Al Carlo Felice di Genova il Béjart Ballet Lausanne con Il Mandarino Meraviglioso e Bolero di Maurice Béjart
Dal 12 . 11 . 2015 al 15 . 11 . 2015
Genova - Teatro Carlo Felice
La stagione danza 2015-2016 del Teatro Carlo Felice di Genova si apre con il Béjart Ballet Lausanne in scena dal 12 al 15 novembre 2015 con due coreografie di Maurice Béjart: Il mandarino meraviglioso e Bolero.
Il mandarino meraviglioso, su musica di Béla Bartók, è un balletto ambientato nei bassifondi di una capitale mitteleuropea negli anni tra le due guerre mondiali. Prostituzione, denaro, incomunicabilità tra uomo e donna, sogno, desiderio e morte sono i suoi temi. La coreografia creata da Maurice Béjart nel 1992 per il Béjart Ballet Lausanne è molto fedele sia alla trama che alla musica originali. E anche al contesto culturale di quegli anni: il coreografo francese ha dichiarato, infatti, di aver concepito il lavoro come un omaggio al cinema espressionista, con il quale la vicenda – del drammaturgo ungherese Menyhért Lengyel – ha molti di punti contatto. In particolare al cinema di Fritz Lang, amatissimo da Béjart fin da ragazzo.
Scrive Maurice Béjart: “Nell’ideazione della coreografia de Il Mandarino meraviglioso ho seguito fedelmente la partitura, la storia e la struttura dell’opera di Béla Bartók. Ho scoperto con i film di Fritz Lang, uno dei miei più grandi maestri, l’universo ispirato ai bassifondi della Mitteleuropa dei primi anni ‘30, grazie a un film in particolare: «M» il Mostro di Düsseldorf, che ha luogo nello stesso contesto storico di quello del balletto di Bartók. Curiosamente, Bartók definisce la sua opera una pantomima, invece che un balletto. Tra le tre vittime che cadono sotto l’incantesimo della ragazza sfruttata dai banditi, ho notato un altro personaggio ideato da Fritz Lang – Siegfried – eroe e vittima, simbolo e allo stesso tempo fallimento di un ideale. La ragazza artificiale, come il robot di Metropolis, enfatizza l’ambiguità sessuale imperante nell’affascinante periodo tra i due conflitti mondiali”.
Quanto a Bolero, si tratta certamente della creazione più popolare di Béjart, anche grazie al film Les uns et les autres di Claude Lelouch, che, nel 1981, fece conoscere al grande pubblico una coreografia ideata nel 1961 per il ballerino argentino Jorge Donn. Privo di orpelli e di facili riferimenti folclorici, il Bolero di Béjart si limita a trasformare in gesti gli elementi base del Bolero di Ravel: l’unica melodia presente nella composizione (la figura maschile o femminile che balla da sola sul ripiano circolare al centro della scena) e il suo crescendo orchestrale (i ballerini intorno al ripiano che fanno da “coro” danzato al solista).
Maurice Béjart spiega in questi termini la sua concezione dell’opera di Ravel: “Musica molto nota eppure sempre nuova grazie alla sua semplicità. Una melodia – d’origine orientale e non spagnola – si avvolge instancabilmente su se stessa, va aumentando in volume e in intensità, divorando lo spazio sonoro e inghiottendo alla fine la melodia”.
Il Béjart Ballet Lausanne, fondato dallo stesso Béjart nel 1987, è guidato da Gil Roman, che dirige la compagnia e preserva l’eccellenza artistica dalla scomparsa di Béjart nel 2007.
Foto: 1. Béjart Ballet Lausanne, Bolero di Maurice Bèjart, ph. Valerie Lacaze; 2. Béjart Ballet Lausanne, Bolero di Maurice Bèjart, ph. I. Chkolnik; 3.-5. Béjart Ballet Lausanne, Le Mandarin Merveilleux di Maurice Béjart, ph. Philippe Pache.