Pixel: la perfomance che mescola il mondo digitale con la danza
Adrien Mondot, programmatore informatico e artista multidisciplinare, e Claire Bardainne, artista, scenografa e designer, hanno collaborato con Mourad Merzouki della Compagnie Kafig alla creazione di Pixel, spettacolo che miscela danza e il video interattivo. Pixel è in scena in prima e esclusiva italiana il 22 febbraio 2015 a Modena.
Danza e mondo digitale. E’ una contaminazione possibile, che apre la strada a nuove modalità per concepire le performance, con un diverso senso degli spazi, scene e movimenti.
E’ il caso di Pixel, lo spettacolo di Adrien Mondot e Claire Bardainne, artisti francesi meglio noti come Adrien M/Claire B, concepito in un luogo ibrido in cui il palcoscenico si infrange con l’ambiente virtuale. Ed ecco che superfici e corpi creano dal vivo sorprendenti piani visivi: undici ballerini della Compagnie Kafig interagiscono e giocano con proiezioni astratte, illusioni ottiche, mescolando vari stili (breakdance, hip-hop, danza circense) per creare uno spettacolo da fruire tra le frontiere sfumate della realtà fisica e tecnologica.
Adrien Mondot, è un programmatore informatico, ma anche artista multidisciplinare, e Claire Bardainne è un’artista, scenografa e designer. Fin dal 2004 sono attivi con lavori che intendono esplorare nuove forme di creatività basate sulla commistione reale/digitale, attraverso l’uso di strumenti tecnologici che arricchiscono le espressioni dell’arte contemporanea. Come eMotion, il software creato appositamente, che permette di realizzare animazioni grafiche composte da oggetti (punti, linee, immagini, video) e di specificare come farli muovere in combinazione con i movimenti fisici dei ballerini. Il tutto in tempo reale. Il risultato è Pixel, con le coreografie di Mourad Merzouki, attuale direttore del Centre Chorégraphique de Créteil et du Val de Marne, in scena in Italia il 22 febbraio al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena.
Ma un altro lavoro di Adrien M/Claire B si è già affacciato nel nostro Paese, in occasione di Romaeuropa Festival 2014. E’ Hakanaï (fragile, in lingua giapponese, incorporeo) un assolo coreografico che si evolve attraverso una serie di immagini in movimento. Una danzatrice, Akiko Kajihara, dà vita a uno spazio da qualche parte, tra fantasia e realtà, all’interno di una scenografia digitale in continua trasformazione. Forme astratte, immagini, superfici luminose si intrecciano e reagiscono a ogni movimento del corpo fisico, assecondando il ritmo dei suoni che seguono piani espressivi diversi che diventano la proiezione della volontà della ballerina, identificandosi con l’aspetto immateriale della natura umana.
Giannarita Martino
Tw: @giannarita
16/01/2014