A Firenze

KAOS Balletto di Firenze con GLI ERETICI. In scena i lavori di Roberto Sartori, Michele Pogliani e Christian Fara.

19 . 07 . 2015

Firenze - Museo Nazionale del Bargello

Domenica 19 luglio 2015, nell’ambito della 26° edizione del Florence Dance Festival, KAOS Balletto di Firenze presenta al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, GLI ERETICI, spettacolo in tre parti che si compone di tre coreografie a firma di tre autori diversi: A Tesla di Roberto Sartori, Storia di un diverso qualsiasi di Christian Fara e My name is Dite di Michele Pogliani.

Idea comune alle tre coreografie è esplorare la personalità di alcuni individui che, nel passato o nel presente, si sono distinti per una natura e indole particolarmente autonoma e coraggiosa. Personaggi che, in vari ambiti artistici, scientifici o professionali, hanno elaborato e portato avanti idee, concetti, invenzioni geniali, di rottura rispetto al passato. Gli Eretici del titolo non sono dunque persone che si sono si sono staccate dalla consuetudine in ambito religioso, ma sono individui che hanno avuto la forza di portare avanti la propria visione senza farsi influenzare dalle credenze consolidate in vigore nella società. Scomodi eccentrici, non accomodanti e destabilizzanti, gli eretici dell’arte e della scienza, sono stati ostacolati, piegati, puniti o addirittura eliminati per il vigore e la costanza con cui hanno portato avanti le proprie idee.

Ciascuna delle tre coreografie è ispirata a un eretico reale o ideale.

Apre A Tesla di Roberto Sartori, lavoro che si ispira alla figura di Nikola Tesla, ingegnere elettrico, inventore, fisico geniale e stravagante a cui si devono non poche invenzioni e che sosteneva che “La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”. Scrive Sartori: “La corrente alternata, il motore elettrico, le lampade al neon, la centrale idroelettrica, la trasmissione via radio, sono solo alcuni dei geniali regali che Tesla ci ha fatto. Noncurante degli interessi economici dei potenti, aveva trovato il modo di distribuire elettricità per tutti e in tutto il pianeta attraverso la ionosfera. Per questa ed altre generose “ERESIE” è stato tagliato fuori. Sulle sue scoperte lucrano i malvagi dominatori del nostro pianeta. Ed ancora oggi ogni intuizione che prometta di essere un reale progresso dedicato a tutti, senza sfruttamento economico, viene soppresso ed incanalato in un qualche commercio di massa”.

Segue Storia di un diverso qualsiasi di Christian Fara. Questo lavoro porta in scena “il malessere di un uomo che si sente diverso rispetto alla società, con sentimenti e stati d’animo (forza, femminilità, sensualità, indifferenza) che vanno in contrasto con l’introversione del protagonista. Un viaggio che racconta il disagio tra chi appare e chi realmente è uomo, schiacciato dal quotidiano che gli impedisce di essere se stesso”.

Chiude lo spettacolo My name is Dite di Michele Pogliani, coreografia che prende le mosse dai seguenti interrogativi: “Cosa ci racconterebbero vicoli e palazzi se avessero per un momento, un momento solo, il sacro dono della parola? Quali immagini creerebbero per noi? Canterebbero di amore e morte, ci mostrerebbero l’uomo. Quell’uomo che vince e perde immerso nella totalità delle sue passioni e delle sue brutture. Che tu lo voglia o no, tutto è stato visto e registrato nella memoria dei posti. DITE ha visto il tutto e ora che sa, ha voglia di parlare”.

 

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