L'intervista

Gilda Gelati da Giulietta a Manon coronando il sogno da prima ballerina

Gilda Gelati racconta la sua carriera artistica, iniziata alla Scuola di ballo scaligera, allora gratuita e interna al Teatro, una carriera culminata con la nomina a Prima ballerina del Teatro alla Scala dopo essere stata scelta da Sylvie Guillem per il ruolo principale nella sua versione di Giselle. Nell’intervista tanti ricordi ma anche consigli su come riconoscere un buon maestro e una buona scuola di danza.

Gilda Gelati, nata a Parma, si forma alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Si diploma nel 1986 e nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo del Teatro.  Nel 1992 danza il ruolo di Giulietta in Romeo e Giulietta di John Cranko.  Da allora ha interpretato i ruoli principali dei balletti di repertorio, fra cui: Lo Schiaccianoci, La Bella addormentata e Cenerentola di Rudolf Nureyev; Romeo e Giulietta e Manon di Kenneth Mac Millan; La Sylphide versione Peter Schaufuss; Giselle nelle versioni di Patrìce Bart e Yvette Chauviré; La vedova allegra di Ronald Hynd; Petrushka e Le spectre de la rose di Michail Fokine; Il pipistrello di Roland Petit; Excelsior di Ugo Dell’Ara; il ruolo di Tatjana in Onegin di John Cranko. Ha danzato anche in balletti contemporanei di Alvin Ailey, Paul Taylor, Glen Tetley, William Forsythe, Mats Ek, John Neumeier, Jerome Robbins e il ruolo dell’Eletta nella Sagra della Primavera di Maurice Béjart. Si è inoltre distinta in balletti neoclassici quali i capolavori di George Balanchine: Sogno di una notte di mezza estate (Titania e Elena), Rubies, Quattro temperamenti, Apollo, Serenade. Nella stagione 1994/95 è invitata da Vladimir Derevianko, allora Direttore del Balletto di Dresda, a danzare La Fille mal gardée di Joseph Lazzini e Moor’s Pavane di José Limón al Teatro della Semper Oper di Dresda. Mauro Bigonzetti ha creato per lei le danze dell’opera Les Martyrs su musica di Gaetano Donizetti.  Nel 1998 partecipa alla creazione di La Muta di Portici con Carla Fracci a Napoli e nel 1999 danza Three Preludes di Ben Stevenson con Roberto Bolle.

Nel 2001, dopo essere stata scelta da Sylvie Guillem per il ruolo principale nella sua versione di Giselle, è promossa prima ballerina. Interpreta questo ruolo, oltre che al Teatro alla Scala, a Los Angeles, a New York e al Covent Garden di Londra. Nel gennaio 2002 danza Excelsior nel ruolo della Luce, all’Opéra di Parigi e in ottobre è Giulietta al Teatro Bolshoi di Mosca e al Cirque Royal di Bruxelles. Nel ruolo di Titania in Sogno di una notte di mezza estate di George Balanchine, si esibisce al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, al Festival di Aspendos in Turchia, al Teatro Erode Attico di Atene in occasione dei Giochi Olimpici del 2004, al Teatro Municipal di San Paolo e di Rio De Janeiro e in occasione della tournée scaligera in Cina dell’autunno 2006. Nella stagione 2005/2006 interpreta La Sylphide di P. Lacotte, Gelsomina ne La Strada di Pistoni e Jeunne homme e la mort di Roland Petit. Nel 2006 è invitata come rappresentate italiana al Gala di Mosca, nella ricorrenza del centenario di Igor Moissev e riceve il premio Positano – Leonide Massine come  migliore interprete per La Sylphide. Nel 2007 interpreta il ruolo di Manon ne La dame aux camélias di John Neumeier. Nel 2009 danza il ruolo di Calliope accanto a Roberto Bolle in Apollon Musagète, e nel 2010 il ruolo della Sirena nel Figliol Prodigo, entrambi di George Balanchine. Dal 2011 prende parte, in qualità di danzatrice e coreografa, agli spettacoli Il Tempo di Gustav Mahler e I Promessi Sposi ideati da Massimiliano Finazzer Flory, esibendosi in U.S.A., Australia, Cina, Singapore, Svezia, Ungheria e in tutta Italia. Nel 2013 riceve il Premio Milano Produttiva, assegnatole al Teatro alla Scala, dalla Camera di Commercio di Milano.

 

Gilda, iniziamo la nostra conversazione con un ricordo sulla tua formazione. A quanti anni hai cominciato a danzare e come hai scoperto l’amore per la danza?

