Choreographic bodies. L’esperienza della Motion Bank nel progetto multidisciplinare di Forsythe.
Letizia Gioia Monda nel volume Choreographic bodies. L'esperienza della Motion Bank nel progetto multidisciplinare di Forsythe, edito da Dino Audino Editore, presenta riflessioni inedite, derivanti dal dialogo che l’autrice ha avuto con gli esperti coinvolti nell’iniziativa Motion Bank, indagine multidisciplinare di William Forsythe e della The Forsythe Company sviluppatasi dal 2010 al 2013.
William Forsythe è sicuramente l’artefice dell’ulteriore sviluppo del processo di interazione tra spettacolo, installazioni, video e tecnologie multimediali che ha sviluppato nell’arco della sua intensa attività.
Considerato il più autentico erede di George Balanchine, la sua attività creativa parte dalla danza accademica da lui sottoposta a un processo di decostruzione e ricostruzione in forme nuove. Per Forsythe al centro dello spettacolo stanno, infatti, il movimento, la forza del corpo, la coreografia intesa come analisi dei possibili linguaggi corporali. Tutta la sua attività ha teso a provare che l’invecchiamento del balletto non è dovuto al linguaggio del corpo in sé, ma all’uso obsoleto che se ne fa.
Indagando perciò concretamente e scientificamente i principi organici che regolano l’organizzazione coreografica e la loro possibile applicazione in altri ambiti, Forsythe ha inaugurato nel corso degli anni vari progetti interattivi ed interdisciplinari che si sono concretizzati nel 2010 con la nascita di Motion Bank.
Secondo il coreografo, per permettere un reale avanzamento dell’arte della danza dal suo attuale stato, bisogna incoraggiare i danzatori ad essere maggiormente informati riguardo le recenti ricerche nei campi delle neuroscienze-cognitive, della psicologia, dell’architettura, dell’antropologia, e della filosofia, essenziali per comprendere sempre più il modo in cui il movimento dei corpi viene eseguito e percepito.
Il punto fondamentale della ricerca artistica di Forsythe è sempre stata nel favorire una danza che rendesse visibile l’esperienza che il corpo, nel suo complesso, ha di sé. Ha così creato uno spazio d’indagine dentro la pratica coreutica attraverso lo sviluppo di nuovi strumenti di ricerca e metodi per consentire le multiple connessioni della body knowledge.
Il libro Choreographic bodies. L’esperienza della Motion Bank nel progetto multidisciplinare di Forsythe di Letizia Gioia Monda e edito da Dino Audino Editore, è quindi il risultato di un’esperienza di ricerca contestualizzata all’interno della pratica coreografica contemporanea e presenta riflessioni inedite, derivanti dal dialogo che l’autrice ha avuto con gli esperti coinvolti nell’iniziativa Motion Bank.
Adottando il punto di vista “panoramico” dell’evoluzionismo, l’indagine che viene proposta mira a esaminare e spiegare i choreographic bodies, ossia alcuni aspetti della body knowledge che il performer contemporaneo esperisce attraverso le forme d’arte della danza e della coreografia.
Il filo rosso che lega la spiegazione del complesso oggetto di studio è il concetto di score. Lo score è una tecnica, uno strumento digitale, un algoritmo necessario per leggere la danza dell’essere umano, acquisire informazioni e far evolvere la conoscenza contenuta nella pratica coreutica. Il corpo del performer è il primo score a essere analizzato da Letizia Gioia Monda, che mette in luce il cambiamento neurofisiologico del corpo durante la formazione in una tecnica coreutica e poi nel training fisico.
La prima parte del libro Choreographic bodies affronta perciò temi inerenti la percezione e la propriocezione del performer (il focusing; l’embodiment; il dis-focus; il balance e l’off-balance) e si conclude con uno studio sul movimento sincronico tra performer e performer durante una performance coreografica dal vivo basata su sistemi di improvvisazione.
La seconda parte illustra i metodi dei coreografi coinvolti nel progetto Motion Bank – Forsythe, Hay, Burrows e Fargion – al fine di illustrare uno studio sui principi che ritornano nel confronto fra le differenti poetiche coreografiche.
La terza e ultima parte riflette sul processo di digitalizzazione del pensiero coreografico e documenta la creazione dei Motion Bank Digital Scores. Il libro è arricchito dai testi introduttivi di Scott de Lahunta e Luciano Mariti.
02/07/2016