Le Storie della danza contemporanea al MAXXI di Roma
La danza tra memoria, documentazione e videodanza. Un viaggio nell'archivio Cro.me con Enrico Coffetti e Francesca Pedroni
12 . 04 . 2014
Dalle 11.00 alle 13.00
Roma - MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo ∙ Via Guido Reni 4A
Il 12 aprile si chiude con una lezione – dialogo condotta da Enrico Coffetti e da Francesca Pedroni, il ciclo di incontri ad ingresso gratuito Le Storie della danza contemporanea, appuntamenti all’Auditorium del MAXXI di Roma realizzati in collaborazione con Romaeuropa, che hanno esplorato le relazioni che la danza contemporanea internazionale ha instaurato negli ultimi 60 anni con l’arte, la musica, i nuovi media, la performance e il paesaggio.
Questa lezione/dialogo, titolata La danza tra memoria, documentazione e videodanza. Viaggio nell’archivio Cro.me, è un percorso alla scoperta dell’archivio Cro.me. di Milano, un archivio dedicato alla danza e che nel 2014 compie vent’anni di vita. La lezione è un viaggio dei perché di un archivio, di un patrimonio che è memoria e presente, “una storia a sé dentro le storie della danza” con proiezione di preziosi documenti che testimoniano la trasformazione del rapporto tra danza dal vivo e immagine.
La lezione-dialogo con Enrico Coffetti, direttore di Cro.me. e Francesca Pedroni, critico di danza, parte dalla considerazione che “siamo passati in poco più di trent’anni da una documentazione rara e di scarsa qualità della danza a una iper documentazione digitale di ogni suo aspetto e manifestazione. Dal suo incontro con il cinema di primo Novecento e con le arti visive all’esplosione e sviluppo del fenomeno videodanza fino alle declinazioni attuali nel web, la danza sperimenta le possibilità creative di fermare in pellicola, nastro, formato digitale la sfuggevolezza fascinosa di un’arte effimera per costituzione. Ogni volta che si riprende la danza dal vivo, che la si trasforma in immagine per piccoli o grandi schermi, per il web o per il cinema, si firma un compromesso tra lo sguardo delle camere e la visione del regista, tra lo spazio costantemente disponibile alla vista, proprio della scena fruita dal vivo, e l’angolatura della ripresa. In un gioco tra tradimenti e fedeltà, il patrimonio di danza custodito in pellicola, nastri, formati digitali, testimonia punti di vista di registi/spettatori che consegnano il loro sguardo su coreografi e creazioni, danzatori e interpreti, a spettatori del presente e del futuro. Una memoria attraverso la quale è possibile negli anni vedere e rivedere mille volte la stessa sequenza, gli stessi frame, riascoltare le parole dei maestri, studiarne i movimenti, accostarsi alle loro emozioni, lasciarsi sorprendere da dettagli che improvvisamente si rivelano nella loro bellezza”.