A circa 6 anni, la mia mamma decise di iscrivermi ad un corso di danza di una piccola scuola, da poco inaugurata a San Donato Milanese, dove vivevo con la mia famiglia. Ero una bambina gracilina, cadevo spesso e odiavo tutti gli sport che i miei coetanei amavano a quell’età. Da quel momento la danza è stata una folgorazione!

Quali sono i maggiori ricordi legati al periodo dell’Accademia scaligera e ai maestri?

Ai “miei tempi” l’Accademia si chiamava Scuola di Ballo del Teatro alla Scala. Era una realtà molto diversa da quella attuale. La Scuola era gratuita ed interna al Teatro. Gli allievi degli 8 Corsi (maschili e femminili) non erano neanche un centinaio! Fin da piccoli respiravamo l’aria del Teatro, vivevamo a stretto contatto con gli artisti, corpo di ballo, coro, orchestra… e anche con sarti, parrucchieri, macchinisti e elettricisti. Ogni tanto, di nascosto, tra una lezione e l’altra andavamo a riposarci nei palchetti. Era meraviglioso! La Direttrice, la Signora Prina, era severissima, ma ora a distanza di anni, le sono grata per il rigore e la disciplina che è riuscita a trasmettermi. La mia insegnante è stata la Signora Lisa, persona dolcissima con la quale si è instaurato negli anni un rapporto di stima e amicizia. Ho avuto la fortuna di conoscere purtroppo solo per un breve periodo in Scuola, Robert Strejner, maestro che negli anni successivi fu determinante per la mia carriera!

Dopo la Scuola sei entrata direttamente nel Corpo di Ballo, cosa conservi di quel periodo?

Quando entrai nel Corpo di Ballo, a fine anni Ottanta, esisteva una fortissima gerarchia… La gavetta per una giovane ballerina era lunghissima! Tanti si spazientivano e preferivano abbandonare la Scala per l’estero. Io ho avuto la fortuna di avere da subito piccoli ruoli da solista, cosa che mi diede la forza di resistere, almeno nei primi anni. Poi anch’io decisi, nel 1995, di accettare un contratto come prima ballerina a Dresda con Vladimir Derevianko.

Qual è stata poi la grande occasione che ti ha condotto a diventare prima ballerina e poi étoile internazionale?

Per fortuna per me la grande occasione è arrivata “presto”! Grazie alla fiducia del Maestro Carbone e al grandissimo lavoro del Maestro Strejner, ho potuto debuttare a “soli” 24 anni in Giulietta, nella coreografia di Cranko, accanto al già affermato Marco Pierin.

Quali sono i ruoli che hai prediletto maggiormente?

Ho amato tutti i miei personaggi… difficile trovare un primo posto tra Manon, Giulietta, Giselle, Tatiana e Titania… Entrare in un ruolo e farlo tuo è sempre un percorso meraviglioso! Ma se proprio dovessi sceglierne uno, forse sarebbe Tatiana in Oneghin di Cranko: un balletto meraviglioso.

E il coreografo con il quale hai lavorato?

Ho avuto il privilegio di lavorare personalmente La Sylphide con Pierre Lacotte, uomo di grandissima cultura e umanità!

Quali sono stati i momenti più importanti ed emozionanti della tua carriera, quelli che hanno determinato una svolta nella tua vita professionale?

Sicuramente la mia prima Giulietta e Giselle nella versione di Sylvie Guillem. È grazie a questo ruolo che sono stata promossa Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano dal Maestro Olivieri, allora direttore del Corpo di ballo scaligero.

Durante la tua carriera hai conosciuto tutti i più grandi interpreti internazionali della danza, tra cui la Guillem… Chi ricordi maggiormente e perché?

Ho  avuto la grande chance  di lavorare con la Guillem per la sua versione coreografica di Giselle. Sylvie è generosa, esigente e disponibile nello stesso tempo. Grande lavoratrice, straordinaria ballerina e interprete. Ho lavorato molto anche accanto a Carla Fracci e Alessandra Ferri (quasi sempre per gli stessi ruoli), notevoli interpreti che hanno ispirato il mio modo di danzare.

Che ricordi hai delle tue esibizioni all’Opéra di Parigi e al Bolshoi di Mosca?

Due ricordi bellissimi! Ritengo di essere stata particolarmente fortunata di poter ballare in alcuni dei Teatri più prestigiosi del mondo. In particolare del Bolshoi ho un ricordo meraviglioso: ho danzato Giulietta e tra il pubblico c’erano i miei genitori. Che soddisfazione per loro vedermi ricevere gli applausi davanti a quel mitico sipario con falce e martello, che avevano visto e rivisto quando li costringevo a guardare con me i video delle grandi stelle russe!

Quando deciso di smettere di danzare?

