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Israel Galván nel messaggio ufficiale della Giornata Internazionale della Danza, invita tutti a danzare

Israel Galván, nel suo messaggio ufficiale invita danzatori, musicisti, produttori, critici, programmatori, a danzare. “Facciamo una festa finale, danziamo tutti, come fece Béjart , danziamo con stile, danziamo il Bolero di Ravel, danziamolo insieme”.

Chiunque lavori nella danza sa che il 29 aprile si celebra nel mondo la Giornata Internazionale della Danza e che questa giornata di festa si celebra sotto l’egida dell’UNESCO. Ebbene se si oggi si prova ad andare sul sito ufficiale dell’UNESCO – sia quello italiano che quello internazionale – non trova una sola riga che ricordi al mondo che la giornata di oggi è dedicata alla danza.

In realtà a istituire la Giornata Internazionale della Danza è stato, nel 1982, il Comitato Internazionale Danza (International Dance Commitee) dell’Istituto Internazionale di Teatro (ITI/UNESCO), ossia un istituto internazionale partner dell’UNESCO.  Per iniziativa di questo Istituto da oltre 30 anni la Giornata viene festeggiata ogni anno il 29 aprile, anniversario di nascita di Jean-George Noverre (1727 – 1810), il grande riformatore della danza e creatore del balletto moderno.

Obiettivi di tale Giornata è riunire il mondo della danza di tutto il globo, rendere omaggio a quest’arte, celebrare la sua universalità e la sua capacità di superare barriere politiche, culturali e etniche, celebrare la pace attraverso il linguaggio comune della danza.

Un obiettivo questo che in Italia sembra perfettamente raggiunto. In ogni città c’è infatti un’iniziativa che vuole festeggiare e celebrare la danza. Tanti gli spettacoli ma ancor di più gli incontri, le conferenze e gli open day in programma nelle abituali sedi di spettacolo come anche in tante scuole di danza in tutta Italia. Il tutto – nella maggior parte dei casi – per iniziativa di singoli insegnanti e coreografi, compagnie e scuole di danza.

Quello che accomuna le tante iniziative è in molti casi la lettura del messaggio ufficiale della Giornata Internazionale della Danza, che ogni anno viene redatto da una personalità mondialmente nota. E’ questo un messaggio che circola in varie lingue da un capo all’altro del mondo accompagnando infinite manifestazioni legate alla danza. A scrivere il messaggio 2015 per la Giornata Internazionale della Danza per l’IDC-ITI/Unesco è stato il ballerino di flamenco Israel Galván. Questo il suo messaggio ufficiale:

Carmen Amaya, Valeska Gert, Suzushi Hanayagi, Michael Jackson… danza inclassificabile…non potrei decifrare i loro stili di ballo…li vedo come turbìne generatrici di energia e questo mi fa pensare all’importanza della coreografia su quella stessa energia del danzatore. La cosa importante probabilmente non è la coreografia, ma specificamente quella energia, il turbine che essa scatena.

Immagino una bobina di Tesla che li attrae e che emette un raggio curativo, provocando una metamorfosi dei loro corpi: Pina Bausch come una mantide religiosa, Raimund Hoghe trasformato in uno scarabeo stercorario, Vicente Escudero in un insetto stecco e persino Bruce Lee in un millepiedi.

Ho ballato il mio primo duo con mia madre, incinta di sette mesi. Può sembrare un’esagerazione.

Anche se danzo quasi sempre da solo, immagino di essere accompagnato da fantasmi che mi fanno abbandonare il mio ruolo di “danzatore di solitudini”. Didi-Huberman non voleva dire: di soleares?

Da bambino non mi piaceva danzare, ma era qualcosa che veniva fuori da me in maniera naturale e facile. Quasi istintiva. Col tempo mi sono reso conto che la danza curava, aveva un effetto quasi medicinale, mi aiutava a non essere così introverso e mi apriva alle altre persone. Ho visto l’immagine di un bambino malato di Ebola che veniva curato con la danza. Lo so che è una superstizione, ma sarà possibile?

In seguito la danza è diventata un’ossessione che ha riempito le mie giornate e che mi fa danzare anche quando sono immobile, separandomi così dalla realtà delle cose. Non so se è una cosa buona, cattiva o necessaria ma…è così. Mia figlia Milena, quando sono seduto in poltrona, pensando alle mie cose, con il mio mormorio, mi dice: papà, non ballare.

La cosa è che vedo la gente muoversi quando cammina per strada, quando chiama un taxi, quando si muove nei suoi diversi modi, stili e deformità. Stanno tutti danzando! Non lo sanno, ma stanno tutti danzando! Glielo vorrei gridare: c’è gente che ancora non lo sa! Stiamo tutti danzando! Quelli che non danzano sono sfortunati, sono morti, non sentono né soffrono!

Mi piace la parola fusion, non come parola di marketing, o come confusione per vendere un certo stile, un brand. Meglio fissione, una mistura atomica: un cocktail con i piedi piantati al suolo di Juan Belmonte, le braccia aeree di Isadora Duncan e il ventre ondeggiante di Jeff Cohen ne I Goonies. E con tutti questi ingredienti fare un drink piacevole e intenso, che sia delizioso o amaro o che ci dia alla testa. La nostra tradizione è anche questa mescolanza, veniamo da un cocktail e gli ortodossi vogliono nascondere questa formula segreta. Ma no, razze e religioni e credi politici, tutto si mischia! Tutti possono danzare insieme! Forse non gli uni nelle braccia degli altri, ma gli uni accanto agli altri.

C’è un vecchio proverbio cinese che dice: “Il battito d’ali di una farfalla può essere sentito dall’altra parte del mondo”. Quando una mosca prende il volo in Giappone, un tifone sconvolge le acque nei Caraibi. Pedro G Romero, dopo una sconvolgente danza di sevillanas dice: lo stesso giorno in cui è caduta la bomba su Hiroshima, Nijinsky ripetè il suo gran salto in una foresta in Austria. E continuo a immaginare: un colpo di frusta di Savion Glover fa girare Mikhail Baryshnikov. E in quel momento, Kazuo Ono sta fermo e produce una certa elettricità in María Muñoz, che pensa a Vonrad Veidt e spinge Akram Khan a produrre un terremoto nel suo camerino; muovono i loro sonagli e il pavimento si copre di gocce stanche del loro sudore.

Vorrei dedicare questa Giornata Mondiale della Danza e queste parole a qualunque persona che stia danzando in questo momento. Ma permettetemi uno scherzo e un desiderio: danzatori, musicisti, produttori, critici, programmatori, facciamo una festa finale, danziamo tutti, come fece Béjart,danziamo con stile, danziamo il Bolero di Ravel, danziamolo insieme“.

29/04/2015

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