondo la cultura mongola. Attualmente dispone di un organico di circa 200 dipendenti, formato da danzatori, musicisti e vocalisti. Si è esibita in oltre 50 paesi del mondo, è stata ospite al Palazzo di Vetro dell’ONU e al Teatro Bolshoi di Mosca, mentre da noi, in Italia, è venuta soltanto due volte la prima nel 1986 e l’ultima nel 2006.
Dal 2013 la compagnia è diretta da Khatankhuyag Khaskhüü, giovane coreografo, diplomatosi all’Accademia di Arte Teatrale di Mosca.
Martedì 12 gennaio alle ore 17,30 presso l’Auditorium Eugenio Montale, la consueta conferenza illustrativa in collaborazione con l’Associazione Teatro Carlo Felice a cura di Francesca Camponero con ingresso libero.