A Roma il Don Quijote di Loris Petrillo
Dal 22 . 04 . 2015 al 24 . 04 . 2015
21.00
Roma - Teatro Vascello, Via Giacinto Carini 78
“Non muoia, signor padrone, non muoia. Accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall’avvilimento”.
È a queste parole, quelle che Sancho Panza rivolge al suo cavaliere errante in fin di vita, che Loris Petrillo si è ispirato per affrontare il suo nuovo lavoro coreografico, Don Quijote. Lo spettacolo, nato da una collaborazione tra Cie Twain e Compagnia Petrillo Danza, prodotta da AcT_Cie Twain physical dance theatre, è in scena al Teatro Vascello di Roma dal 22 al 24 aprile 2015.
Lo spettacolo è un inno alla resistenza, al coraggio, un invito a rimettersi in piedi per combattere la delusione che si subisce di fronte alla realtà, che spesso non dà spazio all’immaginazione, alla fantasia, alle aspettative, alla realizzazione di un progetto di esistenza con cui identificarsi. Da sempre l’uomo è stato costretto dalle vicende della vita a ripetuti compromessi, a sconfitte, a tristezze, ma con un pizzico d’idealismo ogni folle potrebbe essere più savio di quanto si possa credere e scoprire, contro ogni apparenza, la vera essenza dell’esistenza.
Con la sua sete di giustizia, il Don Quijote di Loris Petrillo è quell’uomo qualsiasi, ma non qualunquista, che non teme di essere sconfitto e che anzi cerca il continuo confronto come fonte di conoscenza, quell’uomo che non si stanca di combattere, che se cade non ha timore a rialzarsi e più forte di prima, quell’uomo che crede fortemente nei grandi ideali e si batte contro gli pseudo-principi privi di ragione, quell’uomo disposto ad affrontare il lungo viaggio della ricerca del proprio io per perdersi tra i labirinti del mondo. Attraverso il carattere e la personalità dei personaggi del capolavoro seicentesco di Cervantes, Don Quijote, Sancho Panza e Ronzinante, lo spettacolo affronta i temi più profondi dell’esistenza dell’uomo ma senza tralasciare gli aspetti più grotteschi ed esilaranti degli stessi che per fortuna pure gli appartengono. Lo stesso spettacolo, ora più simile ad una parodia ora ad un elaborato di più complesso spessore, è proprio per questo, soprattutto un viaggio simbolico nei meandri dell’esistenza.
Lo spettacolo vede in scena Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo, Giacomo Severini.