Quando fai parte di un Corpo di Ballo come quello del Teatro alla Scala, la carriera si conclude per tutti a 46 anni. Io ancora in qualità di ballerina e coreografa collaboro con Massimiliano Finazzer Flory (attore e regista, ex assessore alla cultura del comune di Milano) e Matteo Bittante (coreografo e assistente di Susanna Beltrami). L’insegnamento mi appassiona e ritengo sia giusto trasmettere alle nuove generazioni la nostra esperienza!

Oggi sei legata a qualche scuola in particolare o tieni master class e lezioni in varie realtà?

A nessuna scuola per ora ma tengo stage e masterclass. Sono appena stata ospite del Balletto del Sud di Fredy Franzutti, bellissima realtà e ottimo livello!

Sei invitata spesso nelle giurie dei concorsi.  Quali doti ti colpiscono di più?

Difficile definire il “talento”: tecnica, proporzioni fisiche, musicalità, presenza scenica… un insieme di queste doti.

Credi che partecipare ai concorsi di danza sia un buon inizio per la carriera di danzatore professionista?

Ottimo! Oltre all’importanza di confrontarsi da subito con altri danzatori, proprio in alcuni concorsi vengono distribuite borse di studio per le Scuole più prestigiose d’Europa.

Cosa consigli ai giovani che desiderano seguire l’arte della danza?

Di non perdere tempo!!! Trovare subito una buona scuola e affidarsi a ottimi maestri.

Come si riconosce un buon maestro di danza e un’ottima scuola di danza?

Mi sono rimaste impresse le parole di un’anziana insegnante di danza tedesca conosciuta da poco alla Settimana della Danza di Lecce: “Un insegnante deve sempre ricordarsi di avere davanti un essere umano e il suo compito è quello di formarlo e non di distruggerlo”. Una buona scuola di danza si vede dalla qualità del lavoro, non dalla quantità e dal numero degli allievi.

La differenza tra l’essere una brava interprete e una brava insegnante?

Una brava interprete, oltre a molte altre cose…, mette al centro se stessa. Una brava insegnante deve mettere al centro il proprio allievo.

Quali le differenze tra la danza in Italia e all’estero?

Se parliamo di stili e tecniche penso che anche grazie a internet la danza si è ancor più globalizzata. Su YouTube si possono vedere ogni genere di tecnica e ballerini da tutto il mondo. Un giovane danzatore è pieno di stimoli e di esempi da seguire e, volendo, da imitare.

Quale la ballerina nel panorama attuale, a cui riconosci l’eccellenza?

In questo momento abbiamo incredibili virtuose (Zakharova, Osipova, Semionova), grandi ballerine sicuramente… ma io sento sinceramente un po’ il vuoto di grandi interpreti.

Quali i coreografi della scena internazionale attuale che prediligi?

Sicuramente Kilian, Matz Ek e Neumejer!

Quali sono i balletti narrativi che un étoile non può tralasciare dall’interpretare?

Credo sia molto soggettivo… Dipende per ognuno dalle proprie “corde”.

Qual è l’arte che ami maggiormente dopo la danza?

Sicuramente la musica! Amo molto anche il cinema però…

La danza classica è sempre stata vista come un’arte per l’élite. Cosa ne pensi a riguardo?

Più che di élite, direi che è un arte molto selettiva. C’è da dire che una volta le grandi Scuole come quella della Scala, erano gratuite. Ora non più… questo sicuramente può essere un ostacolo per le famiglie che non se lo possono permettere.

Secondo te chi ha segnato e ha fatto la differenza nella danza a livello mondiale?

Credo che un grandissimo cambiamento sia avvenuto con Balanchine per tecnica e stile. Per quanto riguarda i canoni estetici, sono sicura ci sia un “prima” e un “dopo” Sylvie Guillem!

A tuo avviso nella creazione di un balletto cosa non deve mai dimenticare un coreografo per soddisfare le esigenze del pubblico?

Basta ricordarsi di avere un pubblico davanti e lasciare le sperimentazioni alla sala prove!

Quale metodo di danza classica hai seguito o amato maggiormente?

Mi sono formata con la tecnica Vaganova, ma ho amato tantissimo la tecnica Balanchine!

Negli ultimi anni la danza, secondo te, ha avuto un trend negativo o positivo nel nostro paese?

La danza, facendo parte di innumerevoli talent televisivi, è diventata molto più popolare. Sono sorte numerosissime scuole di danza. Purtroppo invece le opportunità di lavoro sono diminuite! Tante grandi compagnie faticano a sopravvivere o addirittura arrivano a chiudere!

Per concludere, un tuo pensiero sulla danza?

Vi propongo una bellissima frase di Gibran: “Il vostro corpo è arpa dell’anima, sta a voi trarne dolce musica oppure suoni confusi”.

Michele Olivieri

2/06/2015

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