La recensione

Roberta D’Amore, Paolo Pisarra, Rossana Abritta e Giovanni Luca Braccia a Ferentillo per il progetto Le Relazioni Armoniche

Lo scorso 6 settembre a Ferentillo, in un percorso itinerante, si sono tenute le performance di musica e danza firmate dai quattro coreografi selezionati per il progetto Le Relazioni Armoniche, secondo ciclo del progetto triennale Ferentillo e Le Residenze d’Arte ideato da Cristina Caponera. I coreografi selezionati sono Roberta D’Amore, Paolo Pisarra, Rossana Abritta e Giovanni Luca Braccia che assieme ai musicisti Francesco Benedetto Noriega, Sara Santorelli, Federico Di Maio e Marco Melia hanno incantato il pubblico in un percorso a tappe frutto di una intensa settimana in residenza nel borgo umbro.

Ferentillo, paese dell’Umbria, si colora di musica e danza…nasce così l’incontro fra arti grazie alle Residenze Creative, progetto ideato da Cristina Caponera, direttrice artistica di Dance Continuum.

I quattro giovani coreografi selezionati per il progetto, tramite pubblico avviso, hanno abitato il luogo di Ferentillo nella magica notte del 6 settembre. Uno spettacolo all’insegna della bellezza, che ha stupito il pubblico che con coraggio si è imbattuto in un percorso itinerante costruito a tappe e ideato nel corso di una intensa settimana di lavoro.

Tutto ha inizio alle ore 21.00 lungo il corso principale del paese, Via della Vittoria.

La prima tappa è abitata da Roberta D’Amore, coreografa e interprete di un lavoro intitolato, Di notte, danzato con Federica Cucinotta e musicato dal chitarrista locale Francesco Benedetto Noriega. Un incontro casuale, come quelli che capitano di notte passeggiando tra le vie oscure di un paese o di una città. Le danzatrici si incontrano e dialogano con i loro corpi mentre le corde della chitarra vengono sfregate talvolta in modo graffiante, quasi a sottolineare l’impeto della danza, talvolta con quella dolcezza che accompagna la titubanza degli sguardi persi e intimoriti delle interpreti che stanno raccontando una storia… la loro storia.

E così l’incontro sfocia nell’abbandono, le due danzatrici si allontanano, lasciano il loro discorso sospeso e la strada si popola degli altri danzatori coinvolti che interpretano i passanti del paese. Si chiude così questa prima tappa. Il pubblico applaude e prosegue il suo percorso.

Si giunge alla seconda tappa, il balcone di un giardino dal quale si intravede un pianoforte; a suonarlo è Sara Santorelli musicista del coreografo Paolo Pisarra. Dialogo tra noi, è il titolo del pezzo che il coreografo ha creato in stretto contatto con la musicista.

Il dialogo musica e danza è estremamente sottolineato e nasce proprio dall’incontro di due artisti sensibili. Paolo Pisarra, giovane danzatore e coreografo, mette in luce le sue capacità danzanti con una poesia e una dolcezza che il pubblico apprezza e scorge. Ma la sua danza non potrebbe essere tale senza quel tocco quasi “angelico” di Sara Santorelli che interpreta in modo egregio tre pezzi classici: Preludio e Sarabanda della seconda suite inglese di Bach e Claire de Lune di Debussy. I due artisti interagiscono armoniosamente e non mancano di strappare una lacrima sullo sfondo illuminato dal chiaro di luna.

Il percorso continua e si giunge alla terza tappa.

Cambio di atmosfera: un tram abbandonato e una corda sulla strada lasciano presagire qualcosa di diverso. Suonano le campane e la danza ha inizio. Si tratta di Rossana Abritta la terza coreografa che presenta, con il suo maestro percussionista Federico Di Maio, il pezzo intitolato, Ferro al quadrato. Anche in questo caso il rapporto musica e danza emerge in modo determinate.

Il ferro è il motivo conduttore dell’intero pezzo: è il ferro del binario sul quale inizia la danza ed è il ferro del tram che il musicista non manca di percuotere. Tutto risuona: il corpo della danzatrice si muove in perfetta sintonia con la percussione. Musica e danza si attirano l’uno con l’altra come una calamita e la musica non fa da sfondo ma è protagonista al pari della danza. Sembra quasi di trovarsi in un luogo berlinese e il pubblico si mostra interessato. Alla fine i due artisti si incontrano sul tram e li tutto finisce.

Si giunge alla conclusione con l’ultimo pezzo, Nero di peste, del coreografo Giovanni Luca Braccia e del maestro Marco Melia, una performance dedicata al ricordo della peste che colpì il paese di Ferentillo e alla sua rinascita dopo la pestilenza.

Vediamo apparire due danzatori che contorti avanzano senza meta, privi di sguardo perché appestati. Dura per un lungo tempo questo continuo apparire e scomparire dei due danzatori che sottolineano il tempo della malattia; il tutto accompagnato da una musica cupa, pesante che il maestro Melia realizza in perfetta sintonia con la danza.

Risuona il tamburino di Federico Ridolfi, abitante del paese, e altri danzatori irrompono sulla scena con una marcia estenuante che li vede al muro uno al fianco dell’altro. Danzano la malattia che incombe e cercano una via di uscita sino a scomparire dietro un buio angolo.

Il pubblico si sposta rapidamente verso la piazza della chiesa di Santa Maria attratto da un suono ridondante, una sorta di pioggia musicale.

I danzatori, tra questi i quattro coreografi coinvolti e le due danzatrici di Dance Continuum, Denise Patanè e Federica Cucinotta, appaiono al pubblico, questa volta gioiosi e soavi. Corrono verso la liberazione, corrono felici perché sono liberi dalla malattia. Il pezzo di chiude sulla porta principale della chiesa dove i danzatori rievocano l’iconografia di San Sebastiano sotto il tocco profetizzante delle campane.

Il pubblico applaude e l’applauso dura a lungo.

Questa del 6 settembre è stata una serata che Ferentillo difficilmente potrà dimenticare. Sotto le ali della musica e della danza Ferentillo rinasce e tutti ne restano estasiati

Maria Rinaldi

9/09/2015

Foto: 1.-2. foto di Andrea Toschi; 3. foto di Valeria Proietti Semproni; 4.-5. foto di Federico Di Maio.

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