Giorgia Nardin e Marina Giovannini all’Opificio Telecom
25 . 01 . 2014
Dalle 18.00
Roma – Opificio Telecom, Via dei Magazzini Generali 20A
Al via il 25 Gennaio, presso l’Opificio Telecom Italia, sede degli uffici di Fondazione Romaeuropa, la quarta edizione di W4DNA (Waiting for DNA). Sei appuntamenti disseminati da gennaio a aprile 2014 accompagnano professionisti, amatori, studiosi e curiosi, verso l’edizione 2014 di DNA, il focus interamente dedicato alla giovane danza nell’ambito del Romaeuropa Festival.
Tema intorno al quale ruota questo nuovo ciclo di incontri, che si snoda tra presentazione di studi e lavori coreografici, riflessioni e laboratori teorici e pratici, è il rapporto tra danza e drammaturgia.
Esiste una drammaturgia della danza? In che forma (o forme) si manifesta e che ruolo ha, oggi, nella creazione contemporanea?
Il 25 Gennaio, forniscono una prima risposta a queste domande Giorgia Nardin con il primo studio di Virginia (ore 19.00), solo nato dalla lettura del romanzo Le Vergini Suicide di Jeffrey Eugenides, e Marina Giovannini con Meditation on Beauty N.1 e N.2 (ore 21.00), spettacolo incentrato intorno ad una riflessione sul corpo e al racconto del concetto di bellezza. A precedere la visione degli spettacoli l’intervento di Ada D’Adamo (ore 18.00) Corpo come testo: alcune riflessioni su danza e drammaturgia.
Giorgia Nardin con il solo Virginia indaga il tema della perdita e di come il corpo può parlare di quello che non c’è più. Il lavoro parte dalla rielaborazione fisica di sensazioni legate alla nostalgia, intesa come momento difficile di ritorno, attraverso la memoria, a condizioni passate di cui rimangono solo le rovine. Il tentativo è quello di esporre il corpo attraverso un vocabolario piccolo e dettagliato di azioni insicure e irrequiete.
Marina Giovannini, con Meditation on beauty N.1 e N.2 indaga il tema della bellezza e della grazia. In un luogo senza cornice, le danzatrici Marta Capaccioli, Veronica Cornacchini, Lucrezia Palandri e la stessa Giovannini, si muovono in uno spazio di parallelepipedi e traducono in gesto quella necessità di bellezza che è condizione vitale. Il lavoro si divide in due parti. Ogni passaggio risponde all’estetica di un atto coreografico che si pone al di fuori dell’idea di spettacolarizzazione per manifestarsi come un segno di esistenza, un’azione di riappropriazione dello spazio del corpo. Meditation on beauty, una produzione CAB008, è il femminile, fragile e potente, la relazione con ciò che è bello, la necessità della grazia, la ricerca dell’equilibrio.
Nella foto: Meditation on Beauty di Marina Giovannini, ph. Ilaria Costanzo