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Uomini etnei tra i protagonisti di Oratorio per Eva, nuovo spettacolo della Compagnia Zappalà danza

Nel prossimo spettacolo della compagnia Zappalà danza, Oratorio per Eva, saranno inseriti una decina di uomini etnei per nascita o per scelta. “Desidero corpi di uomini che si muovono e parlano in quanto tali” sostiene Roberto Zappalà. La selezione attraverso laboratori gratuiti per amatori. Numerosi i partecipanti al laboratorio a Scenario Pubblico.

Numerosi e partecipativi gli uomini catanesi, per natura o per scelta, che hanno preso parte al laboratorio gratuito per amatori che il coreografo Roberto Zappalà ha tenuto a Scenario Pubblico. Laboratori dedicati a chi non è un professionista della danza o della recitazione e che sono volti alla selezione di una decina di uomini di qualsiasi etnia e di età compresa tra i 5 e i 90 anni. I più idonei saranno anche parte dell’ultimo spettacolo della Compagnia Zappalà danza, Oratorio per Eva, la cui prima catanese è fissata per 12, 13 e 14 dicembre prossimi, dopo il debutto in prima assoluta della creazione al Teatro Odeon di Vienna (Austria) per il prestigioso festival ImPulsTanz.

Insieme a professionisti della danza contemporanea infatti, Roberto Zappalà metterà in scena anche alcuni uomini come se ne vedono tra le strade cittadine non professionisti.

“Sto organizzando una serie di incontri per uomini perché desidero inserire dei corpi di non danzatori o attori professionisti nel mio prossimo spettacolo. Desidero corpi di uomini che si muovono e parlano in quanto tali. Ognuno con la propria sensibilità certo, ma tutti legati al mio linguaggio di danza di cui una delle caratteristiche è l’annullamento del pudore del movimento. Deve essere morbido e sempre in crescendo”, afferma il coreografo Roberto Zappalà.

Ed entusiasti sono i partecipanti. Diverse le etnie, le età e le tradizioni culturali che rappresentano, ma tutti si dicono molto coinvolti e attratti dalla danza contemporanea di Roberto Zappalà.

C’è il catanese verace Antonino Leonardi di 59 anni che si definisce “amante dell’arte” ed è per questo che ha voluto partecipare al laboratorio di Zappalà  che considera “straordinario”; e c’è anche Gianmaria Musarra che di professione fa il tecnico di ripresa. “Una sensazione indescrivibile – dice – un senso di libertà non misurabile”. Tra loro poi, a testare i movimenti morbidi di Roberto Zappalà anche il senegalese Nbong Bimane che racconta di avere partecipato perché convinto da un amico e definisce l’esperienza “davvero molto bella”; e il francese Nadir. “Conosco bene la Compagnia e non mi sono fatto scappare l’occasione di provare a danzare anche io. Sembra facile dall’esterno, ma è difficile mantenere la concentrazione per il giusto movimento per tanto tempo e questa è una delle differenze tra un professionista e me che adesso sono stanchissimo”.

Desirée Miranda

10/11/2014

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